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 2010  maggio 22 Sabato calendario

IL COMPUTER DI ZAMPOLINI SCRIGNO SEGRETO PER I MAGISTRATI

La mattinata, nella procura perugina, trascorre con un incontro tra i vertici romani della Guardia di Finanza e i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. Molti i temi sul tavolo, a cominciare dalle modalità di coordinamento per le indagini, ma uno prevale su tutti: il contenuto dei computer dell’a rchitetto Angelo Zampolini. L’uomo chiave dell’i n ch i esta – nonostante non stia collaborando, ma semplicemente offrendo riscontri rispetto a fatti evidenti – resta sempre lui. La Guardia di Finanza ha iniziato gli accertamenti sugli hard disk dell’architetto che, secondo gli investigatori, potrebbero contenere ulteriori, importanti elementi utili all’indagine sulla ”cricca” che gestiva gli appalti per il ”G8” per conto della Protezione civile. L’apporto di Zampolini resta fondamentale. Da un lato per ciò che ha ammesso su cinque delle 15 operazioni sospette alle quali è legato il suo nome: parliamo dei giri d’assegni connessi agli acquisti di una casa per Scajola, due appartamenti per la famiglia del generale della Gdf Francesco Pittorru, l’immobile della famiglia di Angelo Balducci e quello di Alberto Donati, genero di Ettore Incalza, consulente del ministero retto da Altero Matteoli. Dall’altro, la figura di Zampolini, resta importante anche per ciò che – pur non ammettendo – non ha negato. Nei due interrogatori, infatti, la procura ha sventagliato una serie di circostanze – legate all’enorme mole di documenti sequestrati a Diego Anemone e ad altre varie risultanze d’inda gine – che portano l’i n ch i e s t a verso il ministro Altero Matteoli e gli ex ministri Claudio Scajola e Pietro Lunardi. Zampolini non ha offerto riscontri, ma non ha negato nulla, e quindi la procura proseguirà nei propri accertamenti. Ulteriori accertamenti – non riconducibili a all’interrogatorio di Zampolini - riguardano anche il ministro Sandro Bondi. Nessuno dei quattro – come ha già precisato ieri il Fatto Quotidiano – risulta indagato. Ma la giornata di ieri è stata comunque scandita dai comunicati dei ministri Bondi e Matteoli, che negano qualsiasi coinvolgimento nelle inda gini. ”Sapevo di vivere in un paese barbaro e incivile, almeno per le persone oneste, ma non fino a questo punto” ha commentato il ministro dei Beni culturali annunciando querele. Querela annunciata anche da Matteoli che ha dichiarato: ”Non ho, né mai ho avuto, conti aperti né disponibilità in banche estere, tantometantomeno in filiali di banche italiane operanti in Lussemburgo – ha detto il titolare delle Infrastrutture – Non possono dunque esistere operazioni bancarie direttamente o indirettamente a me riconducibili, ovvero a persone a me collegate”. Il Fatto Quotidiano non ha mai riferito di operazioni bancarie, in filiali estere, riconducibili al ministro Matteoli. La cronaca registra due fatti. Il primo. L’esistenza di quindici operazioni sospette legate ad Angelo Zampolini, l’uomo che portò gli 80 assegni da 900 mila euro per l’acquisto di casa Scajola, delle quali, soltanto cinque, sono state confermate come operazioni immobiliari. Ne restano dieci tutte da verificare sulle quali, la procura di Perugia, sta inda gando. Il secondo. I pm perugini, in collaborazione con la Procura di Perugia, ha avviato una rogatoria in Lussemburgo per controllare alcuni conti legati ad Anemone e alla ”cr icca”. Nessun riferimento quindi a Matteoli né, tanto meno, a dichiarazioni su Bondi effettuate da Zampolini. L’avvocato difensore di Angelo Zampolini, Grazia Volo, ha tuttavia inviato una nota alle agenzie di stampa: ”A nome di Zampolini intendo precisare che le notizie uscite su Il Fatto Quotidiano, Libero e il Secolo XIX non corrispondono a realtà. Angelo Zampolini non è stato neanche interrogato su questioni relative ai ministri Matteoli e Bondi. Quindi non poteva fornire risposte a domande che non gli sono state fatte”. L’avvocato Volo ha precisato che a Zampolini è stato chiesto se ”avesse fatto la Dia”, per i lavori di ristrutturazione di un immobile dell’ex ministro Pietro Lunardi e lui ha risposto di ”averla sottoscritta, ma di non aver seguito i lavori”. Per quanto risulta al Fatto Quotidiano, sul ministro Altero Matteoli, la procura avverte l’esigenza di effettuare degli accertamenti, come nel caso di Bondi, Scajola e Lunardi, sulla base di una lunga serie di risultanze documentali, rinvenute nel materiale d’indagine legato all’imprenditore Diego Anemone. Elementi incrociati sui quali i pm si stanno concentrando in queste ore, non solo alla luce di quanto Zampolini non ha negato nel corso dei suoi due interrogatori, ma anche sulla base di precedenti interrogatori svolti con altri testi.