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 2010  maggio 19 Mercoledì calendario

I PM SENTONO LA «ZARINA» DELLE INFRASTRUTTURE «CONSULENZA IN CAMBIO DELL’INCARICO ALLA FIGLIA»

Una storia semplice. Che qualcuno, per tornaconto, ha voluto trasformare in una specie di rompicapo. Questa è la vicenda dell’appalto della Scuola dei Marescialli per i magistrati di Firenze, che ne stanno ricostruendo ogni singolo atto, con particolare attenzione agli ultimi concitati mesi.
Le «complicazioni» incontrate dall’appalto durante il suo accidentato percorso hanno tutte lo stesso indirizzo, quello del ministero delle Infrastrutture. Oltre a Gerardo Mastandrea e Claudio Iafolla, rispettivamente responsabile dell’ufficio legislativo e capo di gabinetto del ministro Altero Matteoli, nei giorni scorsi è stata convocata in Procura anche Maria Pia Pallavicini, direttore generale del ministero con delega all’Edilizia statale e agli Interventi speciali. Torinese, 47 anni. Una tecnica, che i carabinieri arrivano a descrivere nelle loro informative come «figura fondamentale del processo decisionale in merito alla Scuola Marescialli». Sui suoi legami con i membri della presunta «cricca» i carabinieri non sembrano aver dubbi, citando una sua telefonata a Mauro Della Giovampaola, anch’egli funzionario del ministero, soggetto attuatore del G8 della Maddalena, arrestato lo scorso 8 febbraio con Angelo Balducci, l’imprenditore Diego Anemone e il provveditore alle Opere Pubbliche toscane Fabio De Santis. In questa conversazione, datata 29 dicembre 2009, Pallavicini chiede a Della Giovampaola se è disponibile ad accettare una consulenza come componente di una commissione di collaudo. Lui accetta e lascia intendere che l’offerta ha una correlazione con l’incarico che ha appena offerto alla figlia della donna alla Ferratella, nel settore che si occupa dei Grandi Eventi.
 proprio alla dottoressa Pallavicini che nel marzo 2009 si rivolge De Santis, uomo di fiducia di Balducci, per «ridare» il cantiere della Scuola Marescialli a Fusi, intenzionato a riprendersi l’appalto perduto due anni prima a causa di una querelle sull’indice sismico dell’edificio. Secondo la ricostruzione del Ros di Firenze, lei si pone come interfaccia tecnico di Mastandrea e Iafolla. Partecipa agli incontri con loro, chiede a De Santis di far sapere a Mastandrea che la situazione è seguita di comune accordo con Balducci. «Fammi questa cortesia, diglielo...».
La posta in gioco è la sospensione dei lavori alla Scuola dei Marescialli, passaggio indispensabile per togliere i lavori alla Astaldi, subentrata nel 2006 alla Btp di Fusi, e farli riavere a quest’ultimo. In questa vicenda, lei sembra avere la funzione di «cerniera» tra le persone vicine al ministro Matteoli e Balducci, il cui obiettivo dichiarato è quello di trasferire la competenza a decidere dell’appalto: dal ministero delle Infrastrutture al Provveditorato delle Opere pubbliche toscane. «Va bene – dice lei a De Santis – ieri sera mi ha chiamato Mastandrea emi ha detto "si affacci un attimo dal capo di gabinetto perché insieme abbiamo individuato un percorso"... può darsi... Iafolla si è sentito con Angelo (Balducci, ndr) ». Da questi incontri nasce infine la lettera che blocca il cantiere e apre la strada per la «restituzione» dei lavori alla Btp, e affida la responsabilità del cantiere a De Santis. I carabinieri annotano come Pallavicini sia consapevole del fatto che la decisione a cui si è arrivati non profumi di bucato. Chiede a De Santis di cofirmare la lettera nella quale informa il Comando dell’Arma dello stop al cantiere. Intuita la sua riluttanza, «subdolamente pone l’accento, nel testo, sull’avvenuta "condivisione" delle scelte tecniche intraprese».
Il 5 maggio 2009 i lavori si bloccano, nonostante l’opposizione del responsabile del procedimento, Benedetto Mercuri, che risponde picche alla richiesta di De Santis: adeguare i coefficienti antisismici per poter infine permettere alla Btp di rientrare nel cantiere. Mercuri verrà rimosso dalla Pallavicini, su esplicita richiesta di De Santis e Balducci. Il primo febbraio 2010, il cantiere viene tolto alla Astaldi. Dopo gli arresti, avvenuti una settimana più tardi, gli viene frettolosamente restituito. La firma in calce a entrambi i provvedimenti è quella di Maria Pia Pallavicini.
Marco Imarisio