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 2010  maggio 19 Mercoledì calendario

RIFORMA BENZINA, SI PARTE DAI PREZZI


 passato quasi un mese dall’incontro in cui, al ministero dello Sviluppo Economico, petro­lieri, benzinai e consumatori hanno trovato l’accordo su una bozza di riforma del mercato dei carburanti. Era il 21 aprile. Nel frattempo il prezzo della benzina ha continuato la sua salita, portando­si da una media di 1,39 euro ali litro agli 1,43 euro di ieri, giorno in cui nessuna compagnia ha ritoccato i suoi listini. Se il prezzo non scende è colpa soprat­tutto dell’indebolimento dell’euro: in un mese la moneta unica ha perso l’8,5% contro il dollaro, an­dando vicino all’annullare i possibili risparmi gene­rati dalla discesa del petrolio, che è sceso da 80 a 73 dollari in una sola settimana. Ma non è solo questo. Secondo le rilevazioni della rivista indipendente

Quotidiano Energia i ribassi della materia prima – la settimana scorsa il prezzo di un litro di benzina all’ingrosso è sceso da 44,7 a 44,1 centesimi – non si sono ancora fatti sentire sui listini dei distributori: il risultato è che, su un litro di benzina, il margine lor­do che serve a pagare tutti i costi della filiera, com­presi i guadagni di benzinaio e compagnia petroli­fera (rispettivamente, in media, 3 e 1 centesimo al litro) in queste setti­mane è di circa 2-3 centesimi supe­riore alla media degli ultimi anni.

Gli effetti della riforma non si sono ancora visti perché quell’accordo del 21 aprile è ancora a livello di proto­collo d’intesa. Ma le prime misure stanno per essere messe in atto. Ie­ri, al ministero, c’è stato il secondo tavolo sulla riforma, per valutare i prossimi passi. L’obbligo dell’ag­giornamento settimanale dei prez­zi – che sostituirebbe i gli attuali ri­tocchi quotidiani, fissando settimanalmente il co­sto massimo dei carburanti – ha già ottenuto, con al­cuni paletti, il via libera dall’Antitrust. Saglia inten­de fare varare al Parlamento il provvedimento che lo mette in pratica attraverso una modifica alla leg­ge sulla concorrenza. All’incontro di ieri il sottose­gretario allo Sviluppo economico ha invece presen­tato il provvedimento con cui si prevede l’obbligo, per i gestori, di comunicare settimanalmente al mi­nistero i prezzi effettivamente praticati alla pompa. Servirà ad avere una indicazione più precisa sul rea­le costo dei carburanti, oggi calcolato soltanto sulla base delle indicazioni delle compagnie. Ma la ricer­ca di una metodologia ancora più affidabile per cal­colare il prezzo medio pagato dagli italiani per rifor­nirsi di carburanti prosegue. Con l’Associazione bancaria invece si è parlato del­la possibilità di evitare che i pagamenti con carte di credito e bancomat abbiano costi troppo elevati per i gestori. L’Abi a­vrebbe aperto all’idea di garantire ri­sparmi per i pagamenti attraverso le carte prepagate. Gli altri punti della riforma – come l’eliminazione dei millesimi dai prezzi esposti – sono stati affrontati in maniera ancora in­terlocutoria. La novità è che al tavo­lo di ieri erano presenti le Regioni, che avranno un ruolo decisivo nel garantire il successo della riforma. Sono le norme regionali, infatti, a stabilire i criteri per le concessioni di nuove licenze per l’apertura di im­pianti di rifornimento. E tra i governatori – lamen­tano i gruppi della grande distribuzione, che da tem­po vogliono ritagliarsi uno spazio maggiore in que­sto mercato – prevale un atteggiamento restrittivo, che pone molti ostacoli all’avvio di nuove pompe. Di questo tema, che resta quello più complicato al­l’interno del dibattito sulle nuove regole del settore, ancora non si è discusso. «Sicuramente il confron­to con le Regioni non sarà facile – ha ammesso lo stesso Saglia ”. Non lo è stato in passato, quindi im­magino non lo sarà neanche adesso. Una cosa che mi è stata annunciata è che la ristrutturazione del­la rete dovrà essere vista Regione per Regione, per­ché ce ne sono alcune più virtuose che l’hanno già, fatta e altre meno virtuose, che invece ancora non ci hanno messo mano».