FRANCESCO SPINI, La Stampa 20/5/2010, pagina 7, 20 maggio 2010
MOSSA FOLLE, VENDIAMO
Il disappunto per questo «autogol mostruoso» ad opera della Germania rimbalza fin dal primo mattino, quando gli uomini in camicia bianca a capo dei grandi fondi speculativi - i famigerati hedge - si scambiano opioni nelle consuete conferenze telefoniche che da Londra raggiungono le sale riunioni di mezza Europa. « incredibile», «è folle», «incomprensibile», i commenti più gettonati dal gestore di un equity long-short, un fondo insomma che può anche vendere allo scoperto, se sceglie la via ribassista. E invece «proprio adesso che cominciavamo ad essere bullish, positivi sull’andamento del mercato, quindi con posizioni prevalentemente lunghe dopo aver visto alcuni buoni dati societari ed economici, dobbiamo chiudere le pozioni». E che l’attività allo scoperto sui titoli «vietati», per lo più grandi banche tedesche, si stava calmando, lo mostrano anche i grafici di Borsa.
Ma gli hedge ora vendono, non solo in Germania. Perché anche se son volpi di mercato, sanno che la pellicceria è sempre dietro l’angolo. Tanto più che anche ieri c’era chi, da Londra a Milano, puntava a distrarre l’attenzione «che troppo superficialmente» chiama sempre in ballo loro: «I veri hedge, nel senso spregiativo del termine, non siamo noi, ma i desk di trading proprietario delle grandi banche americane». Il cambio euro-dollaro (quello nel mirino degli speculatori) rappresenta uno dei mercati più liquidi al mondo, «che nemmeno tutti gli hedge fund insieme riuscirebbero a smuovere». Le banche, invece, hanno la forza d’urto sufficiente. «Speculano per sostenere i bilanci. A New York - è l’accusa - si scommette sull’affossamento dell’euro».
Per qualche hedge, insomma, il risveglio ieri non è stato piacevole: «E’ una situazione che ci danneggia». E quando sui terminali i gestori leggono che anche Belgio e Austria sarebbero favorevoli a un blocco paneuropeo delle vendite allo scoperto, sciolgono gli ultimi dubbi: «Prima di restare prigionieri del mercato, meglio andarsene». Non importa se le Consob europee abbiano escluso l’estensione del provvedimento in due distinte riunioni in teleconferenza due sere fa e ieri mattina presto, giudicando quella tedesca una «fuga in avanti in solitaria». L’Europa della politica - compresa la Commissione Ue - è favorevole al provvedimento. I fondi hedge tornano a essere pessimisti sul mercato. Peraltro inquinato dalle false notizie: la Grecia ieri si trova a smentire voci di un’uscita dall’euro, mentre le banche crollano per i dubbi sulla loro reale solidità, proprio a valle della mossa tedesca.