Marco Ponti, il Fatto Quotidiano 18/5/2010;, 18 maggio 2010
TI PIACE VINCERE FACILE? ALLE FS S (CON I SOLDI PUBBLICI)
Le Ferrovie dello Stato, come ha già segnalato ”il Fatto Quotidiano”, hanno fatto causa all’autore (Claudio Gatti) e all’editore (Chiarelettere) del libro ”Fuoriorario”, chiedendo 26 milioni di euro di danni. Non si vuole qui entrare nel merito, ci penserà ovviamente il tribunale. Ma forse sul metodo si può osservare che siamo di fronte ad una prassi consolidata (capitata anche a chi scrive, perché accusato di aver parlato male in televisione delle tariffe autostradali, anche se l’importo richiesto da Autostrade era un po’ minore , e in solido con altri). Una grande impresa ha sempre un nutrito ufficio legale, quindi affronta costi aggiuntivi bassissimi per fare causa ad un supposto ”calunniatore ”: i suoi legali sono già a stipendio. Spesso poi queste cause, come nel mio caso, vengono ritirate. Il problema è la sproporzione degli effetti: il privato (o il piccolo editore nel caso del libro) deve affrontare costi devastanti per difendersi, indipendentemente dall’esito della causa. Infatti, occorre preparare voluminosi dossier, che assorbono una quota micidiale del tempo di un singolo professionista, prendere a volte più di un avvocato (questioni di sedi diverse ad esempio). Infine, dulcis in fundo, anche se la causa è ritirata, il privato non è di solito rimborsato di tutte le sue spese legali, ma solo di una quota modesta. Il quadro che ne esce è inquietante: fare causa costa comunque poco alle imprese ”calunniate”, ma costituisce nei fatti un segnale fortissimo di diffida, al supposto ”calunniatore”, a non riprovarci. Per fortuna, vi sono altre notizie dalle Ferrovie dello Stato che, anche se calunniate da quel libro, dovrebbero consolare i vertici di Fs: è molto probabile che saranno destinatarie di 300 milioni all’anno per comprare treni nuovi per i pendolari. Se la notizia fosse confermata, ogni ipotesi di avere un po’ di concorrenza per abbassare i costi e migliorare i servizi svanirebbe: chi concorre con un soggetto che riceverà i treni gratis dallo Stato? E soprattutto, perché dovrebbe essere proprio Trenitalia a beneficiarne. Molto meglio sarebbe stato destinare tali risorse alle Regioni, sotto la stretta condizione di effettuare una gara per i servizi ferroviari. E non è finita qui: chi pagherà questi treni? Tutti gli automobilisti, sembra, con un aumento sulle accise sui carburanti. Ma i pendolari in automobile sono molto più numerosi di quelli in treno, e sono già iper-tassati (quelli in treno pagano, invece, con i biglietti una piccola frazione dei costi che generano a Fs). Sembra anche difficile sostenere che i pendolari-automobilisti viaggino in macchina per loro divertimento: generalmente abitano ”in tanta malora” per pagar meno la casa, e lavorano in altrettanta malora, per cui non è tecnicamente possibile fornirgli trasporti pubblici. Per finire: il ministro Matteoli ha anche accennato al fatto che questo finanziamento di nuovi treni sarà anche una ”boccata d’ossigeno per l’industria del sett o re ”. Sacrosanto. Ma l’E u ro p a richiede gare pubbliche per queste forniture, per ridurre i costi. Si vede che il ministro è preoccupato anche per l’industria polacca e irlandese. O forse assume che, in realtà, di concorrenza in quelle gare ce ne sia pochina davvero. Diversa la situazione in Germania: lì esiste un organo indipendente apposito che difende gli utenti e i contribuenti dei servizi a rete, comprese le ferrovie: anche quest’anno pubblica i risultati che ha ottenuto nel aumentare la concorrenza e ridurre i costi per lo Stato o gli utenti. A volte sono risultati deludenti: i monopoli, ”campioni nazionali”, hanno muscoli rilevanti ovunque, e sono molto amati dai politici, anche in Germania. Ma almeno a Berlino ci si pone il problema.