19 maggio 2010
Imparare a scrivere per Voce Arancio - Dal 13 al 17 maggio a Torino si è svolto il Salone internazionale del libro (prima edizione della manifestazione nel 1988)
Imparare a scrivere per Voce Arancio - Dal 13 al 17 maggio a Torino si è svolto il Salone internazionale del libro (prima edizione della manifestazione nel 1988). Il tema dell’anno era la memoria, l’India il paese ospite. Nel 2009 ci sono stati 307.650 visitatori, 1.050 i convegni e dibattiti, 2.100 i relatori, 2.837 i giornalisti, fotografi e video operatori accreditati, oltre 3.000 gli articoli e servizi giornalistici. In Italia si pubblicano circa 60mila titoli, compresi quelli scolastici e per bambini. Più del 60% di questi libri è costituito dalle novità (dal Rapporto sullo stato dell’editoria 2009 dell’Associazione italiana editori; dati del 2007, ultimo anno di cui si hanno dati definitivi sulla produzione). Un laureato su cinque ha difficoltà a risolvere un dubbio lessicale. Uno studio Ocse rivela che 21 laureati su cento non superano il livello elementare di comprensione di una pagina scritta. Due anni fa in un concorso per magistrati, su 380 posti disponibili 58 restarono scoperti: i candidati fecero gravi errori di grammatica e ortografia. «Per pudore vi risparmio le indicibili citazioni», commentò uno dei commissari d’esame, il giudice di corte d’appello Matteo Frasca. A gennaio di quest’anno al concorso per un posto da vigile urbano a Pitigliano (Grosseto), tutti i candidati sono stati bocciati: troppi errori di grammatica e ortografia nelle prove scritte. Il «decalogo diabolico» della scrittura secondo Beppe Severgnini (L’italiano: lezioni semiserie, Bur 2007): «1 – Usate dieci parole quando tre bastano; 2 - Usate parole lunghe invece di parole brevi, sigle incomprensibili e termini specialistici; 3 – Considerate la punteggiatura una forma di acne: se non c’è, meglio; 4 – Fate sentire in inferiorità il lettore: bombardatelo di citazioni; 5 – Nauseatelo con metafore stantie; 6 – Costringetelo all’apnea: nascondete la reggente dietro una siepe di subordinate, e cambiate il soggetto per dispetto; 7 – Infilate due o più ”che” in una frase; 8 – Non scrivete ”Il discorso era noioso, e i relatori aspettavano l’intervallo” ma ”Lo speech era low-quality e il panel s’era messo in hold per il coffee-break”; 9 – Usate espressioni con ”in riferimento alla Sua del…”; ”il latore della presente”; ”in attesa di favorevole riscontro”; 10 - Siate noiosi. Seguite queste regole e cadrete così in basso che, a quel punto, potete solo risalire». Cosa può fare chi desidera migliorare il proprio stile? Innanzitutto frequentare una delle tante scuola di scrittura. La più nota è forse la Scuola Holden di Torino, fondata dallo scrittore Alessandro Baricco. Nata nel 1994, ha l’obiettivo di «insegnare a narrare», come spiega il fondatore. «Siamo convinti che un romanziere, uno sceneggiatore cinematografico, un giornalista o un ideatore di videogiochi vengano tutti dalla stessa terra: la terra della narrazione». Il corso di scrittura e narrazione dura due anni: i posti disponibili sono 35 e prima bisogna sostenere un esame di ammissione. I più bravi vincono delle borse di studio (finanziate dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione Crt, dalla Compagnia di San Paolo). Prezzi: 4.700 euro l’anno per gli ammessi con borsa di studio, 7.700 euro l’anno per gli altri. Si possono iscrivere solo i giovani d’età compresa tra 20 e 32 anni. Il prossimo esame d’ammissione sarà il 19 giugno La Scuola Holden organizza anche parecchi corsi online. Ad esempio quello intitolato ”Raccontare”, per imparare a scrivere racconti, è composto da otto moduli separati che si possono fare quando si vuole, da casa. Costa 1.480 euro, ma è anche possibile acquistare i moduli separatamente. Negli Stati Uniti la scrittura creativa dal 1922 è materia di insegnamento nelle principali università. L’offerta di corsi per imparare a scrivere è sterminata. A Milano lo scrittore Raul Montanari tiene corsi di scrittura presso l’associazione culturale Archivi del ”900. Il corso è concepito su tre livelli. Il primo livello è diviso in due moduli da 12 incontri ciascuno. Stesso schema per il livello successivo di approfondimento. A Venezia da quindici anni ci sono i corsi del circolo culturale ”Walter Tobagi”, articolati in quattro moduli. Gli incontri iniziano in autunno e finiscono in primavera. I docenti sono affiancati da giornalisti e scrittori (per esempio Giulio Mozzi e Tiziano Scarpa). A Roma c’è il laboratorio di lettura e di scrittura della casa editrice Minimum fax: una prima parte (25 ore in 10 lezioni) dedicata alla lettura dei testi alla ricerca delle tecniche narrative utilizzate dai grandi scrittori. La seconda parte (altre 25 ore) incentrata sulla scrittura, l’anali e l’editing dei testi prodotti dagli allievi. Anche nel corso di Minimum fax ci sono interventi di scrittori ospiti. Per potersi iscrivere occorre superare una selezione. Costo: 950 euro + quota associativa di 10 euro valida un anno. A Napoli da diciotto anni si tengono i corsi organizzati da LaLineaScritta e Antonella Cilento. I corsi annuali durano da settembre a giugno con due livelli di complessità. Costi separati per trimestri e con varie possibilità di sconto. A questi si aggiungono stages e workshop. Spiega a Vocearancio Antonella Cilento: «Per il prossimo anno di attività, al posto dei workshop, ci saranno due corsi, uno di scrittura drammaturgica condotto da Manlio Santanelli, firma storica del teatro italiano, e uno di sceneggiatura, condotto da Mattia Betti». Altre offerte di LineaScritta: stages realizzati in luoghi di vacanza (i prossimi: a giugno a Melizzano, in provincia di Benevento; a settembre a Casamicciola, Ischia). I corsi online, in 10 lezioni, senza limite di tempo per l’iscrizione (costo: 155 euro). Incontri gratuiti ”Strane coppie”, in collaborazione con gli istituti di cultura stranieri: scrittori ospiti raccontano e confrontano coppie di romanzi del Novecento europeo. Corsi di formazione nelle scuole, per studenti e insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado. Omero.it, oltre ai corsi annuali a Roma, propone corsi online di narrativa cui è possibile iscriversi in ogni momento. Il livello introduttivo è articolato in 10 lezioni e costa 300 euro (Iva inclusa). Il livello intermedio è articolato in due parti, ognuna delle quali è composta da 7 lezioni (costo: 250 euro + 250 euro per entrambe le parti). Al terzo livello, destinato a chi aspira alla pubblicazione, si accede dopo una prova di ammissione. «Se io avessi seguito una buona scuola di scrittura creativa avrei imparato prima, più in fretta e con maggiore efficienza quello che so adesso» (Raul Montanari a Paolo Serino, la Repubblica). Ma davvero si può imparare a scrivere, oppure si tratta di un dono di natura? Lo chiediamo a Giulio Mozzi, che a Padova tiene seminari di scrittura e narrazione. Lo raggiungiamo al Salone internazionale del libro a Torino: «Si può apprendere una tecnica della scrittura così come si apprendono le tecniche della composizione musicale. Cosa diversa è la scrittura artistica, dove c’è la base tecnica e qualcosa in più. E qui intervengono le doti personali. Certo, le condizioni sociali di provenienza, i percorsi educativi e formativi possono più o meno ostacolare lo sviluppo delle doti». Come si riesce a far scrivere bene una persona? «Più che altro si cerca di instaurare una relazione pedagogica. Come è accaduto a me: io ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno prestato dei libri e che mi hanno dato consigli». Che cosa si insegna? «Tecniche, come quelle della retorica, che permettono di scrivere un buon racconto, di inventare una buona trama per un romanzo. Cioè la base da cui poter partire per fare un’opera». Questi corsi servono solo agli aspiranti scrittori? «Invece direi che sono più utili a chi non ha di queste ambizioni. Una democrazia si tiene se tutti i cittadini possono esprimere le proprie idee, ma bisogna essere capaci di farlo». Qualche consiglio per scrivere bene? « come dover dare qualche consiglio per diventare biologo». Allora quali sono gli errori da evitare? «Sono dannosi alcuni pregiudizi. Per esempio quello secondo cui la spontaneità sia un valore. Si può essere spontanei con le persone che conosciamo bene, ma con un interlocutore sconosciuto il discorso deve essere esposto ordinatamente. Altrimenti le espressioni sono soltanto confuse». Gustave Flaubert diceva che «scrivere significa riscrivere». Ernest Hemingway: «Kill all your darlings», elimina tutte e tue frasi preferite. Consigli di scrittura di Elmore Leonard nel libro Rules of writing: «Usare avverbi è un peccato mortale». E poi mai usare un verbo diverso dal passato remoto di ”dire” in un dialogo. «Il dialogo appartiene ai personaggi, deve parlare da solo. Disse è perciò meno intrusivo di mormorò, avvertì, confidò, mentì eccetera». Mai cominciare un romanzo con una descrizione del tempo atmosferico. Limitare al minimo i punti esclamativi. Evitare i dialetti regionali, evitare le dettagliate descrizioni dei personaggi. Altri consigli di scrittori: «Leggere molto, particolarmente quando si è giovani» (Zadie Smith); «Il lettore è un amico, non un avversario, né uno spettatore» (Jonathan Franzen); «Non mettere sulla scrivania la foto del tuo autore preferito, specie se è uno dei tanti autori famosi che si sono suicidati» e «Parti tranquillo, considera ogni pagina che hai scritto un piccolo trionfo, fino a quando arrivi a pagina 50, e allora lasciati prendere dall’ansia, ne avrai bisogno» (Roddy Doyle); «Fai esercizi per la schiena. Il dolore è una distrazione» (Margaret Atwood). «Scrivere non si può fare nei luoghi pubblici, è un’attività intima, da fare in privato, come andare al gabinetto» (Geoff Dyer) Charles Bukowski non poteva scrivere senza bere birra tutta la notte.