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 2010  maggio 22 Sabato calendario

TataLuciaRizzi Lucia

• TATA LUCIA (Rizzi Lucia) Milano 15 febbraio 1942 • «Frequentando persone normali, tolleranti, curiose del mondo (ne esistono ancora) capita di sentir dire loro che tra le poche cose che guardano in tv c’è Sos Tata. Su La7 (su FoxLife per il satellite) vive e quasi prospera ancora il programma lanciato in maniera più o meno spericolata nel cuore delle famiglie italiane dotate di figli piccoli e turbolenti. Basta superare quel minimo di raccapriccio che arriva dopo aver scoperto che si tratta di una cosa chiamata ”Real-tainment”, perversione pura ad uso e consumo dei tarantolati di tv moderna. Il metodo di Sos Tata è sempre quello di ricostruire a posteriori piccole storie nobili ma faticose, in famiglia. Alle tate il compito di suggerire saggezza: e su tutte la figura dell’energica Tata Lucia ormai travalica la questione bimbi. Bisognerebbe affidarle compiti più poderosi, tipo la direzione generale della Rai. Una che convince decisa e sa anche commuovere, Tata Lucia, dice cose del genere ”Non cambiate orientamento, se è sì è sì, se è no è no” [...]» (Antonio Dipollina, ”la Repubblica” 22/5/2010) • «[...] avendo già cresciuto tre figli suoi [...] s’è messa ad allevare quelli degli altri, dando corpo a una figura inedita, la babysitter catodica, e soluzione a un problema antico, la cronica inettitudine di padri e madri nell’educazione della prole. nato così Sos tata [...] Sono le stesse famiglie a scrivere a Fox Life per invocare l’aiuto a domicilio della tata, un po’ Mary Poppins e un po’ Ethan Hunt, visto che Lucia Rizzi, come l’agente della Cia interpretato da Tom Cruise, s’è data una ”mission impossible”: trasformare nel giro di una settimana delle piccoli pesti in bambini docili e obbedienti o, per meglio dire, trasformare dei genitori stressati dalla cronica mancanza di tempo e pazienza in persone capaci di comunicare con i loro bambini. [...] Ma lei è nata bambinaia? ”No. Sono stata segretaria del direttore tecnico del Corriere della Sera ai tempi degli editori Crespi e poi traduttrice e interprete. Però ho il diploma di maestra e quello dell’high school conseguito negli Stati Uniti e ho insegnato per 27 anni italiano a ragazzi provenienti da 50 Paesi in una scuola internazionale [...] Mi sono trovata ad avere un alunno di 5 anni affetto da Adhd, attention deficit hyperactivity disorder, cioè un disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività. I bambini che ne soffrono, pur dotati di un’intelligenza molto brillante, non riescono ad approdare ad alcun risultato, perché manca in loro la struttura logica. Solo che questo alunno con me imparava, con tutti gli altri insegnanti no. I suoi genitori mi hanno chiesto se ero interessata a conoscere il neuropsichiatra infantile di New York che lo aveva in cura. Ho accettato. Quando sono arrivata nel suo studio, al 29° piano di un grattacielo di Manhattan, il luminare mi ha detto: ”Provi a far lezione nel suo solito modo, come se il bambino fosse qui’ [...] Gli ho tenuto una lezione in italiano, ma senza capire il motivo di quella richiesta, visto che lui non parla la nostra lingua. Alla fine ha esclamato: ”Ma certo che lei in classe funziona! Mentre spiega, offre continui stimoli che rifocalizzano l’attenzione sugli argomenti’. Per farla breve: ero arrivata fino ai 50 anni senza sapere d’aver sempre sofferto anch’io di un disturbo dell’attenzione. Infatti sono iperattiva e per non smarrire la concentrazione ho bisogno di frequenti segnali che coinvolgano tutti i cinque sensi [...] Il neuropsichiatra di New York mi ha spiegato che a Irvine, presso la University of California, vi è un Child development center dove si studia l’Adhd e funziona una scuola elementare per i bambini che ne sono colpiti. Ho telefonato. Tre minuti dopo mi hanno passato il preside: ”Venga a vedere che cosa facciamo’, mi ha detto. Finito l’anno scolastico in Italia, sono andata. E da allora ci torno ogni estate per due mesi. lì che ho imparato ad allevare bambini felici e di successo [...]» (Stefano Lorenzetto, ”Il Giornale” 13/11/2005).