Francesca Filippi, Il Messaggero 17/5/2010, 17 maggio 2010
POSTA CERTIFICATA, BOOM MA IN TANTI UFFICI SPENTA
Il debutto è stato col botto (con tanto di blackout telematico) e dopo 22 giorni dalla sua attivazione è ancora boom di richieste per la posta elettronica certificata, l’indirizzo e-mail con valore legale, già obbligatorio per diverse categorie e che di fatto dal 26 aprile scorso sostituisce raccomandate e fax. Obiettivo della Pec: ridurre burocrazia, costi e carta. Dunque, niente più file agli sportelli perché la posta elettronica certificata (che ha lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno e del fax) permette di dialogare con qualunque ufficio della Pubblica amministrazione senza muoversi da casa, basta collegarsi via internet da un qualsiasi computer.
La ”rivoluzione” fortemente voluta dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta (è suo il primo indirizzo Pec, renato.brunetta@postacertificata.gov.it) sembra aver convinto gli italiani. Almeno così dicono le cifre. Dal 26 aprile al 13 maggio il numero delle richieste di attivazione da portale sono state 191.369; 50.287 il totale delle caselle di postacertificat@ già in funzione. Dati che aumentano di ora in ora e che il link www.postacertificata.gov.it aggiorna quotidianamente. Attivare gratuitamente la propria casella è abbastanza semplice: bisogna collegarsi al portale www.postacertificata.gov.it (è anche possibile chiamare il numero verde 800.104.464 oppure il 199.135.191) e seguire una procedura guidata che consentirà di inoltrare in tempo reale la richiesta. Trascorse 24 ore dalla registrazione on-line, e fino a un massimo di tre mesi dopo, il cittadino potrà recarsi in uno dei 6.100 uffici postali abilitati per l’identificazione e la conseguente firma sul modulo di adesione. Solo dopo questo passaggio la posta certificata sarà ufficialmente attiva: per completarlo il richiedente dovrà portare con sé un documento di riconoscimento e uno ”comprovante” il codice fiscale (il codice fiscale in originale o la tessera sanitaria) e le fotocopie di entrambi i documenti.
La Pec - la cui gestione è affidata a Poste, Postecom, Telecom e Formez Pa - è un servizio gratuito, così come sono gratuiti servizi quali, notifica su posta elettronica tradizionale, fascicolo, indirizzario delle Pubbliche Amministrazioni, ma chi sceglierà di utilizzarla non potrà fare a meno anche di diversi servizi accessori a pagamento, a partire dalla firma digitale indispensabile per chi voglia fare istanza alla Pa, e la notifica multicanale. «Obiettivo finale è arrivare a 50 milioni di italiani – l’auspicio di Brunetta - ma puntiamo ad attivare 10 milioni di Pec entro uno o due anni. Grazie alla Pec si potrà accedere a tutta la Pa, governo, comuni, enti locali, Inps, agenzie delle entrate, chiedendo informazioni, documenti, certificati ed avendo diritto a ricevere risposte sempre via mail».
Peccato però che la Pa non abbia mostrato la stessa sollecitudine dei cittadini italiani. Lo riferiscono fonti dello stesso ministero della Funzione Pubblica: finora hanno pubblicato almeno una Pec 33 su 48 Amministrazioni centrali dello Stato, tra queste i ministeri della Giustizia (357 indirizzi), dell’Economia e Finanze (117) e degli Affari Esteri (240), l’Inail (272) e l’Aci (107); 33 delle 149 Asl; 20 università italiane su 93 (all’appello mancano atenei illustri come La Sapienza di Roma, Bicocca e Bocconi di Milano); appena 9 Regioni (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Umbria, Campania e Marche); 67 su 108 Province, con in testa quella di Catania (30 indirizzi Pec) e 80 comuni capoluogo. Da Palazzo Vidoni, lo staff del ministro precisa che finora complessivamente hanno pubblicato un indirizzo Pec sul proprio sito internet e nell’indice delle Pa (www.indicepa.gov.it) 637 comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti (11% del totale); 244 comuni con 5-10mila abitanti (20%); 201 comuni fino a 20mila abitanti (29%); 141 comuni con 20-60mila abitanti (35%) e 50 comuni con oltre 60mila abitanti (49% del totale). E visto che il 60% delle Pa ha ancora la casella ”spenta”, la Pec sarà anche al centro di un convegno che si terrà domani a partire dalle ore 10, all’interno del Forum PA 2010, dal titolo ”Posta elettronica certificata: una rivoluzione per i cittadini, un obbligo per le amministrazioni”. Appunto.