PAOLA JADELUCA, la Repubblica Affari&Finanza 17/5/2010, 17 maggio 2010
EUTELSAT, GRANDE SALTO VERSO L’EMISFERO SUD
«Cadrò sotto il peso delle medaglie», scherza Giuliano Berretta, presidente di Eutelsat, il big europeo dei satelliti, appena tornato da Washington dove gli è stato conferito il premio alla carriera Life Achievement Award, da parte della Arthur C. Clarke Foundation. la prima volta che questo riconoscimento va a un italiano. Per Berretta è solo l’ultimo di una lunga serie. Il vicentino più famoso del mondo, già eletto "Satellite executive", numero uno dei satelliti, dieci anni fa, sempre negli States, poi nelle 50 stelle d’Europa di Business Week, ovvero gli uomini che guidano i cambiamenti nel Vecchio Continente, ha fatto di Eutelsat un gioiello tecnologico al terzo posto al mondo e che, da quando è entrato nell’orbita del listino, ha sempre puntato verso l’alto.
L’ultimo regalo agli azionisti è dei giorni scorsi, con l’annuncio di un aumento del dividendo, che a fine luglio dovrebbe salire dal 50% al 70% del risultato netto, in vista della crescita sui mercati emergenti. Una notizia che ha fatto salire le azioni del 4%, portandole a quota 26 euro.
«L’outlook del settore è estremamente solido», commenta Riccardo Monti, senior partner responsabile della Practice Telecom & Media della società di consulenza strategica Value Partners. Spiega Monti: «I macrotrend sono tutti in crescita: il numero di pay tv user e di utenti dei satelliti, soprattutto nei paesi emergenti. Il fabbisogno di comunicazioni tende ad espandersi in zone sempre più remote, ampliando il mercato. Basti dire che in paesi come il Brasile e l’Indonesia ha ancora grandi potenziali di sviluppo la semplice fonia; poi tutti i servizi legati ai trasporti marittimi, che sono in crescita, e in aumento è anche il turismo delle crociere: sono tutti driver che impattano sul numero dei trasponder richiesti e sulla quantità di dati trasportati».
Da neutral a outperform, Credit Suisse ha promosso il gruppo dopo la diffusione dei dati del primo semestre dell’esercizio in corso che chiuderà il 30 giugno che ha fatto registrare un incremento dei ricavi del 9,6%, e dell’Ebitda, risultato lordo prima di interessi e tasse, del 9,7%. Numeri che hanno fatto ritoccare le stime di chiusura d’anno da 1,02 miliardi di euro precedentemente previsti a febbraio a 1,035. Gli occhi degli analisti sono puntati sul titolo. L’unica nota di preoccupazione è legata all’indebitamento. «Il gruppo è passato attraverso un Lbo, leveraged buy out, che ha lasciato un carico di debito importante sull’azienda, anche se compatibile con i margini e i flussi di cassa generati dal core business. Indebitamento, però, che appare incompatibile con l’ipotesi di fare una grande acquisizione», commenta Monti.
Ma in previsione non ci sono megadeal. I rumor parlano di manovre di espansione in America Latina, dove il gruppo è presente ma non ancora forte: qui potrebbe fare acquisizioni di player più piccoli e qualche joint venture con broadcast locali. Stessa cosa nell’area subsahariana, dal grande potenziale di sviluppo.
E pensare che tempo fa Eutelsat sembrava sull’orlo della bancarotta, prossima a essere comprata da compagnie americane. Invece è passata indenne attraverso tutte le turbolenze. Passato attraverso diverse fasi di azionariato, Berretta è stato capace di trasformare quello che era un organismo internazionale partecipato da tutte le telecom d’Europa in una compagnia di punta che in quattro anni ha visto crescere le quotazioni del 100%, e che gli è valso il riconoscimento di Euroconsult negli ultimi due anni, per l’aumento degli utili e la profittabilità raggiunta.
A fine anno verrà lanciato un nuovo satellite, KaSat, destinato a potenziare TooWay, il servizio a banda larga di nuova generazione, che secondo gli analisti darà un particolare dinamismo al gruppo e a tutto il settore: permetterà di portare la banda larga fino a 10 mega anche nelle zone più remote d’Europa, a un prezzo comparabile a quello dei sistemi Adsl via cavo. Tooway è una delle grandi intuizioni tecnologiche di Berretta, una carriera costruita tra i satelliti, prima in Selenia, oggi AleniaFinmeccanica, poi in Estec e Esa, le principali agenzie spaziali europee. La prima in assoluto, che ha dato via a tutto il business, è stata quella di collocare satelliti geostazionari per la tv nella stessa posizione orbitale, aggregando in questo modo l’utenza europea, medio orientale e nord africana. «Il vero merito va a Arthur C. Clarke, pochi lo sanno, ma questo scienziato e scrittore ha scoperto l’orbita geostazionaria, è stato il padre delle comunicazioni satellitari», racconta Berretta. L’orbita si trova a 36.000 km di distanza dalla terra, qui i satelliti ruotano alla stessa velocità della terra. «Come due persone che ballano insieme e si guardano negli occhi spiega il satellite guarda la terra e perciò possiamo mettere le antenne puntate fisse». Oggi è preistoria. Ma il potenziale del business è ancora da esplorare: come dimostra il tutto esaurito nei nove cinema che hanno trasmesso in diretta 3d via satellite la finale di Coppa Italia tra Roma e Inter, attraverso il satellite di Eutelsat Atlantic Bird 3. Un’altra idea di Berretta.