Ernesto Menicucci, Corriere della Sera 20/05/2010, 20 maggio 2010
ROMA CANDIDATA ALL’OLIMPIADE. BOSSI: A NOI I GIOCHI ACQUATICI
il giorno del giudizio, ma anche delle polemiche. il giorno nel quale Roma batte Venezia, e si candida ufficialmente ad ospitare i Giochi olimpici del 2020. La Lega, però, insorge: «Scelta sbagliata, indecente», attacca Luca Zaia, governatore del Veneto. E Umberto Bossi lancia la proposta: «I giochi acquatici, almeno, si facciano a Venezia. Apriamo una trattativa». Da Roma, replica Gianni Alemanno: «Quelle gare si faranno qua. In laguna potrebbe andare l’America’s Cup».
La baruffa politica arriva dopo il verdetto del comitato ristretto del Coni che ha assegnato 32,3 punti su 35 a Roma, mentre Venezia si è fermata a 20,1. Un punteggio che è al di sotto dei requisiti chiesti dal Cio: la capitale, nella valutazione in decimi, prende 9,2; la candidatura veneta, invece, è a 5,7. Meno del 6 minimo previsto dai regolamenti internazionali per le candidature.
Venezia bocciata, dunque: aeroporto e trasporti, ad esempio, prendono «zero» punti. Seduto in prima fila, il direttore di «Venezia 2020» Federico Fantini scuote la testa: «Giudizi sbagliati, è uno scandalo». Al Consiglio del Coni, comunque, è bastato ratificare la decisione: 70 presenti, 68 voti a favore, un astenuto (Giovanni Ottoni, presidente del Coni di Treviso) e un contrario (Giuseppe Leoni, presidente dell’ Aeroclub e senatore leghista). Leoni si è sfogato: «Roma è ladrona anche nello sport. Ma i padani, adesso, faranno la loro parte». Petrucci ha difeso la scelta: «Non è stata una decisione politica, ma basata su criteri reali e fatta per vincere». Zaia aveva invocato il voto segreto. Il presidente del Coni è stizzito: «Perché ci vengono a dire cosa dobbiamo fare a casa nostra? Non ho mai fatto pressioni a favore di Roma, chi dice certe cose vuole mischiare le carte. E non è bello parlare contro un’altra candidatura...». In Veneto, però, qualcuno se la prende anche con Bossi.
«L’idea di separare i giochi acquatici è una sciocchezza», il commento di Massimo Cacciari. E Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, aggiunge: «Le gare d’acqua nel Canal Grande ce le facciamo da soli. Bossi è disinformato, infatti vive a Roma. La decisione era già scritta, il Coni ha avuto un comportamento vergognoso». A Roma, invece, si festeggia. Alemanno – nella sua conferenza stampa, con alle spalle la bandiera olimpica del ”60’ ha voluto attorno a sé i presidenti di Regione e Provincia, Renata Polverini e Nicola Zingaretti, oltre ai ministri Giorgia Meloni e Andrea Ronchi e al sottosegretario Francesco Giro. E ha chiesto «la massima unità politica: è la prima cosa che valuta il Cio».
Zingaretti, invece, pensando ai recenti Mondiali di nuoto e alle inchieste sui grandi appalti affidati ai commissari, ha invocato «trasparenza, come in una scatola di vetro». Il sindaco ha replicato: «Non servono i commissari, bastano le procedure ordinarie». Adesso ci si metterà al lavoro. La «fondazione» dell’Unione industriali (guidata da Aurelio Regina) cercherà i capitali privati, la politica penserà ad un presidente del comitato promotore: tra i nomi che circolano, quello di Gianni Letta affiancato da Mario Pescante e Franco Carraro, due membri Cio di altissimo prestigio sportivo internazionale, in grado di accattivarsi le simpatie dei grandi elettori. Ma ci sono anche altre ipotesi: da Giulio Napolitano, figlio del capo dello Stato, passando per Walter Veltroni, fino al direttore generale dell’Eni Paolo Scaroni, vicentino di nascita. Sugli impianti, due i nodi: completare Tor Vergata e la copertura del centrale del tennis. Fino al 2013, quando il Cio deciderà, c’è tempo.
Ernesto Menicucci