Luisa Grion, la Repubblica, 23/5/2010, 23 maggio 2010
ABUSI EDILIZI, CINQUE MILIARDI DALLA SANATORIA. FUORI LEGGE UN MILIONE E 300MILA CASE
ROMA - C´è un piano già pronto ed è anche già pronta la «scusa» per farlo passare. Uno dei piatti forti della manovra del governo Berlusconi potrebbe essere ancora una volta il condono edilizio, o meglio una nuova edizione di quello già «scaduto» nel 2004.
Far emergere i due milioni di case «fantasma», non registrate al Catasto, non basterà infatti a far quadrare le misure sui conti pubblici. Dal controllo incrociato fra la mappatura fotografica realizzata dall´Agenzia del Territorio e le abitazioni effettivamente denunciate dai proprietari potrebbe derivare un gettito non superiore al miliardo e mezzo di euro. Dal settore edilizia invece il governo conta di ricavarne 6. La differenza potrebbe appunto essere colmata riaprendo i termini del vecchio condono. Tanto più che - da quanto risulta a Legambiente - in Italia sono fuorilegge 1.296.000 case.
La scusa per riprendere in mano il provvedimento scaduto è questa: c´è una regione, la Campania, che è stata esclusa dalle misure varate nel 2004; riaprire i termini - dunque - vorrebbe dire «dare a quei cittadini le opportunità di esercitare un diritto riconosciuto agli altri». E´ così infatti che sulla questione si è più volte espresso il senatore del Pdl Carlo Sarro che del «caso Campania» ha fatto una questione personale. Il vecchio condono permetteva infatti di sanare gli abusivismi effettuati fino a marzo 2003 attraverso una domanda da presentare entro il 2004. Ma l´amministrazione campana di allora (giunta Bassolino) - sostiene un gruppo di senatori Pdl capitanati da Sarno - propose una interpretazione restrittiva che ne impedì l´adesione. Stessa cosa - commentano - avvenne per parte della cittadinanza marchigiana e emiliana. Ora, visto che in seguito la Corte costituzionale dichiarò illegittimi due provvedimenti sull´abbattimento degli immobili varati dalla regione, i termini vanno riaperti. Con buona pace della difesa del territorio.
Di fatto Sarno e i colleghi campani già lo scorso febbraio avevano presentato un disegno di legge che - riferendosi sempre agli abusivismi commessi entro il 2003 - chiedeva di prorogare la sanatoria alle domande presentate entro dicembre 2010. Poche settimane prima avevano provato, senza successo, a far passare lo stesso testo nel decreto Milleproroghe. Ora siamo al terzo tentativo: c´è già un piano di condono pronto e c´è la «scusa» per farlo passare. Non solo, ad aprile il governo ha varato un decreto che blocca le demolizioni degli immobili in Campania (come promesso dal Pdl in campagna elettorale) fino al giugno 2011 per «fronteggiare la grave situazione abitativa nella regione».
La base per lanciare un nuovo condono è dunque definita, ma Legambiente è pronta a dare battaglia. «Si annuncia una sanatoria di proporzioni mai viste, la più grande mai realizzata nel paese - commenta il presidente Vittorio Cogliati Dezza - Se così sarà il territorio subirà la mazzata finale, sarà riattizzata la piaga dell´abusivismo edilizio, restituito fiato e ossigeno alla malavita organizzata che sul ciclo del cemento illegale vive e vegeta. Risanare i conti pubblici svendendo l´Italia a furbi ed ecomafiosi è una scelta che non potrà che ritorcersi contro il paese e la sua crescita». Varare condoni - sostiene Legambiente - alimenta il vizio: solo dal 2003 ad oggi sarebbero sorte altre 210 mila costruzioni abusive.