Antonella Baccaro, Corriere della Sera 17/05/2010, 17 maggio 2010
IL SUD SENZA TRENI NE’ AUTO BARI ISOLATA DA DUE MESI
Bari-Roma, poco più di 400 chilometri: 6 ore. Roma-Milano, 600 chilometri: 3 ore. Benvenuti nella Bassa velocità. Una specialità tutta meridionale. I pugliesi non ci scherzano neanche più. Dal 10 marzo per arrivare dal capoluogo nella Capitale, in treno, devono armarsi di pazienza (e bagagli), scendere dal convoglio a Foggia, salire su un autobus, raggiungere Benevento e qui riprendere il treno per Roma. Tutto colpa di una frana caduta sui binari all’altezza di Montaguto.
E sempre per una frana, venuta giù sulla Salerno-Reggio Calabria tra Santa Trada e Scilla, dall’11 maggio siciliani e calabresi devono fare a meno di un tratto della già non agibilissima A3. L’Anas ha predisposto i percorsi alternativi: imezzi pesanti provenienti da Nord dovranno lasciare l’autostrada A3 a Scilla, e potranno farvi ritorno a Campo Calabro inoltrandosi in strade interne dove è prevedibile s’impantanino nelle code. Quelli provenienti dalla Sicilia, invece, dovranno rinunciare alla Salerno-Reggio e buttarsi a est, utilizzando la strada statale 106 Ionica risalendo fino a Marina di Gioiosa Ionica. Da lì, potranno tornare verso il Tirreno utilizzando la strada statale 682, per poi rientrare sull’A3 a Rosarno. Un gioco dell’oca infernale.
Lo stato di emergenza
Due storie molto simili: territori dissestati nel profondo su cui sono mancati gli interventi necessari a risolvere radicalmente il problema. «Sono sconcertato’ attacca il sindaco di Bari, Michele Emiliano ”: la frana era prevedibile. C’era un commissario della Regione Campania negli ultimi anni, ma gli interventi non hanno prodotto alcun risultato. Adesso siamo sprofondati nel terzo mondo». Il governo il 17 aprile scorso ha decretato lo stato di emergenza, mandando sul campo il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il Genio Militare. A distanza di un mese, la frana è stata parzialmente sgombrata: «Possiamo immaginare che la ferrovia venga riaperta tra fine maggio e i primi di giugno», spiega l’ingegnere Nicola Dell’Acqua che sta seguendo i lavori per la Protezione civile. Ma la vicenda non può finire qui: «La normalità – continua Dell’Acqua – potrà tornare solo a settembre, quando, finite le piogge, avremo capito come governare questo fenomeno che risale al tempo dei Borbone...». Ma lo smottamento ha occupato anche la strada statale 90: «Quella è chiusa dal ”97. Sempre per la frana – spiega Emiliano ”. Ma nei lavori per la rimozione posso intuire che ci siano state infiltrazioni camorristiche».
I danni
«Ci vorrà ancora un mese dopo la riapertura della ferrovia per riattivare la statale 90 – dice Dell’Acqua – ma credo che la soluzione migliore sia spostarla». Insomma la questione dovrebbe poter rientrare, ma i sindaci pugliesi dell’area sono furiosi: l’interruzione dei collegamenti per più di due mesi ha avuto ripercussioni gravissime sull’economia. « un danno incalcolabile anche per l’immagine – protesta il sindaco di Bari ”. Io faccio solo una domanda a Berlusconi: che cosa sarebbe successo se la frana fosse caduta in una piccola valle lombarda? Certo non si sarebbe aspettato tanto per intervenire. Qui invece non hanno pensato di mettere nemmeno delle navette aeree al prezzo del treno per agevolare gli spostamenti».
Al momento in treno si viaggia con lo sconto del 20%. Le Ferrovie sostengono di subire un danno di 630 mila euro al giorno: « un piccolo disastro – dice l’amministratore delegato Mauro Moretti ”, quelle non sono tratte sovvenzionate: senza mercato andiamo in perdita». Quanto ad Alitalia, ha appena varato alcuni sconti sulla Bari-Roma, ma solo sul 10% dei posti disponibili.
«Il Sud è tagliato fuori dai finanziamenti governativi sulle infrastrutture – protesta il deputato Pd, Francesco Boccia, eletto in Puglia ”: nella mia Regione le reti sono antidiluviane. Quanto alla promessa dell’Alta velocità fino a Bari, ormai è una barzelletta».
I tempi per la riapertura
In Calabria la frana è caduta solo una settimana fa, ma l’Anas ha già fatto sapere che per riaprire la strada ci vorrà almeno un mese dall’invio dei materiali necessari per bloccare il crollo. Qui, come a Montaguto, la Procura ha già aperto un’inchiesta: sotto la frana sarebbe stata ritrovata una pala meccanica forse utilizzata da privati per tracciare abusivamente una strada, lavori che avrebbero provocato la caduta. Intanto la comunicazione con Reggio Calabria e la Sicilia, tramite l’A3, è bella che compromessa. Il problema non è indifferente: la stagione estiva è alle porte e i disagi sulla Salerno-Reggio si faranno ancora più pesanti. Per non parlare della questione delle merci: Nico Pangallo, presidente provinciale dei Verdi a Reggio, ha chiesto di attivare un servizio di traghetti che colleghi la Sicilia a Gioia Tauro e un osservatorio che segua i lavori di rimozione della frana.
«Trovo assurdo fare polemiche ora’ afferma l’imprenditore della moda Santo Versace, deputato calabrese del Pdl ”. Bisognava muoversi preventivamente, perché si sa che quei territori sono dissestati. Ora s’intervenga con la massima rapidità, e non mi si dica che mancano i mezzi: facciamo lavorare i nostri uomini dell’esercito che paghiamo tutti i giorni, e il problema si risolve». Sperando che il Sud esca dall’isolamento. In tempo per le celebrazioni dei 150 anni d’Unità d’Italia.
Antonella Baccaro