B. R., Il Sole-24 Ore 18/5/2010;, 18 maggio 2010
DOMANDE
& RISPOSTE - possibile frenare il debito per via costituzionale?
Molte costituzioni hanno limiti più o meno espliciti all’indebitamento o comunque alla spesa pubblica senza copertura finanziaria.
L’articolo 81 della costituzione italiana, per esempio, afferma che ogni legge che comporti «nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte».
Storicamente, crisi finanziarie particolarmente gravi tendono a indurre i governi a introdurre nuove norme per impedire o limitare la creazione di nuovo debito pubblico.
Molti stati americani hanno limiti di questo tipo, in alcuni casi da quasi due secoli, ossia da quando il boom nel settore ferroviario negli anni 40 del 1800 trascinò alcuni governi alla bancarotta.
La Germania ha introdotto nel 2009 lo Schuldenbremse, il freno del debito.
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Che cosa prevede la Legge fondamentale tedesca?
L’emendamento alla costituzione in Germania prevede che dal 2016 il deficit annuo del governo federale non potrà superare lo 0,35% del prodotto interno lordo, salvo circostanze eccezionali.
Inoltre, dal 2020 le sedici regioni del paese non potranno più indebitarsi. La norma è stata voluta dal governo di grande coalizione democristiano-socialdemocratico che ha governato nel periodo 2005-2009, e in particolare dal ministro delle Finanze Peer Steinbrück.
Domenica il cancelliere Angela Merkel ha salutato la preveggenza della classe politica tedesca e parlando della situazione europea ha precisato: «Credo che un freno al debito sia la cosa giusta».
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Altri paesi hanno norme costituzionali vincolanti?
Sì. La costituzione polacca prevede nell’articolo 216 un limite al debito pubblico pari a «tre quinti del prodotto interno lordo», in altre parole il 60% del Pil, come previsto dal Trattato di Maastricht.
Lo stesso vale per la costituzione svizzera che dai primi anni del decennio ha una norma anti-deficit voluta dopo una forte crescita dell’indebitamento negli anni 90. L’articolo 126 afferma che «la confederazione equilibra a lungo termine le sue uscite ed entrate». Disavanzi annui sono permessi ma devono essere decisi dall’Assemblea federale e compensati negli anni successivi.
Nel 2009, all’apice della crisi, la Svizzera ha registrato un attivo di bilancio dello 0,7% del Pil.