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 2010  maggio 23 Domenica calendario

I furbi nascondono al Fisco il 22% della ricchezza. Ci batte soltanto la Grecia - ROMA – Considerando l’evasione fiscale l’Italia fa certamente parte dei «pigs», il gruppo di Paesi che la stampa anglosassone identifica come i peggiori d’Europa

I furbi nascondono al Fisco il 22% della ricchezza. Ci batte soltanto la Grecia - ROMA – Considerando l’evasione fiscale l’Italia fa certamente parte dei «pigs», il gruppo di Paesi che la stampa anglosassone identifica come i peggiori d’Europa. Pigs come «maiali» appunto, traducendo dall’inglese. Pigs come Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. Anzi, guardando alla classifica dei Paesi col più alto livello di economia sommersa, cioè nascosta al fisco, l’ordine diventa Grecia, Italia Spagna e Portogallo. Solo la Grecia evade di più Secondo il metodo Schneider, utilizzato per mettere a confronto i 21 membri dell’Ocse, al primo posto c’è la Grecia, con un’economia in nero stimata per il 2010 al 25,2% del Prodotto interno lordo. Al secondo posto c’è appunto l’Italia, col 22,2% del Pil. La Spagna segue col 19,8% e il Portogallo col 19,7%. La media Ocse è del 14%. Gli Stati Uniti sono i più virtuosi, con un sommerso del 7,8% del Pil. La Francia si ferma all’11,7%, la Germania al 14,7%, il Regno Unito all’11,1%. Al fisco mancano 100 miliardi Il 22,2% del Pil italiano sono circa 345 miliardi di euro, una cifra che comprende però anche l’economia illegale. Escludendo questa parte, le ultime stime dell’Agenzia delle Entrate su dati Istat calcolano in circa 270 mila miliardi l’imponibile evaso in Italia ogni anno e in 100 miliardi il mancato gettito per il Fisco. Come dire che se tutti pagassero le tasse il bilancio pubblico non chiuderebbe più con un deficit di quasi 80 miliardi, ma con un avanzo di 20 miliardi. La Lombardia evade di meno Nel suo ultimo libro, «Il sacco del Nord», Luca Ricolfi, dopo aver messo a confronto le diverse metodologie nazionali e internazionali, giunge alla conclusione che «il valore aggiunto sommerso si aggira intorno ai 250-300 miliardi di euro e l’evasione (mancato gettito) è compreso fra 100 e 150 miliardi». Il docente di Analisi dei dati all’Università di Torino aggiunge però una importante elaborazione: il tasso di «intensità dell’evasione» sul territorio. E scopre così che la Lombardia è la regione dove il contribuente evade di meno (il 12,5%, cioè 12,5 euro di tasse evase per ogni 100 pagate) mentre la Calabria è quella dove evade di più (85,3 euro sottratti al Fisco per ogni 100 versati). Le regioni con un basso indice d’evasione sono tutte nel Centro-Nord: Emilia Romagna (19%), Veneto (19,6%), Friuli (24,7%), Lazio (25%), Piemonte (26,1%). Quelle peggiori tutte nel Sud: Sicilia (63,4%), Campania (55,3%), Puglia (52%), Sardegna (51,3%). In rapporto al tasso medio nazionale di evasione significa, secondo Ricolfi, che le regioni virtuose pagano 20,4 miliardi di tasse di troppo e quelle del Mezzogiorno fanno mancare 17,9 miliardi di gettito. Mezza Italia sotto 15 mila euro Gli ultimi dati disponibili sulle dichiarazioni dei redditi 2009 (imponibile 2008) dicono che il reddito Irpef (persone fisiche) medio degli italiani è di 18.873 euro, per un’imposta netta media versata di 4.700 euro. I dipendenti denunciano in media 19.640 euro, i pensionati 13.940, artigiani e commercianti con imprese individuali e società di persone 18.140 euro, i lavoratori autonomi (compresi i professionisti) 38.890 euro. Quasi 20 milioni di contribuenti su 41 milioni dichiarano meno di 15 mila euro. Solo 77 mila più di 200 mila. Una fotografia lontana dalla realtà. Secondo i calcoli del Dipartimento delle Finanze, il 10% dei contribuenti più «ricchi», quelli che cioè denunciano più di 35 mila euro, pagano il 51% di tutta l’Irpef. Il 27% dei contribuenti invece non versa un euro di imposte per via del basso reddito o delle deduzioni e detrazioni. Una società su due in rosso Passando alle società di capitali, quasi una su due risulta in perdita per il fisco, quelle con imposta netta positiva sono infatti il 52,6% del totale, ovvero poco più di 500 mila. L’imposta meno evasa è l’Irpef alla quale contribuiscono per oltre il 90% i lavoratori dipendenti e i pensionati con le trattenute alla fonte. Quella più evasa è l’Iva. Il gettito di questa imposta è pari in media nell’Ue all’8% del Pil, in Italia solo al 6,2%. Infine, la tassazione delle rendite finanziarie è da noi particolarmente vantaggiosa: il 12,5% sui capital gain. Più forte il prelievo sugli interessi da depositi bancari, pari al 27%.