Alessandro Barbera, La Stampa, 23/5/2010, 23 maggio 2010
L’IRRITAZIONE DEL QUIRINALE PER UNA SITUAZIONE CHE SI RIPETUTA TROPPE VOLTE (PIU’ SCHEDA)
N on è la prima volta che Giorgio Napolitano si trova di fronte ad una situazione simile, in più occasioni aveva chiesto al governo di non fare un uso indiscriminato della decretazione d’urgenza. Difficile sostenere che si tratti di un vizio dei governi di centro-destra, ma ormai troppe volte, dicono al Quirinale, il Presidente aveva deciso di soprassedere. Così ieri, pur avendo controfirmato il provvedimento che diversamente avrebbe sospeso la vigenza di norme anti-evasione, il capo dello Stato ha deciso di prendere posizione, trasformare il decreto incentivi in uno spartiacque, lanciando un chiaro avvertimento al governo: se verrà nuovamente messo spalle al muro facendo leva sul suo senso di responsabilità, non firmerà più.
Il decreto incentivi promulgato ieri era approdato in Parlamento come un pacchetto di aiuti per alcuni settori in crisi: mobili, elettrodomestici, moto, trattori, gru, rimorchi. Durante l’iter il governo aveva deciso di aggiungere sgravi per industria del bottone e bici elettriche. Fin qui, nulla questio. Ciò che per il Colle è risultato ingiustificato è stata l’introduzione nel decreto di un cospicuo pacchetto fiscale: da un mini-condono sulle liti ultradecennali ad alcune norme societarie in materia di fusione. Formalmente gli emendamenti sono sempre di iniziativa parlamentare, ma il più delle volte quelli che vengono approvati sono solo quelli fatti propri dal relatore di maggioranza, in stretto contatto con il governo.
In questo caso, nel passaggio fra Camera e Senato il governo ne ha approfittato per inserire una norma che permette di finanziare le missioni internazionali con le risorse derivanti dalle lotterie, il ripristino di alcuni fondi per l’editoria, una norma di semplificazione edilizia, l’estensione del cinque per mille alle associazioni e alle fondazioni. Troppe modifiche e troppo eterogenee fra di loro, secondo gli uffici del Quirinale, in alcuni casi poco coerenti con l’ordinamento.
Di decreti guazzabuglio il presidente ne aveva già visti molti. Un anno fa, ad esempio. Stesso tipo di decreto (era quello destinato agli incentivi per l’auto), stesso tipo di obiezione: l’introduzione nel provvedimento di materie estranee ad esso; allora si trattava delle quote latte per gli agricoltori. Il Presidente decise per la firma, ma la accompagnò con una lettera zeppa di rilievi.
Più di recente, per una ragione (l’inutile urgenza) o l’altra (l’introduzione nel decreto di materie estranee), il Quirinale si è trovato in difficoltà a firmare il decreto sulle fondazioni liriche, il decreto dello scorso ottobre sullo scudo fiscale, quello con cui ormai più di un anno fa il governo tentò di evitare il distacco della alimentazione artificiale ad Eluana Englaro.
Quest’ultimo fu accompagnato da una lettera - che avrebbe dovuto rimanere privata - con la quale Napolitano espresse il suo disagio direttamente al premier. Di missive, in questo caso ufficiali, sull’uso indiscriminato della decretazione d’urgenza al Quirinale ne contano almeno quattro. Le prime due sono lontane nel tempo: a giugno 2008 e ad aprile dell’anno scorso. A luglio del 2009, firmando il decreto sicurezza, Napolitano allegò cinque cartelle in cui sollevava diversi dubbi sui contenuti della legge. Troppi richiami finiti nel nulla. Napolitano ora si attende dal governo qualche fatto.
IL DECRETO OMNIBUS - LE AGGIUNTE CONTESTATE -
1) Bottoni: sono previsti incentivi per l’attività di fabbricazione dei bottoni;
2) Società all’estero: Le aziende dovrebbero notificare attraverso la "Comunicazione unica" anche le deliebere relative alle fusioni e scissioni societarie;
3) Liti fisco: Addio alle vecchie liti tributarie pendenti da oltre dieci anni. I contribuenti che,d dopo aver vinto il fisco in primo e secondo grado, vengono trascinati in Cassazione o in Commissione tributaria centrale possono risolvere le proprie pendenze con il pagamento di un importo pari al 5% della cotnroversia. Per il Pd si tratta di una "sanatoria";
4) Ipoteca casa: non rischierà di vedersi ipotecata la casa chi ha debiti tributari e contributivi inferiori a 8mila euro;
5) Banda larga: Basterà la dichiarazione di inizio attività per istallare gli apparati Umts su impianti già esistenti;
6) Piano casa: ampliati gli interventi nel campo dell’edilizia per i quali non occorre la dihiarazione di inizio attività (la Dia);
7) servizio postale e iva; solo il servizio postale universale continuerà a essere esente dall’Iva;
8) Riscossione tributi: dieci anni di "quarantena" per gli amministratori delle società di riscossione degli enti locali ammesse all’amministrazione controllata prevista per le grandi imprese in crisi;
9) Biciclette elettirche: arrivano gli sconti anche per le bici elettriche, "le bici a pedalata assistita" ma solo sulla carta. Considerato che le risorse del bonus per due ruote sono esaurite, sarà difficile che qualcuno possa sfruttare questa occasione;
10) 5 per mille: il cinque per mille viene esteso alle associazioni e alle fondazioni;
11) Editoria: ripristinate le tariffe agevolate per il mondo delle onlus I giornali di partito restano invece al palo.