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 2010  maggio 18 Martedì calendario

ALLO IOR ORA SI TEME UN AMBROSIANO 2

Al centro della vicenda, già da qualche tempo, Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, coinvolto prima sul fronte ”hard” dello scandalo, in relazione a storie di rapporti sessuali e prostituzione maschile con un corista della Cappella Giulia della basilica di San Pietro, ma ora il quadro si è ulteriormente aggravato. Il fatto è che in un primo tempo sono emersi i legami fra lo stesso Balducci – uomo chiave del sistema legato all’entourage della Protezione civile e a Diego Anemone – con mons. Francesco Camaldo, cerimoniere pontificio.
Poi c’è stato un altro passaggio importante: Balducci aveva fatto un prestito, diciamo a fondo perduto, a Camaldo per ovviare a un suo investimento immobiliare sballato. Risultato: 280mila euro sono transitati dal conto del Presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici a quello di Camaldo via Ior. E ora la magistratura si ragiona su un’ipotesi ben precisa: che cioè parte del denaro e dei conti della cricca abbiano trovato ospitalità all’interno dell’istituto vaticano. Un bel problema sia per i magistrati di Perugia e Firenze, sia, però, per la Santa Sede. Già si parla di rogatorie presso il Vaticano per poter accedere alle informazioni finanziarie necessarie a registrare e controllare i movimenti su eventuali conti riservati. Diciamo che l’inchiesta si trova davanti a un bel muro: in passato le richieste di rogatoria rivolte allo Ior non hanno avuto molta fortuna, e sembra difficile che le cose possano cambiare ora. In ogni caso la richiesta della magistratura italiana dovrà passare per il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano presieduto da Giuseppe Dalla Torre, rettore dell’università cattolica Lumsa, esperto di diritto canonico ed ecclesiastico e di diritto pubblico.
Nei Sacri palazzi si teme dunque una nuova tempesta, e il filone affaristico-finanziario non promette nulla di buono, anche perché l’ultima volta che il Vaticano fu coinvolto in uno scandalo di questo tipo si è trattato del caso Calvi-Sindona-Banco ambrosiano, insomma un’autentica bomba. Per quel che riguarda lo Ior, fra l’altro, va rilevato che l’istituto bancario vaticano si è impegnato – in un ambito più ampio - a recepire tutte le disposizioni previste dalla direttiva comunitaria antiriciclaggio risalente al 2008. La possibile svolta in materia di trasparenza è dovuta alla convezione monetaria sottoscritta tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Unione Europea che dovrà essere recepita entro il 31 dicembre del 2010. A quanto pare intenzione dello Ior, nella nuova gestione di Ettore Gotti Tedeschi, sarebbe quella di soddisfare le richieste che provengono dalle istituzioni comunitarie e quindi dalla Banca d’Italia, tuttavia trattative e contatti sono ancora in corso. La questione, d’altro canto, è emersa a seguito di una verifica compiuta dall’organismo antiriciclaggio della Banca d’Italia su un’operazione dello Ior presso UniCredit, l’episodio risale al maggio del 2009. Per questo la Banca d’Italia ha invitato gli istituti di credito del nostro Paese a rivedere le modalità operative negli scambi con lo Ior: in sostanza nessun accesso a procedure semplificate finché dal Vaticano non arriverà l’adeguamento alla normativa europea. Resta quindi il fatto che l’Italia, fino ad oggi, ha inserito lo Ior nella black-list dei Paesi a rischio in materia di riciclaggio del denaro. Va detto, però, che lo Ior ha accettato nel frattempo di fornire tutte le informazioni richieste dalle autorità op dalle banche italiane, mentre a queste ultime spetta il controllo sulle operazioni sospette.
Nel frattempo si aggrava, stando a quanto emerso fino ad ora, la posizione di mons. Camaldo, cerimoniere pontificio che spesso compare vicino al Papa nel corso di celebrazioni di rilievo. Per ora, va detto, i fatti emersi erano in parte noti, compresa la storia del prestito ricevuto da Balducci, e tuttavia, ora, la vicenda s’inquadra in un contesto assai più complesso. La questione infatti è quella dei rapporti e dei molti legami fra la struttura del gruppo Balducci-Anemone e i sacri palazzi. Sotto questo profilo viene alla luce intanto la questione dell’immenso patrimonio immobiliare della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, cioè ”Propaganda fide”; ma il filone degli appartamenti affittati a personalità di primo piano del mondo della politica, dell’informazione e dell’economa è forse solo la punta di un iceberg di intrecci e affari tutti ancora da scoprire.