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 2010  maggio 19 Mercoledì calendario

OBAMA SCRITTORE MILIONARIO GRAZIE AI DIRITTI D’AUTORE

«Con la sola eccezione di Barack Obama, l’unico punto in comune tra i tre contendenti presidenziali democratici e i tre repubblicani è che sono tutti multimilionari», scriveva nel marzo del 2007 Zachary A. Goldfarb sulle pagine del Washington Post. Tre anni più tardi anche l’ex attivista dei poveri ghetti di Chicago si è unito alla cerchia ristretta dei ricchi e famosi della politica americana.
Dall’ultima denuncia dei redditi della first family emerge infatti che nel 2009 il patrimonio del presidente Obama aveva un valore compreso tra i 2,3 milioni e i 7,7 milioni di dollari. Secondo il Wall Street Journal, che si è premurato di analizzare le carte con la lente di ingrandimento, la cifra sarebbe ancora maggiore: «Più di 23 milioni di dollari». Oltre al suo stipendio annuo da 400 mila dollari, l’inquilino della Casa Bianca avrebbe incassato «da 2 a 10 milioni di dollari» in royalties per «I sogni di mio padre» e «L’audacia della speranza». «La dimostrazione’ ironizza il Baltimore Sun’ dei grandi benefici finanziari dell’essere scrittore, se abitate al 1600 di Pennsylvania Avenue». Ovvero alla Casa Bianca. «Quei due libri l’hanno trasformato in un uomo ricco», teorizza la bibbia finanziaria Usa. Anche il suo cane Bo, si scopre, vale più di quanto tutti avessero immaginato: 1.600 dollari. Il presidente però non lo ha pagato, perché il First Dog, un cao de agua portoghese, è stato donato alla moglie Michelle e alle loro due figlie Sasha eMalia dal defunto senatore Edward Kennedy.
Dalle carte si evince che gli Obama hanno anche alcuni libretti di risparmio presso la compagnia Vanguard, conti correnti presso J.P. Morgan Chase e Northern Trust e buoni del Tesoro a breve e medio termine. Nessun accenno sul valore della casa di Chicago e neppure su quello del Nobel per la Pace: «Impossibile da stabilire» è la spiegazione ufficiale resa dal presidente.
Di certo c’è anche che Obama è riuscito a metter da parte tra 200 e 500 mila dollari in un fondo universitario intestato alle figlie Sasha e Malia. Un fatto purtroppo ancora estremamente raro per il 12,8 per cento di afroamericani che nella cosiddetta «era post-razziale» continuano ad essere economicamente cittadini di serie B rispetto ai bianchi. Un nuovo studio della Brandeis University pubblicato proprio ieri rivela infatti come, nell’ultimo quarto di secolo, il divario della ricchezza tra bianchi e neri è più che quadruplicato. Nel 1984, le famiglie di bianchi guadagnavano in media 20 mila dollari in più di quelle afroamericane. Dopo 23 anni, secondo la ricerca dell’ateneo di Boston, il gap è salito a 95 mila dollari. I bianchi oggi hanno in media risparmi e beni pari a centomila dollari (erano 22 mila a metà anni Ottanta) mentre per le famiglie nere la media è di cinquemila dollari, dai circa duemila degli ”80.
Dallo studio emerge un altro dato preoccupante: il patrimonio di una famiglia bianca della «middle class» ha superato quello di una famiglia di afroamericani ad alto reddito. Venticinque anni fa la situazione era opposta. «Siamo di fronte ad un trend socio economico di lungo periodo scioccante», afferma Thomas Shapiro, coautore dello studio, che punta il dito contro le persistenti discriminazioni sul mercato immobiliare, sulle concessioni di crediti e sul mercato del lavoro. «Anche quando gli afroamericani fanno tutto giusto’ studiano, lavorano duro e hanno una buona paga – conclude Shapiro’ non riescono ad ottenere lo stesso livello di benessere dei loro colleghi bianchi. E ciò si traduce in una grande disuguaglianza di opportunità nella vita».
Alessandra Farkas