Antonella Olivieri, Il Sole-24 Ore 20/5/2010;, 20 maggio 2010
LA «BEFFA» ALL’ASTA DEI BUND
Si è già visto nel dopo-Lehman che i provvedimenti restrittivi dello short-selling lasciano il tempo che trovano, rischiando addirittura di deprimere i mercati che li adottano. Ma il pacchetto tedesco, in realtà, è semplice buon senso. Il divieto delle vendite allo scoperto "naked" ”di vendere cioè titolidi cui non si può dimostrare la disponibilità – esiste già in Italia e non c’è bisogno di riaffermarlo. Il divieto di utilizzare i credit default swap in chiave speculativa sul debito sovrano, senza avere cioè i titoli di Stato da "proteggere" con le "polizze" dei cds, può essere più che condivisibile in un momento in cui indubbiamente tutta l’euro-zona è sotto attacco. Ma uscirsene in solitudine con interventi che riguardano esclusivamente uno dei paesi dell’unione monetaria è solo controproducente. Oltre che anacronistico nel contesto di mercati interconnessi a livello globale.
«Si fornisce l’impressione della mancanza di coordinamento, di un’Europa che non c’è», nota Giuseppe Attanà, presidente dell’associazione degli operatori italiani Atic-Forex. E l’effetto sui mercati è stato infatti quello di aumentare l’incertezza, sollecitando vendite emotive.
Se l’intento voleva essere quello di dimostrareche i Governi sono in campo contro la speculazione, la mossa tedesca ha politicamente fallito l’obiettivo. Perchè l’ondata dell’incertezza, che si è platealmente scaricata sulle Borse, non ha investito solo i mercati azionari, ma anche il mercato dei cambi che è impossibile ingabbiare con vincoli all’operatività del tipo di quelli introdotti da Berlino. Anche l’euro infatti ha tentennato nell’immediato, sprofondando contro il dollaro a minimi che non vedeva da quattro anni. Niente di male, perchè l’indebolimento della moneta unica potrebbe ridare un po’ di fiato alle esportazioni, ma a preoccupare non è tanto il livello assoluto del cambio quanto la velocità del suo deprezzamento. Per la Germania che, storicamente ossessionata dal rischio inflazione, aveva sempre perseguito la politica del "marco-forte" è comunque uno smacco. Solo le voci di un intervento a sostegno da parte delle banche centrali hanno permesso ieri sera all’euro di rialzare la testa in una poco rassicurante altalena. Ma l’effetto più paradossale è stato il contraccolpo sui titoli di Stato tedeschi che, sostenuti sul mercato secondario dal "fly to quality" (gli acquisti in cerca di sicurezza), proprio per il conseguente calo dei rendimenti, hanno ricevuto sul mercato primario, in asta, meno attenzioni del previsto da parte degli investitori, tant’è che Berlinosi è dovuta accontentare di piazzare "solo" 4,57 miliardi di Bund decennali rispetto ai 6 preventivati.