Franco Bechis, Libero 15/5/2010, 15 maggio 2010
IL SOSPETTO DEL TAROCCO SULLA LISTA DI ANEMONE
Elenco anno 2003 nell’Anemone’s list. Al terzo posto, con l’appunto 2003-108 (e chissà che vuole dire) si trova uno dei nomi più noti della lista di proscrizione: ”Scajola - Via Barberini 38 - Via del Fagutale”. Il primo indirizzo è giusto. Nel 2003 Claudio Scajola era ministro dell’attuazione del programma, e in via Barberini c’era una sede della presidenza del Consiglio dei ministri, dove oggi invece ha sede l’Agenzia del Demanio. Anche via del Fagutale è indirizzo ormai noto. Lì ha sede la celebre casa Scajola con vista sul Colosseo. Ma nel 2003 quella casa era di proprietà della signora Maglione. Che non sapeva di dovere tragicamente morire da lì a poco, lasciando in eredità alle due figlie (che di cognome fanno Papa) l’immobile. Scajola lo avrebbe comprato solo nell’aprile del 2004. Come fa nel 2003 Anemone a sapere che un anno dopo il ministro avrebbe comprato proprio lì? Mistero. Stesso anno, altro giallo. Numero 112 della lista: Pittorru. Si tratta del generale della guardia di Finanza poi approdato ai vertici dei servizi segreti. Numero 114: ”Via Merulana 71Pittorru”. Sì, anche qui nome e appartamento coincidono. Ma l’acquisto avviene un anno dopo. Altra curiosa preveggenza. Non sono gli unici errori della Anemone’s list. Si indicano lavori all’appartamento di via della Pigna di Lorenzo Balducci addirittura due anni prima che lo acquisti. Si collegano indirizzi e proprietà inesistenti, anche per la presidenza del Consiglio dei ministri. Nel 2003 nella lista c’è anche una misteriosa annotazione, al numero 27: ”Acquisti vari personali pagati”. In sei anni è l’unica volta. Il che significa o che Anemone non faceva mai acquisti personali o che se li faceva non li pagava mai, per cui l’occasione unica e irripetibile andava segnalata. Ci sono anche altri errori, con spiegazioni più semplici: una tastiera malandrina del computer, un nome di battesimo confuso. Ma quelli sopra segnalati non sono errori di poco conto. E il dubbio a questo punto è legittimo: quella lista sembra taroccata. Non può essere lo specchio fedele di una contabilità rintracciabile in altra documentazione amministrativa: impossibile effettuare lavori in un appartamento un anno prima che siano commissionati. Quindi ci sono solo due possibilità. La prima è che l’estensore sia davvero Anemone e che solo nel 2008 (poco prima del sequestro) abbia annotato quel lungo elenco solo sulla base di ricordi personali un po’ fallaci. La seconda è che l’autore non sia Anemone. E qui le strade aperte sono tante. Un collaboratore maldestro. Una mano terza intervenuta dopo l’ispezione della Finanza, magari anche solo per mettere in fila ordinata documentazione e magari appunti su agenda trovati e così ricomposti.
I BILANCI DELLE SOCIET
Il giallo resta, e a questo se ne aggiunge un altro proprio passando al setaccio i conti di tutte le società di Anemone che avrebbero fatto quei lavori. Si tratta della Tecno-cos srl, della Redim 2002 srl, della Amp srl, della Keys System srl e della Anemone costruzioni. La più antica è nata nel 1994, la più recente nel 2007. Il fatturato più alto è quello della Anemone costruzioni del 2008: 37,7 milioni di euro (un boom: erano stati 10,9 l’anno precedente). L’utile di bilancio più consistente è di quella società nello stesso anno: 588.456 euro.
Ma sommando la media annua complessiva di tutte e cinque le società in una sorta di bilancio consolidato si ottiene un fatturato medio annuale di 34 milioni di euro e un utile medio annuale di 531.107 euro. Cifre discrete per un piccolo imprenditore, ma che certo non possono spiegare e nemmeno giustificare le centinaia di migliaia di euro di presunti regali a Scajola, Pittorru, Ettore Incalza, Lorenzo Balducci etc.., né favori e regalie emersi dall’inchiesta. Tanto meno lavori gratis per centinaia di migliaia di euro ciascuno ai 400 dell’Anemone’s list. Quindi o il gruppo aveva una contabilità in nero doppia, tripla o quadrupla rispetto ai bilanci ufficiali, e la finanza che vive lì dall’ottobre 2008 avrà pure scoperto qualcosa. Oppure assegni circolari, liquidi o beni in natura offerti da Anemone non erano attinti dalle provviste del suo gruppo. Fondi neri probabilmente, ma non attinti dalla sua provvista. Ed è forse questo il filone più interessante su cui indagare.