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 2010  maggio 20 Giovedì calendario

LO SHORT SELLING DIVIDE L’EUROPA

La Germania ha riscoperto per i mercati finanziari il brivido del Blitzkrieg, della guerra lampo. La decisione a sorpresa annunciata martedì sera dalla cancelliera Angela Merkel per il divieto di vendite allo scoperto, ha ieri suscitato scompiglio nei mercati finanziari del continente, mettendo in luce le divisioni e la mancanza di coordinamento tra i paesi dell’Unione. Nessun paese, con l’eccezione dell’Austria, ha dichiarato ieri di voler seguire il governo di Berlino sulla stessa strada. E molti hanno criticato decisioni prese senza alcuna consultazione preventiva. il caso ad esempio del ministro delle finanze francese Christine Lagarde. «Si sarebbe potuto chiedere perlomeno il parere degli altri stati membri», ha detto. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Michel Barnier, commissario Eu ai servizi finanziari: « importante che i paesi europei agiscano insieme per evitare arbitraggi regolamentari e la frammentazione ». Più diplomatico il commento di José Manuel Barroso, presidente della commissione europea che ieri ha detto di condividere la lotta alla vendite allo scoperto «abusive». Venerdì le diverse posizioni saranno a confronto nella riunione dell’Ecofin e in quella sede si tenterà una difficile mediazione.
Nel concreto il divieto è articolato in tre distinti atti regolamentari della Bafin, la Consob tedesca, che saranno in vigore fino al 31 marzo 2011 ( la Merkel, ieri, al parlamento tedesco ha però parlato di efficacia «a tempo indeterminato»). Per il mercato azionario la proibizione colpisce unicamente le vendite allo scoperto (short selling) cosiddette "nude". Ma non quelle che avvengono utilizzando titoli presi a prestito. Il provvedimento riguarda 10 titoli del mercato finanziario (tra cui Allianz, Deutsche Bank ed anche Generali Deutschland).
Misure simili, poi revocate, erano state prese anche nell’autunnodel 2008 nella fase più acuta della crisi. Novità assolute sono invece i divieti di short selling "nudi" per i titoli di stato denominati in euro ed anche la proibizione di sottoscrivere Cds ( una sorta di assicurazioni sul rischio di default di un titolo) quando non sono al servizio di operazioni di copertura.
Serviranno simili misure contro la «speculazione»?Tra gli operatori finanziari ieri prevaleva lo scetticismo. Le blue chip tedesche sono scambiate su molti circuiti alternativi alla Borsa di Francoforte.
Quanto ai titoli di stato ed ai Cds sono mercati internazionali su cui decisioni di singoli stati hanno effetti limitati. Tra l’altro la Fsa (la Consob inglese) ha fatto presente ieri che i divieti non hanno rilevanza legale per le filiali inglesi di banche tedesche. Sui tratta, insomma, di misure soprattutto politiche.
Ben si comprende dunque l’imbarazzo delle authority di vigilanza, scavalcate dalla decisone della Merkel che ne compromette l’autonomia. I membri del Cesr sono stati a consulto a più riprese nelle ultime ore, in distinte conference call. La Consob ieri ha sottolineato in una nota la sua «ferma determinazione »per«assicurare l’ordinato svolgimento delle negoziazioni »contrastando«comportamenti anomali ed eventuali abusi». Un monitoraggio - ha spiegato - condotto «in stretto contatto» con le altre autorità europee.
 una presa di posizione apprezzata dagli intermediari. Michele Calzolari, presidente di Assosim, ha ricordato ieri che «ogni decisione va concordata a livello europeo. Non sono necessarie nuove regole - ha aggiunto - ma soltanto colpire gli abusi. Le decisioni prese in queste ore dalla Germania, lungi dal produrre risultati tangibili, inviano ai mercati un ulteriore segnale di debolezza».
Oltre ai paesi criticati per come combattono la speculazione ve ne sono altri messi all’indice per averla, piuttosto, favorita. il caso della Grecia ”il paese all’epicentro della crisi attuale – il cui Governatore della banca centrale è stato accusato di aver allungato nell’ottobre scorso da tre a dieci giorni il tempo per regolare le compravendite in bond. Con ciò fornendo nuove munizioni a chi voleva speculare allo scoperto contro i bond ellenici.