Michele Serra, la Repubblica 20/05/2010, 20 maggio 2010
CORSIVI
Piccola storia di altri tempi: non saprei dire se migliori o peggiori, ma sicuramente molto diversi. Edoardo Sanguineti faceva il critico teatrale per l´Unità. Spesso toccava a me, giovane redattore delle pagine di cultura e spettacoli, passare i suoi pezzi in tipografia. La sua prosa era quanto di più ostico, irta di riferimenti per me oscuri, di paradigmi inafferrabili. L’avanguardia, si sa, non è una passeggiata.
Ero istintivamente ostile a quella che a me pareva pura lussuria intellettuale: quello era il giornale degli operai, che diamine. Un giorno, in un suo articolo, mi imbattei in un vero e proprio ordigno verbale: "parabachofeniano". Niente sapendo di Bachofen, niente potevo sapere di ciò che è bachofeniano, men che meno parabachofeniano. Indignato, sottoposi al capo delle pagine culturali, intellettuale di taglio severo, quell´ordigno sanguinetiano (e forse parasanguinetiano). Senza scomporsi, mi spiegò chi era Bachofen e perché Sanguineti lo citava. Poi aggiunse, insieme gelido e indulgente: «Quando non si sa una cosa, basta chiederla». Ho dimenticato quasi del tutto chi era Bachofen. Non ho dimenticato che quando non si sa una cosa, basta chiederla. faticoso, ma funziona.