Gianluca Cazzaniga, ItaliaOggi 17/5/2010, 17 maggio 2010
UN MERCATO UNICO VERDE E DIGITALE
Il commercio elettronico e le eco-imprese sono i settori con le maggiori possibilità di crescita e di occupazione future. Il rilancio del mercato unico parte da qui, secondo l’ex commissario europeo alla concorrenza Mario Monti. Nei giorni scorsi l’economista italiano ha presentato a Bruxelles il rapporto sul mercato interno che gli è stato commissionato lo scorso ottobre dal capo della commissione Ue, José Barroso. «L’Europa deve sfruttare al meglio tutti gli strumenti del mercato unico per progredire nella costruzione di un’economia digitale, caratterizzata da basse emissioni di carbonio e da un uso efficiente delle risorse», ha scritto Monti. «Gli interventi in questo campo sono quelli che vantano i maggiori guadagni marginali».
Un mercato unico digitale. L’Europa non digitale ha un costo. Secondo uno studio recente citato dal rapporto Monti, l’Ue potrebbe aumentare il suo pil del 4%, se promuovesse o il rapido sviluppo del mercato unico digitale entro il 2010. Lo scorso marzo la commissione Ue ha comunicato che la percentuale di consumatori europei che negli ultimi dodici mesi ha comprato prodotti o servizi su internet è salita dal 20% nel 2004 al 37% nel 2009. Tuttavia restano delle barriere da abbattere. Da un lato, i rivenditori virtuali si trovano alle prese con diverse norme sull’Iva e sui contributi per il riciclo. Dall’altro, capita spesso che gli operatori commerciali on-line rifiutino le ordinazioni di cittadini di un altro paese. Senza contare che i consumatori nutrono dubbi sul trattamento dei dati personali, la sicurezza delle transazioni e i loro diritti in caso di problemi. Per favorire lo sviluppo del commercio elettronico, secondo Monti, serve una normativa europea sul ricorso collettivo, visto che oggi le controversie transfrontaliere rappresentano il 20% delle richieste di risarcimento collettivo. Questa proposta ha registrato la reazione negativa Business Europe, la Confindustria europea, secondo cui è meglio puntare su conciliazione e affini piuttosto che su azioni legali. Infine il rapporto sul mercato unico sottolinea che agevolare il commercio elettronico è un modo per avvicinare al mercato unico i 20 milioni di piccole e medie imprese attive in Europa. Oggi solo l’8% delle pmi opera nel commercio transfrontaliero e solo il 5% possiede controllate o fa parte di joint venture all’estero.
Un mercato unico verde. Quanto al mercato mondiale dei prodotti e dei servizi «eco», oggi è stimato intorno a un trilione di euro all’anno. E dovrebbe triplicare entro il 2020. L’industria europea è una delle più competitive, con quote di mercato che variano dal 30% al 50%. Genera un fatturato di 300 miliardi di euro e fornisce quasi 3,5 milioni di posti di lavoro, stando ai dati della commissione Ue. Il rapporto Monti fornisce tre raccomandazioni per favorire lo sviluppo di un mercato unico verde. Uno: creare nuove norme per la diffusione delle energie rinnovabili, i contatori e le reti intelligenti, e la trasparenza dei mercati all’ingrosso dell’energia. Due: definire standard europei per gli eco-prodotti. Tre: aumentare i finanziamenti europei per le infrastrutture energetiche.