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 2010  maggio 20 Giovedì calendario

ROMA RIVIVE IL SOGNO OLIMPICO VENEZIA SCONFITTA E INFURIATA

Mezzo secolo dopo Abebe Bikila, Roma sogna la sua nuova Olimpiade. Battuta, strabattuta Venezia, con il previsto coro di proteste bipartisan (Lega Nord-Pd veneto). La capitale, da ieri, è la prima città al mondo ad essersi candidata ufficialmente ai Giochi 2020. Parte in vantaggio: avrà come rivali Tokyo, Istanbul, Nuova Dehli, Doha, Praga, Rabat, Madrid. Non ci saranno gli Usa, non ci sarà Parigi, nemmeno una tedesca o una russa. Per questo Gianni Petrucci, n.1 dello sport italiano, si è sbilanciato: «Stavolta possiamo davvero farcela».
Sono passati cinquant´anni dall´Olimpiade di Roma 1960, l´unica estiva ospitata dall´Italia. La Capitale ci riprova con una premessa, che in tempi di "cricche", non è da poco: niente «strumenti di carattere urgente ed eccezionale» per la costruzione del Villaggio Olimpico e degli impianti. Ma questo, almeno ieri, non è bastato a placare la furia dei politici veneti: che attaccano duro (ma litigano anche fra di loro). La rabbia di Orsoni (Pd), sindaco di Venezia: «La solita arroganza della politica romana, il comportamento del Coni è vergognoso». Umberto Bossi, leader della Lega, ha proposto un accordo che preveda gli «sport acquatici» (il nuoto) in Laguna: bocciato subito dallo stesso Orsoni («Le gare in Canal Grande la facciamo da soli») e dall´ex sindaco Massimo Cacciari («un´idiozia»). Il ministro Sacconi, veneto, parla invece di amarezza. Parole critiche dai Verdi (Bonelli: «La cricca festeggia, meglio farle in Africa, le Olimpiadi») mentre per l´Idv è l´occasione per «fare pulizia dei furbetti romani».
Il Coni ha deciso ieri mattina («senza pressioni politiche» garantisce Petrucci) che doveva essere Roma a portare avanti la candidatura italiana. Venezia è stata demolita nel rapporto di valutazione (9,2 per Roma, 5,7 per Venezia che non ha superato nemmeno il "taglio" del Cio): la Giunta poi ha presentato, all´unanimità, solo la capitale voto (palese) del Consiglio Nazionale. Roma ha così raccolto 68 consensi, un solo no (il senatore Giuseppe Leoni, "padre fondatore" della Lega Nord con Bossi e presidente dell´Aeroclub) e un solo astenuto (Ottoni, presidente Coni di Treviso). Leoni ha tuonato nella sala d´onore del Coni con il vecchio slogan leghista: «Roma ladrona ora ci ha rubato anche le Olimpiadi». Mario Pescante (membro Cio, oltre che deputato Pdl) si è schierato apertamente con la capitale, e con lui anche Barbaro (Pdl) e Franco Carraro. Nel pomeriggio, tutti, guidati da Gianni Petrucci e Lello Pagnozzi, sono andati in processione a Palazzo Chigi da Gianni Letta. Il governo è sempre stato, garantiscono fonti Coni, a favore della candidatura di Roma e Letta adesso farà avere il dossier a Berlusconi. Troppo fragile la candidatura di Venezia, suggestiva ma con lacune che mai il Cio avrebbe potuto accettare. Impietosa, forse anche troppo, è stata la valutazione tecnica della commissione dei 10 saggi, guidata da Petrucci (ed elogiata dallo stesso Letta): Roma ha sfiorato il massimo di 35 punti, mentre Venezia non ha raggiunto nemmeno i requisiti minimi, fermandosi a 20,1. A favore della città eterna le infrastrutture, la sistemazione alberghiera (4,5 contro 1,5), i trasporti (3-1), la sicurezza, l´esperienza. Venezia non aveva nemmeno previsto un Media Village mentre Roma, altrettanto ingenuamente, aveva inserito nel dossier, come sede di allenamento, il Salaria Sport Village (sarà cancellato). Totti invita «tutta l´Italia a tifare Roma». Petrucci auspica «unità» e garantisce: «Non temo il fuoco amico. Ma ai politici non rispondo, io non ho fatto nessuna pressione, né l´ho ricevuta». Ora, tre anni di lavoro: il Cio sceglierà nel luglio del 2013, a Buenos Aires. Roma è già partita, ora tocca alle altre.