Giovanni Caprara, Corriere della Sera 21/05/2010, 21 maggio 2010
EMISSIONI RIDOTTE DEL 75 PER CENTO. IL JET VERDE FINANZIATO DALLA NASA
Nel 2035 il traffico aereo raddoppierà secondo le stime dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile. Oggi volano 93 mila aerei di linea al giorno (dato del Politecnico di Zurigo) e nel 2009 la Iata, l’associazione delle compagnie aeree, ha fatto viaggiare 2 miliardi e 200 milioni di passeggeri. «Pensando al raddoppio delle cifre gli aeroplani necessitano di un cambiamento radicale rispetto agli attuali che non potrebbero mai rispondere alla nuova domanda» sottolinea Ed Greitzer alla guida del team del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Cambridge che ha elaborato l’identikit dei nuovi «jet verdi» sui quali voleremo.
Due i disegni realizzati che promettono la conquista di due record: il taglio del 70 per cento dei consumi e una riduzione del 75 per cento delle emissioni di gas inquinanti. Questa era infatti la condizione da soddisfare stabilita dalla Nasa, la quale ha finanziato la prima fase della ricerca con 2,1 milioni di dollari.
Il contratto riguardava anche Boeing, General Electric Aviation e Northrop Grumman comprendendo l’esame di un velivolo supersonico non ancora definito. Il Mit assieme al motorista Pratt & Whitney e Aurora Flight Science dovevano occuparsi degli aerei più usuali, di maggior impiego, dai quali nasce il grande traffico. Così sono usciti i nuovi modelli battezzati «serie D» e «serie H».
«Negli ultimi cinquant’anni le automobili sono cambiate profondamente – nota Greitzer’ invece gli aeroplani sono rimasti sempre gli stessi: un tubo con due ali alle quali sono aggrappati imotori». La «serie D» a medio raggio, la più interessante dal punto di vista commerciale perché è pensata per sostituire gli attuali Boeing B-737 da 180 passeggeri con due file di poltrone e un solo corridoio, ha una fusoliera «a doppia bolla» nata dalla fusione di due cilindri. Per arrivare agli obiettivi stabiliti si è agito, dunque, modificando il disegno e quindi l’aerodinamica riducendo la resistenza nei confronti dell’aria. Ciò consente di installare nuovi motori meno potenti ma soprattutto meno inquinanti sia nelle emissioni gassose (ossidi di azoto ecc.) sia nel rumore. Inoltre, invece del tradizionale cherosene bruceranno i biocombustibili già in corso di sperimentazione nelle forze armate americane e in alcune compagnie civili.
L’altra qualità sarà la super leggerezza perché si farà massiccio impiego delle fibre di carbonio appena entrare nelle grandi strutture della tecnologia aeronautica (ad esempio nel Boeing B-787 Dreamliner in collaudo). E pure le ali appariranno ben diverse, sottilissime, con profili supercritici, capaci cioè di sfruttare al meglio l’effetto di portanza che sostiene la macchina.
I velivoli della «serie D» saranno meno veloci del 10 per cento rispetto al loro predecessore Boeing B-737, ma il maggior tempo richiesto per il viaggio sarà recuperato nelle operazioni sbarco ed imbarco più rapide per la diversa concezione dell’aeroplano.
La «serie H» (da Hybrid Wing Body) è pensata per le lunghe rotte, ha una taglia maggiore trasportando 350 passeggeri e impressiona per la forma a grande ala triangolare senza coda derivata dall’attuale bombardiere invisibile B-2. In entrambi i modelli si vedono i motori nascosti nella parte posteriore proprio per ridurre la resistenza che genererebbero se fossero invece appesi sotto le ali.
«Il progetto del Mit è molto interessante – nota Carl Burleson, direttore della Federal Aviation Agency Office of Environment and Energy – sia per i risultati ambientali sia perché non richiede cambiamenti nelle strutture degli aeroporti, a differenza di altri studi presentati». Se invece di far ricorso del tutto alle nuove tecnologie al carbonio e, per accelerare i tempi di impiego, si useranno alcune leghe metalliche’ precisano gli ingegneri del Mit – i consumi e le emissioni saranno più contenuti, intorno al 50 per cento rispetto a oggi.
Nei prossimi mesi la Nasa valuterà il progetto per decidere il via al suo approfondimento e volare verso la realizzazione. La nuova amministrazione Obama ha infatti chiesto all’ente aerospaziale un’accelerazione nello studio dei nuovi jet, di nuova tecnologia, più rispettosi dell’ambiente e maggiormente concorrenti sul mercato.
Giovanni Caprara