la Repubblica, 23/5/2010, 23 maggio 2010
BONDI: CONTRO DI ME INCIVILTA’ E VIOLENZA
ROMA - «Basta fango su di me». Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl, si sfoga contro «la gogna mediatica», ovvero gli articoli che lo hanno chiamato in causa nell´inchiesta sugli appalti del G8. In una lettera aperta al capo dello Stato Giorgio Napolitano, al presidente del Senato, Renato Schifani e al premier Berlusconi spiega di essere costretto a scrivere «perché non posso tutelare la mia onestà». Dimentica di mandare la lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini, e solo in serata rimedia.
«Sono esposto da più di una settimana, e chissà quanto ancora continuerà questo incivile e violento trattamento, ad ogni genere di supposizioni, di sospetti, di insinuazioni e di vere e proprie diffamazioni, senza che io possa in alcun modo difendermi». Premette il ministro: «Credo ancora in un libero giornalismo, che contribuisca alla denuncia dei mali del Paese e degli eventuali reati compiuti anche dalla classe politica, attraverso però una scrupolosa ed attenta indagine sulle fonti. Credo ancora in una giustizia che persegua i reati, quando vengono accertati. Così come credo ancora in una democrazia capace di rinnovarsi senza ricorrere alla gogna mediatica, alla punizione anticipata e preventiva di coloro che hanno la disavventura di entrare nel tritacarne mediatico-giudiziario, senza neppure che si attenda il responso delle indagini e dei processi e senza addirittura sapere se esistano o meno procedimenti penali a carico della persona oggetto di tali gravi insinuazioni». Lo ritiene Bondi un trattamento incivile nei suoi confronti e chiede rispetto.