Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 20 Giovedì calendario

DAL FORO ITALICO ALLA NUOVA FIERA I GIOCHI SFIDANO ANCHE I SOSPETTI

«Da oggi possiamo tornare a usare la bandiera olimpica del 1960». Lo dicono gli uomini di Gianni Alemanno e il sindaco di Roma ricorda, con la governatrice del Lazio, Renata Polverini, che come le prime Olimpiadi televisive furono quelle che innescarono il boom economico italiano, «i Giochi del 2020 saranno quelli della svolta, il rilancio dell´economia globale del paese». S´immagina un investimento da 13 miliardi di euro, questa volta. Un miliardo e mezzo pubblico, il resto già stanziato o da trovare fra i privati. E´ ancora tutto da pianificare, in verità: il volano e quello che dovrebbe venire dietro. E´ vero che, però, il sindaco di Roma - città privilegiata dal Coni dal primo minuto della sua candidatura - ha tirato dentro poteri forti del paese (le Ferrovie e la Rai, Caltagirone e Bulgari) e chiede alla "wishing city" di diventare "host", città ospitante, rendendo la corsa un fatto nazionale. Inizierà scegliendo un presidente del comitato promotore «non romano». Alemanno sta pensando a Paolo Scaroni, presidente dell´Eni, consigliere di amministrazione delle Generali, piccolo azionista del Milan.
Ma la sorte della candidatura di Roma nel difficile mondo olimpico si gioca tutta dentro la capacità di tagliare con i grandi eventi del passato – remoto e molto prossimo -. Questo conta molto più che l´unità nazionale: Veltroni e Rutelli, per dire l´opposizione, si stanno già spendendo. Roma ´60, la straordinaria e leggendaria Roma ´60, fu magnifica ma anche uno scempio urbanistico, un sacco a favore dei rentier. E i mondiali del 1990, che a Roma aggiunsero allo stadio fuori budget un paio di stazioni mai più utilizzate, appena finiti scatenarono la magistratura. Poi ci sono stati i Mondiali di nuoto, la scorsa estate, e qui la questione s´interseca profondamente con il futuro. Nel dossier compatto di Roma - 44 impianti, 33 esistenti - diventa decisiva la "location" di Tor Vergata, ideata per quei Mondiali e dopo 300 milioni e quattro anni di lavori ancora a metà. L´archistar Calatrava l´ha rimodulata: palazzetto in un cerchio, due piscine nell´altro con la possibilità di trasformarlo in cavea rock. Attorno quattro campi da baseball per portare la Major League da noi. Alemanno ha trovato dieci milioni per non fermare tutto, ma ne servono altri trecento. Dal governo. Il prossimo appuntamento per dare un senso all´infinito cantiere sono i Mondiali di volley femminili del 2014.
Tor Vergata è stato il primo atto degli scandalosi Mondiali di nuoto - lo spreco -, poi è arrivato il Salaria Sport Village, il gargantuesco impianto approvato dalla cricca contro ogni legge ordinaria e di natura, e quell´evento è diventato la prima pietra del più grande scandalo della Seconda Repubblica. In un primo tempo gli uomini del sindaco avevano inserito il "privè" di Bertolaso costruito con i soldi di Anemone nel lavoro per le Olimpiadi, per poi toglierlo affannosamente.
La volontà di cambiare si vede, a parole. «Basta opere in emergenza», dice il sindaco di Roma. E mostra un dossier che mette al centro il risanamento del Tevere, assicura che i siti olimpici si raggiungeranno in battello. E poi si utilizzeranno tutte le energie rinnovabili possibili. Si giocherà lì la forza di una candidatura che potrebbe andare lontano: chiudere una fase, i grandi eventi come forziere della cricca, per aprire la fase di un progetto che dia sport e bella architettura al paese e una nuova pista aeroportuale come chiedono industriali e albergatori e la trasformazione del trenino che va a Viterbo in una linea metropolitana veloce e frequente. Fiumicino, ecco. Oggi il presidente di Assaeroporti, Fabrizio Palenzona, ha detto in una commissione del Senato: «Le Olimpiadi del 2020 senza aeroporti adeguati non si potranno tenere». Chiede l´innalzamento delle tariffe aeroportuali: «Se ci saranno, noi faremo gli investimenti».