varie, 22 maggio 2010
SCHEDONE SU LOST (ULTIMA PUNTATA)
L’ultima puntata della sesta e ultima serie di Lost andrà in onda alle 6 di mattina (ora italiana) di lunedì 24 maggio. In Italia sarà trasmessa in diretta su Fox in lingua originale e in replica, doppiata in italiano, alle 21 sulla Iptv di Alice.
Lost è una serie televisiva statunitense creata da J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber. Trasmessa dal 2004, è giunta quest’anno alla sesta e ultima stagione. La puntata pilota fu trasmessa negli Stati Uniti il 22 settembre 2004 e costò 14 milioni di dollari. Ha vinto un Golden Globe e tre Emmy Award (Angelo Aquaro, la Repubblica 20/05/2010).
Spettatori: durante la prima stagione la media fu di 15 milioni. In sei anni sono calati di 4 milioni, oggi sono 11 milioni.
LA STORIA:
La serie inizia con un disastro aereo. L’aereo Oceanic 815, che volava da Sidney a Los Angeles, precipita in un’isola deserta nel mezzo del Pacifico. Dei 324 passeggeri a bordo, ne sopravvivono inizialmente 72 (71 persone e un cane). Nel corso delle varie stagioni moriranno quasi tutti e nell’ultima serie ne rimarranno solo una dozzina.
Presto si scopre che l’isola non è deserta, ma abitata da ”gli altri”, una popolazione che sembra nemica e attacca ripetutamente il gruppo dei sopravvissuti. Si scoprirà poi che questi ”altri” sono nativi che si sono impossessati di un centro di ricerca scientifico organizzato da una società chiamata Dharma. L’isola ha infatti poteri speciali: grazie a un’enorme forza elettromagnetica, l’isola è una macchina del tempo capace di interrompere e manipolare il continuum spazio-temporale, cioè si sposta nel tempo.
Intanto il gruppo dei sopravvissuti si divide, una parte riesce a scappare dall’isola. A questo punto la narrazione si svolge su due piani diversi. Quello di coloro che sono restati sull’isola e tornano indietro nel tempo al 1977. E il gruppo scappato dall’isola e tornato a Los Angeles, costretto a mentire sull’incidente per salvare chi non è riuscito a tornare.
La sesta serie vede il ricongiungimento dei due gruppi sull’isola.
Lo schema è rimasto invariato nel corso delle varie stagioni: ogni puntata ruota attorno ad un singolo personaggio, con flashback sul suo passato che aiutano il pubblico a capire come e perché il destino lo ha portato fin lì.
In America Lost è trasmesso da sempre dalla Abc, la tv della Disney, che ha sconsigliato la visione ai minori di anni 14.
Ora la Abc sta per lanciare un nuovo telefilm, ”No ordinary family”, che racconta la storia di una famiglia in vacanza in Amazzonia che viene coinvolta in un altro incidente aereo. Spera così di bissare il successo di Lost (Angelo Aquaro, la Repubblica 20/05/2010).
I COSTI:
Ogni episodio della serie è costato alla Abc circa 5 milioni di dollari, a causa soprattutto della location esotica, l’isola di Oahu, nelle Hawaii e degli effetti speciali. Contando che le sei serie sono fatte in tutto da 114 puntate, più dodici episodi speciali, in totale la produzione dovrebbe essere costati più di un miliardo di dollari.
I diritti televisivi si dividono invece per paese. Per l’Italia, dove la serie è trasmessa dalla Fox, il costo dovrebbe essere di 700-800mila euro a puntata. La sesta stagione del racconto (18 episodi) varrebbe quindi 12-15 milioni di euro (Alessandro Longo, Il Sole-24 Ore 3/2/2010).
Le tre puntata finali dell’ultima serie di Lost hanno un listino pubblicitario altissimo: quasi un milione di dollari per uno spot di 30 secondi. L’Abc, il network che ha creato Lost, ha allineato i prezzi con i listini di eventi come l’Oscar o il Superbowl. I nuovi stumenti di registrazione intelligente, che permettono di saltare la pubblicità, non sembrano quindi minare il mercato pubblicitario televisivo. Il successo della serie è dovuto anche a una scelta narrativa che si è rivelata una scelta di marketing vincente: confondere le acque sin dall’inizio e promettere la soluzione del dilemma solo alla fine. (Valentina Giannella, ItaliaOggi, 2 aprile 2010)
La pagina ufficiale di Lost su Facebook conta al momento 3 milioni 696mila iscritti circa (aggiornato a sabato 22/5, il numero aumenta di minuto in minuto).
Se si digita su Google «Lost Finale Season» escono fuori 187 milioni di voci. Molti che in questi giorni hanno cercato di scoprire su internet come andrà a finire la serie si sono beccati un virus dannosissimo, MySecurityEngine.
I primi di aprile il blog italiano Macchianera ha pubblicato sei pagine della sceneggiatura della puntata finale. In poco tempo i contatti del blog sono passati da 10mila a 100mila, è stato ripreso dal New York Times, dal New York Magazine, da Msnbc e dal canale news di Nbc. Non si sa se queste pagine siano autentiche o no, contengono comunque rivelazioni su personaggi che muoiono o si credevano morti. (Renato Franco, Corriere della Sera 06/05/2010)
Quest’anno la Casa Bianca ha spostato il discorso sullo Stato dell’Unione di Barack Obama previsto per 2 febbraio, perché sarebbe coinciso con la prima puntata dell’ultima serie di Lost. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs aveva rilasciato una nota: «Tranquilli, non posso prevedere uno scenario in cui milioni di persone che sperano di avere finalmente qualche soluzione su Lost vengano ostacolati dal presidente». (Luca Mastrantonio, Il Riformista 2/2/2010)
George Lucas, creatore di Guerre Stellari, si è complimentato per il modo in cui gli sceneggiatori sono riusciti a creare attese e suspance grazie ad un gioco di flashback: «Non penso di essere il solo a dire che non sono mai riuscito a vedere che cosa c’era dietro l’angolo. Adesso che la fine si avvicina colpisce vedere quanto tutto era stato preparato in anticipo». (Angelo Aquaro, la Repubblica 20/05/2010).
LA CRITICA:
Aldo Grasso: «Riassunto delle stagioni precedenti: ”Un aereo cade su un’ isola all’ apparenza deserta e i sopravvissuti scoprono che non è abbandonata come sembra, ma che un tempo era il centro di un progetto scientifico denominato Dharma. Gli scienziati legati a questa iniziativa sono stati uccisi dai nativi che si sono impossessati dei loro centri di ricerca. A causa di una misteriosa forza elettromagnetica l’ isola si può muovere nel tempo e nello spazio: è stato proprio questo campo magnetico a causare lo schianto dell’ aereo. Alcuni tra i sopravvissuti riescono a lasciare l’ isola...”. Forse è meglio smetterla qui con il riassunto, perché - questo il principio fondamentale di Lost - è impossibile riassumere. La sesta stagione della serie più temeraria della storia della tv ripropone i suoi capisaldi teorici sotto forma di sistema narrativo. Lost sembra infatti fondarsi su una scrittura circolare, a tela di ragno (’Il tempo stesso sembra essere un circolo”, Aristotele): le situazioni si ripropongono, i protagonisti ripetono più volte il viaggio, le storie si offrono non solo a più livelli di riscrittura, ma come se fossero riflesse in uno specchio. Lost sembra contraddire la linearità del tempo, il pensiero sequenziale basato sul rapporto causa ed effetto» (Aldo Grasso, Corriere della Sera 12/02/2010).
Luca Mastrantonio: «Simultanea, atemporale, corale, etica ed epica. Una frontiera per certi versi antica, perché le tecniche narrative di Lost, per esempio, le più innovative, sono in realtà simili a quelle dell’epica classica, ma rivisitata in modo da risultare avanguardia. [...] Lost è un giallo collettivo, un giallo di quelli analizzati da Northrop Frye, per cui il giallo è un dramma rituale in cui giochiamo al sacrificio umano, analisi sviluppata da Guido Vitiello nel saggio sulla detective story La commedia dell’innocenza (Sossella editore). Come ogni organismo narrativo a chiave, Lost non può tollerare che qualcuno possa svelarne il finale». (Luca Mastrantonio, Il Riformista 2/2/2010)
«C’è del genio – o forse è solo mestiere – in J.J. Abrams, creatore e autore della serie, nell’aver usato congiuntamente due tipici archetipi narrativi del giallo e del thriller tanto cari ad Agatha Christie, ovvero quelli del viaggio e dell’isola sperduta. Il risultato è un format a metà tra ”Assassinio sull’Orient Express” e ”Dieci Piccoli Indiani” con l’aggiunta dei misteri soprannaturali di ”X-Files”, il tutto trasportato nell’isola di ”Cast Away”. Il cast è ricco di personaggi e ognuno avrà sicuramente il suo preferito: c’è il medico coraggioso, la ladra affascinante, la rockstar tossica, il bel tenebroso, la ragazzina viziata, l’ex soldato iracheno e la giovane donna incinta, nessuno manca all’appello» (Michele Boroni,
Il Foglio 10/01/2006).
Simone Regazzoni ha dedicato a Lost un saggio: ”La filosofia di Lost” (Ponte alle Grazie editore, 2009). Scrive Regazzoni: «La natura filosofica di Lost non si esaurisce nel gioco dei nomi di famosi filosofi attribuiti ai personaggi (Locke, Rousseau, Hume, Bentham) o in quello di qualche filosofo esplicitamente citato (Nietzsche)... Piuttosto occorre dire che la filosofia lavora al cuore di tenebra di Lost nella forma di una serie di questioni fondamentali: Che cos’ è un isola? Che cosa significa sopravvivere? Esiste il mondo esterno o è una mera illusione? Che cos’ è la verità? Che cosa significa con-vivere? Qual è il rapporto fra fiction e real life?». (Aldo Grasso, Corriere della Sera 08/04/2010)