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 2010  maggio 22 Sabato calendario

STATI UNITI E REGNO UNITO UNA RELAZIONE SPECIALE

Siamo un gruppo di amici appassionati di storia e di recente abbiamo disquisito, senza arrivare a una conclusione soddisfacente, se esiste o c’ è stato un patto tra i due Paesi anglosassoni che preveda da parte degli Usa il diritto di conoscere il titolare del Foreign Office inglese prima che venga ufficialmente proclamato ministro degli Esteri. Quasi un diritto di «placet» da parte degli Usa. Tra i sostenitori molti fanno risalire questa usanza al primo dopoguerra. così? O almeno lo è stato per un certo periodo? Luciano Ancilotti
luciano.ancilotti@libero.it
Caro Ancilotti, l’esistenza di un possibile veto degli Stati Uniti sulla scelta del ministro degli Esteri britannico appartiene alla rappresentazione caricaturale dei rapporti anglo-americani. Se la tesi fosse vera sarebbe difficile capire come i governi laburisti dell’ anni Settanta abbiano sempre rifiutato di fornire agli Stati Uniti l’ assistenza militare in Vietnam che Washington aveva richiesto. Il rapporto speciale ha una storia molto più complicata, fatta di alti e di bassi. Nacque alla fine della Seconda guerra mondiale quando la classe dirigente del Regno Unito decise che il Paese avrebbe conservato un ruolo mondiale soltanto affiancandosi agli Stati Uniti e cercando, per quanto possibile, di orientarne la politica estera. Il primo successo di questa strategia diplomatica fu l’ Alleanza Atlantica, costituita nell’ aprile 1949 grazie alle pressioni del governo laburista sulla Casa Bianca. Ma sette anni dopo, quando la Gran Bretagna e la Francia decisero di occupare militarmente il canale di Suez, il presidente americano Eisenhower tagliò le gambe all’ operazione minacciando misure che avrebbero pregiudicato la stabilità della sterlina e il suo status di valuta mondiale. Un altro bisticcio andò in scena in un’ isola dei Caraibi, nel dicembre 1962, in occasione di un incontro tra il premier britannico Harold Macmillan e il presidente Kennedy. Macmillan chiese agli Stati Uniti la fornitura del sistema di puntamento del missile aria-terra Skybolt, destinato a diventare nelle intenzioni di Londra la chiave di volta della politica nucleare del Regno Unito. Ma si scontrò con il rifiuto di Kennedy. La Gran Bretagna poté ancora contare sulla benevolenza degli Stati Uniti, ma nell’ ambito di strategie decise da Washington. Uno dei capitoli più interessanti del «rapporto speciale» è quello del lungo premierato di Tony Blair. Il leader laburista voleva fare del suo Paese l’ indispensabile cerniera di una grande Comunità atlantica e si prometteva di rafforzare contemporaneamente sia i legami con l’ Unione Europea sia quelli con gli Stati Uniti. Gli attacchi terroristici dell’ 11 settembre sconvolsero i suoi piani e lo misero di fronte alla necessità di prendere decisioni che avrebbero inevitabilmente modificato la sua iniziale linea politica. Scelse di stare con l’ America, costi quel che costi, e s’ impegnò in due guerre che hanno creato nell’ opinione pubblica, negli ultimi tempi, un malumore crescente. Quando è stato interrogato da una commissione d’ inchiesta sulla guerra irachena, nello scorso gennaio, Blair sembrò un imputato piuttosto che un testimone. difficile immaginare che il governo di David Cameron intenda rinunciare al rapporto speciale. Ma il tema delle relazioni con gli Stati Uniti è ormai all’ ordine del giorno. In Gran Bretagna molti si chiedono se convenga ancora al loro Paese. Altri, forse ancora più perspicaci, si chiedono se e quanto interessi a Barack Obama.
Sergio Romano