Antonio Dini, Il Sole-24 Ore 21/5/2010;, 21 maggio 2010
ADDIO A SHEPHERD-BARRON, IL «PADRE DEL BANCOMAT»
L’idea gli era venuta nella vasca da bagno, pensando alle macchine automatiche per distribuire cioccolatini: fu così che a metà anni Sessanta nacque il bancomat. Si è appreso solo ieri che la scorsa settimana è scomparso all’età di 84 anni John Shepherd-Barron, scozzese doc, uno dei padri dell’Atm (automatic teller machine), conosciuto nel nostro paese con la felice espressione "bancomat".
Perché ad avere avuto l’idea di creare un apparecchio che potesse distribuire in maniera sicura e solo ai legittimi destinatari somme di denaro concordate con la banca anche a sportelli chiusi in realtà erano stati in parecchi. Sia in Europa, dove i britannici capitanati dalla Barclays Bank ottennero nel 1967 il primato di aver installato il primo bancomat a Londra-Enfield (il primo cliente fu una star televisiva, Reg Varney) grazie a Shephered-Barron, che gli americani e i giapponesi. A New York erano stati sperimentati anni prima degli apparecchi chiamati Bankograph per conto della City Bank of New York grazie all’ingegno di Luther George Simjian, mentre i giapponesi avevano costruito nei primi anni sessanta uno strumentoautomatico per la distribuzione di denaro, basato però su carta di credito e che quindi non aveva accesso diretto al conto del cliente.
Il bancomat progettato per conto della De La Rue Instruments da Shepherd-Barron fu invece innovativo proprio perché consentiva di mettere in rete lo sportello automatico con il sistema informativo della banca e quindi di poter verificare in tempo reale la effettiva disponibilità dei clienti, erogando in prima battuta solo una banconota da 10 sterline per volta. Infatti non esistevano ancora le tessere magnetiche in plastica, e Shepherd-Barron utilizzava come primi "bancomat" degli assegni dal valore prefissato e trattati in maniera da essere leggermente radioattivi, così da poter attivare il macchinario e richiedere l’inserimento del Pin, il codice utente.
Quest’ultimo era stato originariamente pensato da Shepherd- Barron su sei cifre, ma la moglie Carolina insistette per ridurle a quattro, dato che temeva di non riuscire a ricordare numeri più lunghi. E così quattro cifre furono. Fu però James Goodfellow, anche lui scozzese, a brevettare la moderna tecnologia di utilizzo del Pin su un modello di apparecchio bancomat commercializzato dopo quello di Shepherd-Barron, mentre quest’ultimo non ebbe mai alcun diritto economico dal suo lavoro svolto sul bancomat.
Shepehered-Barron non è però rimasto un eroe sconosciuto.
Un riconoscimento di paternità gli venne da parte della Regina, che gli conferì nel 2005 l’onorificenza dell’Ordine dell’Impero Britannico, e dalla Atm Industry Association, che lo insignì di un premio alla carriera.
Oggi il bancomat, con quasi due milioni di macchine installate nel mondo, rimane il sistema tecnologico più diffuso per la distribuzione del denaro contante. Ma i servizi che passano attraverso queste macchine spaziano dall’erogazione di soldi ad operazioni sempre più complesse sia di pagamento che sul proprio conto corrente. Sono i grandi circuiti internazionali a rendere interoperabili in tempo reale gli sportelli delle singole banche nei diversi paesi.
In Italia, il primo sportello bancomat venne aperto nel 1976 dalla Cassa di Risparmio di Ferrara.