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 2010  maggio 21 Venerdì calendario

Il Giallosvezia Il caso Era il 2004, c’ era la Fiera di Francoforte «Lì sentimmo parlare di un autore straordinario» Il fenomeno Per i tre romanzi l’ editore sborsò 37 mila euro: allora era uno sproposito per noi Quanto costava Stieg Larsson Grazie a Mankell e agli altri gli italiani hanno scoperto l’ attualità di un genere antico Cesare De Michelis e il noir nordico: ha rivoluzionato il destino di Marsilio N el 2011 la casa editrice Marsilio compirà cinquant’ anni

Il Giallosvezia Il caso Era il 2004, c’ era la Fiera di Francoforte «Lì sentimmo parlare di un autore straordinario» Il fenomeno Per i tre romanzi l’ editore sborsò 37 mila euro: allora era uno sproposito per noi Quanto costava Stieg Larsson Grazie a Mankell e agli altri gli italiani hanno scoperto l’ attualità di un genere antico Cesare De Michelis e il noir nordico: ha rivoluzionato il destino di Marsilio N el 2011 la casa editrice Marsilio compirà cinquant’ anni. Attività culturale di lungo corso, il cui debutto fu di uno snobismo esemplare. «Facevamo libri perché era utile e necessario, senza alcun interesse realmente commerciale», ricorda Cesare De Michelis, abbracciando con lo sguardo la sua Venezia, dalle Zattere, in una mattinata di vento. Sorride, quasi beffardo, e insiste: «Fu un inizio assolutamente militante. Eravamo un gruppo di amici, neolaureati, che spingevano saggi di sociologia, architettura, cinema, psicologia». Il professore/editore, quindi, cala l’ asso: «C’ è voluto mezzo secolo per sentirmi finalmente arrivato. Con un genere di pubblicazioni che, allora, mi avrebbero fatto inorridire. Comunque, è una sensazione piacevolissima». Si chiama Stieg Larsson, l’ autore che ha stravolto la dignitosa routine di una casa editrice, certamente importante, apprezzata, ma con un bilancio (economico) non pirotecnico. Nel 2009, l’ anno della crisi, con i bestseller della «Millennium Trilogy», Marsilio (che dal 2000 fa parte del Gruppo Rcs Libri) ha triplicato il fatturato. Le avventure del giornalista-investigatore Mikael Blomkvist e dell’ irresistibile hacker Lisbeth Salander, spalmate in tre avvincenti romanzi (Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava sul fuoco, La regina dei castelli di carta), hanno venduto circa due milioni e mezzo di copie. Successo annunciato? Non proprio. Larsson, giornalista d’ inchiesta, impegnato a denunciare il neonazismo in Svezia e le sue coperture nelle alte sfere, era ancora vivo quando Francesca Varotto, preziosa collaboratrice di Marsilio, nell’ ottobre del 2004, alla Fiera di Francoforte, sentì raccontare da un agente della Norstedt, solida casa editrice di Stoccolma, di un nuovo autore, straordinario, ancora inedito. Cinquantenne, Larsson morirà, poco dopo, d’ infarto. «Il primo dicembre 2005 firmammo il contratto - racconta De Michelis -. Comprammo in blocco i tre manoscritti, da tradurre e pubblicare, diluiti nel tempo, per 37 mila euro. Una cifra spropositata, considerando i nostri standard. Va da sé che ora non la penso più così». «D’ altronde - riflette - la fortuna di un libro si gioca come alla roulette. Se un editore sapesse in anticipo quali sono i libri di successo non pubblicherebbe gli altri». Eppure, alle spalle del fenomeno Larsson, prima del colpaccio editoriale, c’ è un lavoro propedeutico, un filo rosso, anzi giallo, che si dipana nel corso di una dozzina d’ anni, attraverso altre pubblicazioni di altri autori, connazionali dello scrittore di «Millennium». Il giacimento, la vena narrativa, infatti, conduce alla Svezia. E l’ avventura di Marsilio comincia, quasi per caso, con Henning Mankell. «Lo intercettai, già affermato in patria ed emergente in Germania, acquistato da Hanser. Anche il fatto che fosse genero di Ingmar Bergmann, mi sembrò un buon biglietto da visita - spiega De Michelis -. Affidata la traduzione a Giorgio Puleo, partimmo nel ’ 98 con La falsa pista. Negli anni successivi, uscirono altri volumi della serie, con protagonista il commissario Wallander. Che conquistò numerosi e fedeli lettori. Fu la scoperta per loro di un genere antico e nuovo. Le trame erano intrise di violenze, omicidi, intrighi e misteri; ma si coglievano anche le tensioni di una società moderna, in trasformazione, permeata da corruzione, decadente». Mentre i libri di Mankell si avviavano a diventare longseller, all’ orizzonte si profilavano altri autori. Nacque così il marchio Giallosvezia. E la Marsilio editori diventò in Italia il punto di riferimento fondamentale della scuola del giallo svedese, affermata come una delle più significative e vitali del mondo. Gli scrittori di thriller e polizieschi di quest’ area del Nord Europa s’ impongono sul mercato internazionale, scalano le classifiche. Sicché, dopo Henning Mankell (un milione di copie vendute nel nostro Paese), nella scuderia della casa editrice veneziana («non solo a Milano ma anche in Laguna si può fare boom», nota, orgoglioso, De Michelis), entrano Leif Persson, Arne Dahl, Asa Larsson, John Ajvide Lindqvist (definito lo «Stephen King svedese»), Kjell Eriksson, Liza Marklund. «Il giallo che viene dalla Svezia rappresenta la coscienza morale dell’ Europa, una delle poche forme di letteratura che affronta domande di carattere morale, politico, sociale, ponendosi interrogativi sulla complessità della società globalizzata», si sottolineava nel volumetto di presentazione della serie Giallosvezia, una sorta di catalogo ragionato sugli autori, diffuso da Marsilio in 100 mila copie. Qui, tra gli altri, veniva segnalato Stieg Larsson con il suo primo libro della trilogia Uomini che odiano le donne, quale novità del novembre 2007. «L’ autore prometteva bene poiché era già un caso internazionale - dice De Michelis -. La nostra prima tiratura fu di 14 mila copie. E mentre in Francia si attestava ai primi posti delle classifiche, noi facevamo le prime ristampe. Poi vennero gli altri due libri e fu un rincorrersi di copie vendute. Mentre la visibilità dei volumi diventava fortissima, nelle librerie ma soprattutto sui banchi dei centri commerciali». Cesare De Michelis, editore/lettore onnivoro (in casa sua, ha una biblioteca di 60 mila volumi), oggi sostenitore dell’ editoria di confine («basso e alto convivono, spesso si mischiano»), racconta di aver amato intensamente Ippolito Nievo, di non sopportare Macchiavelli, di aver letto quasi tutto Muratori. E Larsson? «Per un anno ho lasciato perdere - ammette -. L’ estate scorsa, ho letto i tre volumi e, anche se personalmente non amo molto i gialli, mi sono reso conto che si tratta di una lettura appassionante. Con gli ingredienti giusti per piacere sia agli uomini che alle donne». RIPRODUZIONE RISERVATA Fumagalli Marisa, corriere della sera, 19.5.10