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 2010  maggio 20 Giovedì calendario

VIETATE LE RISPRESE SENZA CONSENSO

1)
COSA CAMBIA PER I MAGISTRATI
Le intercettazioni sono possibili solo in presenza di gravi indizi e se asssolutamente indispensabili alle indagini -
Anche oggi l’intercettazione è possibile solo in presenza di gravi indizi di reato. Finora, però, quello è stato l’unico requisito per ottenere l’autorizzazione al controllo delle utenze di un indagato. La nuova legge aggiunge altri limiti: accanto ai «gravi indizi», infatti, il pm dovrà avere «specifici atti d’indagine», cioè altri elementi concreti che provino le responsabilità di chi finisce sotto controllo. E’ questa una delle norme più contestate dai magistrati, che parlano di ostacoli insormontabili alle indagini più delicate.
COSA CAMBIA PER LA STAMPA
E’ vietato dare notizie su qualsiasi atto anche non segreto fino alla fine dell’udienza
preliminare -
L’effetto del divieto è evidente: fino al rinvio a giudizio, cioè al processo, sarà impossibile per gli organi di informazione mettere il lettore al corrente delle inchieste giudiziarie fino alla loro conclusione, tanto meno rendere conto delle intercettazioni, pena il carcere e ammende salatissime. Non si potrà scrivere su casi giudiziari scottanti come quelli che coinvolgono politici e pubblici funzionari disonesti. Se la legge fosse già in vigore sarebbero state top secret le indagini sugli appalti per il G8 o sulla morte di Stefano Cucchi.
2)
COSA CAMBIA PER I MAGISTRATI
L’intercettazione sarà possibile solo con l’autorizzazione del Tribunale collegiale -
 questo un altro punto controverso che incontra le aspre critiche dei magistrati. Per ottenere l’ok all’intercettazione non basterà più il pronunciamento del gip, ma occorrerà il parere di tre giudici riuniti: un ulteriore passaggio, dicono i pm, che rallenterà le indagini. Le critiche investono anche i tempi che limitano la possibilità del controllo: 75 giorni, 30 nella prima fase più tre proroghe da 15 ciascuna. Ogni richiesta, naturalmente, dovrà essere vagliata dal tribunale del distretto competente.
COSA CAMBIA PER LA STAMPA
Niente riprese durante i processi senza il consenso di tutte le parti Vietate anche le immagini dell’aula -
Basterà il no di un perito o di un consulente chiamato a deporre durante un processo perché l’aula diventi off limits per le telecamere. Il cittadino, insomma, non potrà seguire in tv le fasi del dibattimento. Il divieto non sarà limitato solo alla ripresa del volto dell’imputato, o del testimone che chiederà la tutela della sua privacy, ma saranno rese impossibili perfino le immagini generali dell’aula di giustizia, o dell’avvocato e del pubblico ministero che porranno le domande. In altri termini, non verrà informato.
3)
COSA CAMBIA PER I MAGISTRATI
L’autorizzazione alle Camere va chiesta anche se il politico parla sull’utenza di terzi -
Fino ad oggi il pm deve chiedere l’autorizzazione alle Camere per intercettare direttamente l’utenza di un parlamentare o per usare intercettazioni di parlamentari effettuate casualmente mentre si controllavano altri telefoni. Con la nuova legge le cose cambiano: quando si ascolta la voce di un parlamentare durante la conversazione di un indagato, ogni atto deve essere secretato e custodito in archivio. Per proseguire nell’ascolto ci vuole l’ok delle Camere.
COSA CAMBIA PER LA STAMPA
Sono vietate registrazioni e riprese senza l’autorizzazione preventiva dell’interessato -
Il riferimento al nome della escort che ha registrato gli imbarazzanti colloqui con il presidente del Consiglio, finiti sulle pagine dei giornali, è eloquente. In caso di condanna per le riprese e le registrazioni «fraudolente» si rischia fino a 4 anni di carcere. Si farà eccezione nei casi in cui le registrazioni verranno fatte per la sicurezza dello Stato, o per dirimere una controversia giudiziaria o amministrativa. In un primo momento la norma riguardava anche i giornalisti.
4)
COSA CAMBIA PER I MAGISTRATI
Impossibile intercettare un sacerdote senza avvertire l’autorità ecclesiale -
 forse la norma più curiosa e discussa del ddl sulle intercettazioni, soprattutto in considerazione delle inchieste sulla pedofilia che coinvolgono i sacerdoti. Se un pm intercetta o indaga un uomo di Chiesa deve avvertire immediatamente il Vaticano. Lo prevede il comma 24 dell’articolo 1 del disegno di legge. Le critiche dell’opposizione e degli stessi magistrati sono pesanti: il centro-sinistra si chiede il perchè di un inspiegabile privilegio concesso al clero; i pm temono che la rivelazione di notizie riservate possa pregiudicare le indagini.
COSA CAMBIA PER LA STAMPA
Non è perseguibile il giornalista autore di registrazioni o riprese video all’insaputa dell’interessato -
Grazie ad un emendamento dell’opposizione, i giornalisti sono stati «salvati» dai rigori della
«norma D’Addario». Per loro cade il divieto di «scippare» interviste e immagini. L’eccezione è finalizzata a garantire ai professionisti il diritto all’informazione sancito dall’articolo 21 della Costituzione. L’unica condizione posta, naturalmente, è che le riprese vengano utilizzate davvero a fini di cronaca. Tirano un sospiro di sollievo «Le Iene», programma cult di Mediaset.