La Stampa 17/5/2010, pagina 25, 17 maggio 2010
CURRICULUM
Un rito inefficace o uno strumento vincente? Nonostante le decine di manuali in circolazione sul tema, per gli italiani il curriculum continua a essere un oggetto misterioso. Secondo una ricerca tra le principali società di selezione, quasi il 90% dei curriculum finisce nel cestino, segno che la compilazione è generica, inadeguata e forse è inutile ai fini del lavoro. Ma è proprio così?
Il curriculum è un’autobiografia in tre paginette che deve colpire, distinguendosi rispetto alla grande quantità che arriva sui tavoli o sui monitor dei selezionatori. Per questo, per ottenere un appuntamento o finire nei file dei cacciatori di teste, deve essere costruito rispettando alcune regole. Eccole in sintesi.
Dati personali
Il primo foglio, con forma ordinata, deve contenere i dati personali. Quelli anagrafici, il percorso di studi, la laurea (con tema della tesi e voto finale), eventuali corsi all’estero. Vanno inserite qui la conoscenza delle lingue, con le diverse certificazioni ufficiali e non solo con le generiche e arbitrarie autovalutazioni (buono, discreto, ecc.), così come le conoscenze informatiche, l’uso di pacchetti software e così via. In fondo, alcuni interessi e hobby, non per fare sfoggio di snobismo («Amo leggere i poeti persiani»), ma per mettere in luce alcune capacità, per esempio relazionali, coerenti con la posizione per la quale ci si candida («Ho organizzo gruppi di intervento ad Haiti con una Ong»).
Dati professionali
Questa è la parte delle esperienze lavorative, segnalando i periodi e gli incarichi svolti. L’ordine cronologico consigliato è decrescente: si parte da oggi e si va a ritroso, sino alle esperienze professionali più lontane. Anche qui, meglio evitare racconti burocratici e citazioni di antiche esperienze, magari giovanili, che non servono a una valutazione di maggior attualità. utile segnalare il tipo di responsabilità conquistata, l’autonomia decisionale, i compiti dettagliati. Motivando o brevi e rapide incursioni in aziende diverse o un’eccessiva permanenza nella stessa azienda.
Lettera di presentazione
Prima dei due fogli precedenti, va aggiunta una lettera di motivazione della candidatura, poche righe per distinguersi. Ovviamente la forma e il contenuto dipendono dal target, da che tipo di società riceverà il curriculum e la proposta di candidatura. Qui ci si gioca anche il differenziale rispetto agli altri. Il tono deve essere commisurato ad azienda e settore: può essere creativo se ci si rivolge a una società della comunicazione o della pubblicità; meglio essere rigorosi e sobri se ci si rivolge a una banca.
Lunghezza e grafica
La lunghezza massima di un curriculum è quella di una composizione a tre fogli (dati personali, professionali, preceduti da una lettera di presentazione di una 15-20 righe). L’importante è la leggibilità grafica: usare schemi a punti e sottopunti, in neretto i capitoli da evidenziare. Il selezionatore, che è un lettore professionale, deve avere subito chiaro il profilo che sta leggendo.
Formato europeo
la bestia nera dei compilatori di curriculum. Infatti il cv europeo ha uno schema abbastanza rigido e burocratico, a volte eccessivamente sintetico, con definizioni non sempre comprensibili. Quindi, se non richiesto, evitarlo e comporre con maggior flessibilità il proprio curriculum. A mano o su computer? Su computer, sempre. A mano, mai. A meno che non vi sia la richiesta esplicita di integrare il curriculum con un foglietto scritto a mano, a volte la stessa lettera di presentazione. Questo significa che il vostro manoscritto verrà sottoposto a una perizia da parte di un consulente grafologo, per un’analisi della vostra personalità.
Fotografie
Inserire una fotografia solo se richiesta esplicitamente, evitando di barare. Evitare di mettere foto troppo antiche o troppo informali, come alcuni fanno, per esempio allegando foto di gruppo, foto in tenuta estiva o da montagna o mentre si tiene maldestramente il fiocco in barca a vela.