Varie, 19 maggio 2010
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GUO JINGJING Baoding (Cina) 15 ottobre 1981. Tuffatrice • «’Il tuffo sono io”. Così rispose a chi le chiedeva una definizione della sua disciplina
GUO JINGJING Baoding (Cina) 15 ottobre 1981. Tuffatrice • «’Il tuffo sono io”. Così rispose a chi le chiedeva una definizione della sua disciplina. Un po’ come Luigi XIV, ma non è supponenza, quella di Guo Jingjing, semmai realismo: considerata (4 ori e 2 ar genti olimpici, 8 ori mondiali in quattro edizioni dal 2001) la più grande tuffatrice di tutti i tempi, è soprannominata la Diving Queen o la Diva. [...] La vita di Guo Jingjing è un lungo tentativo di tuffarsi lontano da un destino che invece la riafferra in continuazione. Aveva promesso di ritirarsi dopo Pechino, è stata sei mesi ferma, avvolta dal mistero che contraddistingue le dive, poi è tornata [...] Sottile e bella come un giunco, tenera e ribelle, la vita di Guo è una specie di soap opera ancora senza fine, né tantomeno lieto fine per questa ragazza nata a Baoding, 140 km a sud di Pechino, e scoperta a sette anni da Lei Fang, la sua prima mentore, scomparsa tragicamente schiacciata da un palo del telefono. Il nuovo coach, Yu Fen, la portò alla scuola di tuffi e anche all’esordio all’Olimpiade di Atlan ta, a 13 anni. Quinta. L’esperienza divenne una miniera con Zhou Jihong che la prese subito dopo i Giochi del 1996. Allenamenti, clausura, successo. Sydney 2000: due argenti. Poi venne Atene e la consacrazione. Brava e bella, è la testimonial ideale. McDonalds, Coca Cola, Budweiser, cosmetici e altro. Due milioni di euro l’anno di guadagni, l’estratto conto più alto mai toccato a un atleta cinese, Pechino invasa dai cartelloni con il suo faccino, jet set, il legame con Tian Liang, anche lui tuffatore, anche lui due ori olimpici al collo, anche lui bello e ricco. I due vengono sorpresi al Casino di Macao che se la spassano. Lui viene spedito in esilio, a meditare, a lei viene chiesto di abiurare pubblicamente certi comportamenti. Ma la verità è un’altra, ci sono di mezzo i soldi che Guo vuole tenere per sé e che lo stato, invece, vuole in gran parte nelle proprie casse, a risarcimento dell’investimento fatto su di lei. La storia con Tian si conclude, lui molla (o gli fanno mollare) i tuffi e sposa la vincitrice di X-factor made in China. Guo invece recita il suo mea culpa. ”Non ho operato secon do le istruzioni dei leader”. Ribilitata, si fidanza con Kenneth Fok, nipote di un potente tycoon di Hong Kong. Potente e generoso: aggiunge 45 mila euro di bonus al premio per gli ori cinesi a Pechino. Amore e affari: Kenneth e Jinjing aprono un centro commerciale a Hong Kong. I tabloid, però, sono in agguato: alla vigilia dell’Olimpiade scrivono che è incinta. Non risulta, arrivano altri due ori. Sembra la conclusione promessa della sua carriera sportiva. Invece torna. Segnata, ma torna. [...] ”Il momento più bello del tuffo è all’inizio e alla fine. Prima è come essere un pittore che ferma il suo pennello e contempla il quadro, poi, quando sei sott’acqua tutto il tuo corpo capisce se hai fatto bene. Ogni cosa è dolce e confortevole” [...]» (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 21/7/2009).