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 2010  maggio 20 Giovedì calendario

Nessuno vuole la villa ”maledetta” di Ricucci Eventi nefasti, maledizioni e superstizioni. C’è chi comincia a pensare che c’entri la sfortuna se i liquidatori giudiziali della Magiste Re di Stefano Ricucci hanno dovuto rimettere all’asta Villa Cacciarella per la quarta volta in due anni

Nessuno vuole la villa ”maledetta” di Ricucci Eventi nefasti, maledizioni e superstizioni. C’è chi comincia a pensare che c’entri la sfortuna se i liquidatori giudiziali della Magiste Re di Stefano Ricucci hanno dovuto rimettere all’asta Villa Cacciarella per la quarta volta in due anni. La colpa, insomma, potrebbe essere delle "presenze misteriose" che svolazzano nelle 34 stanze della dimora fatta costruire nel 1940 da Carlo Feltrinelli lungo la strada panoramica che da Porto Santo Stefano conduce al promontorio dell’Argentario. Anche se la tenuta, comprata da Ricucci per 34 milioni di euro, nel 2005 ha fatto sfarzo di sé come cornice delle nozze da mille e una notte del "furbetto del quartierino" con Anna Falchi, anni prima era stata teatro di avvenimenti tristi e dolorosi. Iniziarono con il suicidio di una crocerossina durante la Seconda guerra mondiale. E proseguirono con la drammatica fine di Giangiacomo Feltrinelli, che lì visse gli ultimi giorni prima della morte violenta in un’esplosione, in circostanze mai del tutto chiarite. E in quella villa che comprende quattro immobili, 35 ettari di terreno coltivato a vigneto e oliveto, eliporto e accesso a una splendida spiaggia privata, ci sarebbe anche la disperazione di Gianna Elisa Gianzana, mamma di Giangiacomo e vedova di Carlo Feltrinelli. Si racconta che, quando gli eredi della nobildonna decisero di mettere in vendita quel luogo che le era stato tanto caro, da una lampada sulla rampa di scale in granito iniziò a scendere una striscia di sangue: erano, secondo la credenza popolare, le sue lacrime di dolore. «Non ci credete? Guardate come è finito il matrimonio tra Ricucci e la Falchi», racconta l’ex sindaco di Monte Argentario, Nazzareno Alocci, che ha officiato le nozze tra il palazzinaro e l’attrice. «Entrare in quella villa ha portato male anche a me: subito dopo sono stato tradito da tre consiglieri e non sono stato riconfermato sindaco. Durante le nozze, il primo imprevisto è stato l’improvvisa sciatalgia della signora Falchi, che le impedì di raggiungere la Fortezza Spagnola per la cerimonia. Poi tutto andò storto: nonostante ci fossero solo pochissimi invitati, la moglie dell’allora presidente di Confcommercio Sergio Billè e un’altra signora indossavano lo stesso vestito. Aspettammo un’ora per il cambio d’abito. Poi si scoprì che tra gli invitati si era infiltrata una fotografa. E io, ancora lì ad attendere e a pensare alla crocerossina che si era suicidata, alla famiglia Feltrinelli e alla disperazione di Gianna Elisa. Ripetendomi: ma questi hanno capito in quale posto hanno scelto di sposarsi?». Chissà. Di sicuro, Villa Cacciarella qualche guaio con la giustizia a Ricucci l’ha portato. Racconta il cronista di Milano Finanza Fabrizio Massaro: «Ricordo che un servizio fotografico di Ricucci in posa davanti alla villa e pubblicato in esclusiva da un settimanale, convinse i Pm a indagarlo per dissipazione di un patrimonio che doveva restare a garanzia di eventuali condanne». Ovvio: si tratta solo di coincidenze e nessuno crede alla "sfortuna", ed è probabile che ai possibili compratori facciano più paura i 24 milioni di euro chiesti in base d’asta dai liquidatori della Magiste Re. ***** Costa 24 milioni di euro, va be’. Ma Villa Cacciarella ha 34 stanza, quattro immobili, 35 ettari di terreno, eliporto, accesso a una splendida spiaggia privata. Possibile che non la voglia comprare nessuno? Novella si è improvvisata agente immobiliare e l’ha proposta, senza nasconderne gli eventuali imprevisti paranormali, a personaggi famosi della finanza, della moda, dell’alta società. Tutte persone, insomma, che sanno valutare gli investimenti. Ecco cosa hanno risposto. E perché. Anna Kanakis: «Non avrei problemi ”di fantasmi” ad acquistare la villa Cacciarella, se mi piacesse; è la nostra energia a rendere i luoghi positivi. Mi spaventa di più il prezzo: una cifra così non si spende facilmente». Antonella Nonino: «Le superstizioni? Se ci sono presenze, basta la benedizione di un monaco tibetano. Ma io amo di più le ville antiche legate alla storia d’Italia con un valore da un punto di vista culturale». Massimo Giletti: «Preferirei comprarmi La dama con l’ermellino un’opera bellissima. Secondo me non viene venduta perché non hanno la Falchi da mettere dentro». Carlo Pignatelli: «Non conosco la villa, ma Ricucci sì e so che è una persona di buon gusto. Però io ho appena finito la mia villa in Argentina». Marco De Benedetti: «Non la comprerei neanche morto! Inoltre la cifra mi sembra un po’ spropositata e l’Argentario non è un posto dove comprerei casa. Sicuramente il prezzo non aiuta a venderla». Marina Ripa di Meana: «Forse, se fossi plurimiliardaria, ci potrei pensare. Ma credo non si venda a causa della crisi. Prima o poi qualcuno la acquisterà». Roberto Cavalli: «Non la comprerei mai. Per principio. Non acquisterei mai una villa che costa ben 24 milioni di euro. Preferisco cose decisamente più semplici».