Andrea Gagliardi, Il Sole-24 Ore 20/5/2010;, 20 maggio 2010
ROMA IN CORSA PER I GIOCHI 2020
stata una vittoria ai punti, ma netta. Roma ha sconfitto Venezia nel derby olimpico per individuare la candidata italiana a organizzare i Giochi del 2020. Un’investitura sulla quale hanno pesato gli alloggi, i trasporti, gli impianti e l’esperienza nell’organizzazione di grandi eventi.
La scelta della capitale è stata presa ieri mattina all’unanimità dalla giunta del Coni (19 membri, un assente). Ed è stata ratificata subito dopo dal consiglio del Coni (78 membri, in rappresentanza di tutte le federazioni sportive), con 68 voti a favore, un contrario (il senatore leghista Giuseppe Leoni, presidente dell’Aero Club Italia) e un astenuto (il presidente del Coni Treviso Giovanni Ottoni). Una quasi unanimità condizionata dal fatto che Venezia ha solo sfiorato il punteggio minimo di 21 punti ne-cessari, in base ai parametri del Comitato olimpico internazionale, per superare la preselezione della giunta e giocarsi le sue carte all’interno del consiglio. Su un massimo di 35 punti, la capitale ne ha ottenuti 32,3 contro i 20,1 di Venezia ( in decimi 9,2 contro 5,7).
Insomma, partita a senso unico, anche se il presidente del Coni Petrucci, che ha rivendicato la massima trasparenza della procedura («non ho mai fatto pressioni di sorta, abbiamo agito alla luce del sole, utilizzando i parametri di valutazione del Cio») ha concesso a Venezia l’onore delle armi: «Era una candidata forte e affascinante, ma al confronto con il progetto romano non aveva altrettanti requisiti».
Decisivo il ruolo svolto in questa partita dai 10 membri della commissione tecnica di valutazione, composta dalle più elevate cariche istituzionali del Coni. stata quest’ultima ad elaborare l’analisi tecnica comparata dei due progetti e a stilare i punteggi finali, utilizzando i parametri e i pesi utilizzati dal Cio.
Roma emerge come la città con «la maggiore attitudine organizzativa e strutturale», e «con un numero di infrastrutture e impianti già costruiti o in fase di costruzione di molto superiore a Venezia», il che offre maggiori garanzie di evitare «deroghe» o «procedure speciali». Oltre a presentare «una maggiore ricettività alberghiera». Se si guarda più nel dettaglio gli undici parametri e i relativi punteggi, la differenza è notevole.
Venezia non batte Roma sotto nessun profilo. Le due città sono state giudicate a pari merito solo sul fronte del supporto del governo e dell’opinione pubblica,dell’impatto, dell’eredità lasciata, del budget (Roma sconta un 34% di investimenti da programmare, contro il 3% di Venezia, ma ha dalla sua 654 milioni di dollari previsti di ricavi dalla biglietteria, contro i 472 della città lagunare). Su tutto il resto la differenza è notevole. A Roma vanno 4 punti per i luoghi di gara (2 a Venezia), grazie al 71% di impianti già costruiti (contro il 55% di, Venezia). Sul fronte dei trasporti la città lagunare rimedia un solo punticino (Roma 3): è stato giudicato troppo generico il riferimento a «navette olimpiche anche per i siti del Lido». E anche le distanze parlano ancora a favore della capitale: a Roma il 90% dei siti di gara è nel raggio di 20-30 km dal villaggio olimpico, contro il 63% di Venezia.
Ma la differenza maggiore tra le due città, sempre secondo la commissione ristretta del Coni, la fanno gli alloggi (4,5 punti Roma contro 1,5 per Venezia). Il requisito Cio di 40mila stanze d’albergo tra 2 e 5 stelle «è soddisfatto per Roma in un raggio 10 km, per Venezia entro 50 km dal villaggio olimpico». E l’accomodation plan dei media a Venezia «non risponde pienamente ai requisiti minimi raccomandati dal Cio», anche per l’assenza di un villaggio dedicato ai giornalisti, previsto invece a Roma. L’esperienza nell’organizzazione di eventi dà alla capitale altri 2 punti (zero alla città lagunare).
Mancano ancora rivali ufficiali, ma ora serve compattezza per vincere a livello internazionale, quando a Buenos Aires il Cio nel 2013 sceglierà la sede dei Giochi. Petrucci ha lanciato un appello all’unità nazionale perchè «Roma sia la candidata di tutto il Paese». E per il sindaco della capitale Gianni Alemanno «riportare dopo 60 anni le Olimpiadi a Roma è una grande occasione per l’Italia, un punto di svolta per superare il momento di declino».