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 2010  maggio 17 Lunedì calendario

DOMANDE E RISPOSTE: COME CAMBIA IL DEMANIO

Mercoledì la Camera darà il via libera al federalismo demaniale. Di cosa si tratta?
Si tratta del primo dei quattro decreti legislativi attraverso i quali verrà realizzato il federalismo fiscale. In sostanza, prima che le tasse vengano pagate su base regionale, lo Stato trasferirà agli enti locali (Regioni, Province e Comuni) alcuni beni oggi di sua proprietà.
Quali beni verranno trasferiti dallo Stato?
Per il momento passeranno agli enti locali i beni marittimi, fluviali e lacustri. Tra questi ci sono le spiagge che possono essere affittate a stabilimenti balneari, ma ci sono anche i diritti di pesca, le concessioni per i servizi di trasporto fluviale o lacustre, eccetera. Ma anche i beni immobili di pertinenza marittima, come alcuni fari o fortilizi marittimi.
A chi andranno, nello specifico, questi beni?
Andranno all’ente locale nel cui territorio si trovano. Ogni Regione, per esempio, potrà gestire i canoni di locazione degli stabilimenti balneari, ma anche le concessioni sull’uso dei fiumi. Quando un bene ricade, invece, per intero all’interno del territorio di una provincia (è il caso del lago di Bracciano, per esempio, a Viterbo) allora sarà la provincia la destinataria del bene medesimo, allo stesso modo l’Arno andrà alla Toscana e l’Adda alla Lombardia.
Cosa accade a quei beni fluviali o lacustri che toccano più Regioni?
Restano di proprietà dello Stato. E’ il caso, per esempio, del Po o del Lago di Garda, ma anche del Tevere e dell’Adige. E comunque questo criterio può essere applicato tutte le volte che si presenti una situazione del genere. Resteranno, inoltre, di proprietà e gestione dello Stato tutti i beni degli organi costituzionali, cioè quelli del Quirinale, della presidenza del Consiglio e dei due rami del Parlamento.
L’ente locale potrà gestire il bene demaniale a proprio piacimento?
Assolutamente no. Il decreto legislativo impone dei paletti molto stringenti, sull’utilizzo del bene, che non deve esser «maltrattato», deve cioè essere accudito e gestito in «maniera ottimale», altrimenti potrà essere commissariato dallo Stato. Inoltre è stabilito che le spiagge non possano essere vendute, se non con uno speciale permesso del governo centrale.
Non c’è il rischio che sulla vendita dei beni demaniali possa esserci una speculazione privata?
Per evitare il rischio di speculazioni da parte dei privati, i fondi immobiliari ai quali saranno conferiti i beni trasferiti dallo Stato saranno interamente pubblici a partecipazione riservata agli enti territoriali.
Gli enti locali potranno disporre dei proventi che derivano dal bene trasferito?
Sì, ma all’interno di un sistema di regole precise. I proventi dei beni demaniali (sia quelli da locazione sia quelli da eventuale vendita) dovranno servire all’abbattimento del debito, sia statale (nella misura del 15%) sia regionale (per il restante 85%). Quindi niente vendita o gestione per fare cassa e spesa corrente.
Gli enti locali non rischiano di prendersi più rogne che benefici?
In alcuni casi è possibile, in quanto alcuni beni sono in cattivo stato. E comunque le spese di gestione dei beni acquisiti con il federalismo non peseranno sul patto di stabilità (cioè le regole che impediscono agli enti locali di sforare i bilanci).
A quanto ammonta il valore dei beni che verranno trasferiti in questa prima fase?
I beni idrici e marittimi, non potendo essere venduti, non hanno un valore economico diretto. Ce l’hanno in termini di reddito da affitto, ed è pari a circa 100 milioni l’anno. Diverso sarà il quadro quando si cominceranno a trasferire i beni immobili, specie quelli della Difesa il cui valore è di circa tre miliardi di euro.
Che cosa resterà alla fine all’Agenzia del Demanio?
Quasi tutto, per la verità. E cioè tutti i palazzi della politica, i grandi musei e le grandi strutture, oltre alla gestione degli affitti. A fronte di 3 miliardi di beni alienati al Demanio ne restano ancora 47.
Quando è prevista la realizzazione definitiva di questo provvedimento?
Dopo il via libera della Commissione bicamerale per il federalismo il provvedimento approderà in settimana al consiglio dei ministri che dovrà recepire le indicazioni e le modifiche suggerite dal Parlamento e quindi varare il testo definitivo. Secondo il calendario che l’esecutivo si è dato, la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale è prevista per il 21 maggio (cioè venerdì prossimo) ma l’operazione di trasferimento dei beni richiederà almeno sei mesi.