Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 20 Giovedì calendario

I FAN DI SANTORO SI RIBELLANO SUL WEB

In fondo è sempre lo stesso copione da anni. Grandi uscite e ancor più grandi buonuscite, seguite da rientri, polemiche e clamori. E, quindi, chi racconta il «day after» di Michele Santoro dopo l’annuncio della fine della stagione di «Annozero» e anche del suo rapporto da dipendente in Rai, lo fa sottolineando che si è trattato di un mercoledì come gli altri.
La stagione si concluderà il 10 giugno e si attende la firma dell’intesa raggiunta due giorni fa con la Rai per avere spiegazioni ufficiali sui motivi del suo gesto.
Per il momento il conduttore ha affidato ad una nota innanzitutto il rammarico di aver visto divulgare la notizia. «Avrei preferito che solo ad accordo sottoscritto se ne fosse data notizia, anche per concludere serenamente una stagione televisiva caratterizzata da straordinari risultati». Ma questo non toglie, anzi aumenta la soddisfazione per l’intesa con la Rai, che potrà «consentire di sperimentare nuovi formati televisivi». Le docu-fiction ma probabilmente anche altro, i progetti sono molti, la trattativa per la collaborazione biennale con l’azienda ancora da definire. Progetti nei quali Santoro potrebbe coinvolgere qualcuno della squadra di Annozero.
Il centro delle polemiche però è un altro, la cifra dell’accordo: un contratto di collaborazione di 24 mesi con due annualità di buonuscita (due milioni di euro), dieci docu-fiction in prima serata e due miniserie Tv da 1 milione e duecento euro l’una, per un totale di circa 16 milioni di euro. Di fronte a questi numeri non solo gli storici nemici del conduttore televisivo, anche quelli che ascoltano ogni sua trasmissione si sono ribellati. Dissenso, sgomento, confusione: sono questi infatti i sentimenti ricorrenti che gli amici di Santoro affidano lanciano sulla pagina ufficiale di Annozero e su quella di Sandro Ruotolo su Facebook.
A tutti Santoro ha promesso che parlerà dopo la firma dell’accordo. Non sarà imminente ma soltanto allora spiegherà con esattezza i termini dell’intesa e anche il suo futuro professionale convinto come afferma di essere, «di aver agito ancora una volta nell’interesse del pubblico».
Ma per il presidente della commissione Vigilanza, Sergio Zavoli, quella della buonuscita è una questione di fronte alla quale alcuni «colleghi si chiederanno come uno di loro, uno dei più bravi, abbia potuto chiudere la sua partita con l’azienda». La Commissione affronta proprio il tema della trasparenza dei compensi, voluto da Pdl e Lega e sul quale Zavoli chiede tempo.
Commenta Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza: se la trasparenza dei compensi fosse stata applicata in passato si sarebbe potuta «evitare l’ipocrisia dello stupore sul trattamento economico di Michele Santoro che ha annunciato di lasciare la Rai in cambio di uno scivoletto milionario e di un promesso contratto di consulenza altrettanto pesante».
Dubbi anche da Pd e Udc. Giorgio Merlo, vicepresidente della Vigilanza, parla di «pagina buia e triste per la credibilità dell’azienda», l’Idv di «immoralità», Roberto Rao, capogruppo Udc, di «violazione del portafoglio dei contribuenti». E anche da parte dei giornalisti le reazioni non sono positive. «La soluzione del caso Santoro è quantomeno imbarazzante», dicono il presidente dell’associazione Lettera22.info, Paolo Corsini, e il consigliere Fnsi, Luigi Monfredi. E aggiungono: «In un contesto di crisi economica, nazionale e aziendale, e alla vigilia di un piano industriale Rai, che preannuncia ”lacrime e sangue” (si parla di almeno 800 esuberi), l’azienda non trova di meglio che staccare un assegno a 6 zeri per l’ex ”tribuno della plebe”, Michele Santoro».