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 2010  maggio 23 Domenica calendario

Europa, tutte le regole sulla stampa - BRUXELLES’ La Commissione europea ha fatto sapere che sul disegno di legge sulle intercettazioni, promosso dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, non interverrà in alcun modo «sino a quando l’iter legislativo non sarà concluso e il testo finale della legge approvato»

Europa, tutte le regole sulla stampa - BRUXELLES’ La Commissione europea ha fatto sapere che sul disegno di legge sulle intercettazioni, promosso dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, non interverrà in alcun modo «sino a quando l’iter legislativo non sarà concluso e il testo finale della legge approvato». Ma, a quel punto, sembra destinata a occuparsene. Già si annunciano contestazioni in Europa a questo provvedimento del governo Berlusconi, accusato di frenare le attività investigative dell’apparato giudiziario e di ridurre pesantemente la libertà di stampa. Potrebbero essere denunciate alla Commissione di Bruxelles possibili violazioni dei Trattati e della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Altre iniziative sono possibili ricorrendo alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, espressione dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa, e nell’ambito delle attività politiche dell’Europarlamento. «Faremo visionare il testo della legge italiana sulle intercettazioni telefoniche dai nostri consulenti giuridici per chiarire se viola le norme europee a tutela della libertà di informazione – afferma Aidan White, segretario generale della International federation of journalists di Bruxelles (Ifj), che rappresenta circa 600 mila giornalisti di 125 Paesi ”. Considereremo il rispetto dei Trattati dell’Ue, della Carta dei diritti fondamentali e della Convenzione sui diritti dell’uomo. Se emergessero violazioni procederemmo nelle sedi competenti. Questo caso italiano verrà discusso la settimana prossima nel congresso mondiale della Ifj a Cadice in Spagna». L’Idv si sta organizzando nel gruppo degli euroliberali dell’ex premier belga Guy Verhofstadt. «Nell’Europarlamento abbiamo in corso una forte iniziativa contro la corruzione nei 27 Paesi membri per rafforzare anche i mezzi di ricerca della prova’ spiega il presidente della commissione di controllo sul bilancio Ue ed ex magistrato Luigi De Magistris, dell’Idv ”. Il ddl Alfano va nella direzione opposta e apre un secondo fronte sul rispetto della libertà di stampa. Presenteremo alla Commissione interrogazioni e poi una denuncia sulle eventuali infrazioni alla normativa comunitaria, come abbiamo già fatto con lo scudo fiscale». Linea dura annunciano anche gli eurosocialisti del tedesco Martin Schulz, cui aderisce il Pd. «Affronteremo il caso del ddl Alfano già nella prossima sessione a Strasburgo», dice il vicepresidente vicario dell’Europarlamento Gianni Pittella del Pd. L’eurodelegazione del Pdl, guidata da Mario Mauro, non si scompone. «Sarebbe ottimo se il ddl Alfano ci consentisse di affrontare in Europa l’oscuro rapporto tra magistratura e apparato mediatico, che è profondamente distorto in Italia – afferma Mauro ”. Chiederemmo di ascoltare il ministro Alfano nell’Europarlamento». L’eurodeputato Cristiana Muscardini del Pdl aggiunge: « importante imporre una maggiore tutela della privacy dei cittadini, soprattutto quando non sono in grado di difendersi da eccessi di esposizione mediatica scaturiti da indagini giudiziarie, in cui magari risulteranno coinvolti ingiustamente». Il rapporto tra i due diritti fondamentali al rispetto della libertà di stampa e della privacy condiziona spesso le valutazioni delle istituzioni europee quando esaminano contestazioni come quelle che potrebbero essere presentate sulla legge Alfano. In linea generale il diritto di informare prevale su quello della privacy, se si tratta di notizie di interesse generale e di personaggi con ruoli pubblici (che logicamente accettano il dovere di massima trasparenza quando assumono ruoli pubblici). La situazione si ribalta se giornali e tv abusano del loro essere «quarto potere» nei confronti di comuni cittadini. Ma vari esperti di diritto comunitario sostengono che «il rapporto tra libertà di informare e privacy è così articolato e complesso che ogni caso fa storia a sé». L’azione classica a livello Ue è il ricorso alla Commissione europea. Ci si può richiamare agli articoli 6 e 7 dei Trattati, che prevedono fino alla sospensione del diritto di voto per i Paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Il Trattato di Lisbona ha ora reso vincolante anche la Carta dei diritti fondamentali, che all’articolo 11 garantisce specificamente il diritto di «ricevere e diffondere informazioni senza interferenze delle autorità pubbliche». Analoga difesa della libertà di stampa arriva dall’articolo 10 della Convenzione dei diritti dell’uomo. Una denuncia alla Corte di Strasburgo può però essere presentata solo in relazione a una sentenza definitiva in Italia. Se sulla legge Alfano si moltiplicassero le condanne, che prevedono un risarcimento ai ricorrenti, il Consiglio d’Europa potrebbe chiedere una modifica legislativa.