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 2010  maggio 21 Venerdì calendario

UNA NUOVA FORMA VITALE

Per la prima volta una cellula ”sintetica” è stata costruita in laboratorio nel Craig Venter Institute di Rockville dal gruppo coordinato da Daniel Gibson che ha aperto una nuova pagina della vita e sovvertito il tradizionale significato di natura. Venter è ormai ben noto per essere stato il primo a sequenziare il genoma umano, vale a dire a descrivere le informazioni genetiche che sono alla base della nostra natura biologica. In seguito, sempre Venter aveva costruito un Dna sintetico per poi passare nel 2009 a un mirabolante trapianto di genoma da un batterio all’altro.
Ma ora il ricercatore che ha suscitato polemiche, dibattiti e anche invidie ha creato qualcosa che non c’era prima: un batterio dotato di un genoma artificiale, il Mycoplasma mycoides Jcvi-syn1.0 dove syn sta per sintetico. Per raggiungere questo traguardo ha combinato le strategie che aveva perseguito precedentemente: ha operato un trapianto di nucleo in un batterio, con la differenza che il nucleo trapiantato non proveniva da un altro batterio ma è stato sintetizzato artificialmente. noto che le cellule sono costituite da un guscio, la membrana, che racchiude diversi importanti organelli e, al suo centro, il nucleo, un lunghissimo filamento di Dna in cui sono racchiuse le informazioni che sono alla base della vita cellulare e di quella degli organismi. Venter e il gruppo di ricercatori che lavorano nel suo istituto non ha costruito per intero una cellula batterica ma ha sintetizzato il suo nucleo grazie a macchine sempre più veloci e potenti. Per arrivare a questo traguardo ha fatto a pezzetti le sequenze di basi o ”lettere” che formano il codice genetico di un batterio, poi le ha assemblate fino a creare un genoma di oltre un milione di paia di basi. Il fatto nuovo consiste nel fatto che il genoma batterico costruito in laboratorio non corrisponde a quello naturale in quanto vi sono state aggiunte nuove sequenze, ”parole” che non esistono nel batterio originario. stata cioè prodotta una nuova forma vitale, in grado di moltiplicarsi e trasmettere le sue nuove caratteristiche alle generazioni future. Il risultato, appena pubblicato sulla rivista Science, apre indubbiamente una nuova frontiera, sia nell’ambito della filosofia, sia in quello della biologia. Il limite tra naturale e artificiale si sta infatti sempre più assottigliando. Certo, si potrà dire che parte della cellula batterica appena creata ha un’origine naturale: ma le informazioni genetiche sono totalmente ”artificiali”. In futuro sarà possibile costruire tutta la cellula, ora si aprono nuove strade applicative: la possibilità di costruire in laboratorio cellule batteriche dischiude nuove strategie per produrre microrganismi in grado di sintetizzare medicinali, di svolgere un ruolo anti-inquinamento, ad esempio demolendo idrocarburi o materie plastiche. I non addetti ai lavori temeranno che venga percorsa una strada ”alla Frankenstein”, che qualcosa possa sfuggire di mano ai biologi: ma qui parliamo di microrganismi in grado di potenziare le nostre capacità tecnologiche. Mai come oggi la natura e la vita ci appaiono in una dimensione nuova, plasmabili, se vogliamo, in senso positivo.