Andrea Scaglia, Libero 15/5/2010, 15 maggio 2010
PER STARE IN AFFITTO LO STATO PAGA 10 MILIARDI
Poi dice che Tremonti s’incazza sempre. Stavolta l’argomento è quello delle locazioni passive: trattasi dei contratti di affitto che lo Stato centrale stipula per poter avere a disposizione immobili in cui svolgere qualsivoglia attività istituzionale. E dunque ministeri, uffici territoriali, ma anche caserme delle forze dell’ordine o agenzie delle entrate e quant’altro. (Poi ce ne sarebbe parecchio da dire sulle tante strutture statali invece non utilizzate, ma questo è un discorso parallelo).
RICHIESTA INEVASA
In ogni caso, il ministro prima l’ha chiesto con calma, educatamente inserendo la richiesta nell’ultima Finanziaria: allora signori, visto che s’è deciso di razionalizzare le spese anche impostando una gestione centralizzata per esempio degli affitti pagati per l’appunto dallo Stato - gestione affidata all’Agenzia del Demanio ecco, gli enti statali sono pregati di comunicare alla suddetta Agenzia tutti i contratti d’affitto che hanno stipulato una sorta di ”censimento” -, e anche le previsioni sulle locazioni considerate necessarie per i prossimi tre anni. Questo per poter programmare meglio le spese ed eventualmente razionalizzarle, che poi significa tagliare quelle ormai superflue. Vale a dire gli sprechi, tipo le abitazioni magari assegnate decenni fa ma ancora utilizzate da parenti e amici non si sa a che diritto, oppure gli uffici di centinaia di metri quadrati utilizzati da pochi impiegati, cose di questo genere. Un obiettivo peraltro ribadito continuamente da Maurizio Prato, che dell’agenzia del Demanio è il direttore.
Epperò pare proprio che l’appello ministeriale sia caduto nel vuoto, con gli enti a far orecchie da mercante. Allora Tremonti l’ha detta chiara: «Considerato che allo stato soltanto un numero esiguo di amministrazioni ha trasmesso le previsioni triennali così ha scritto, con malcelata stizza, il responsabile dell’Economia in una circolare inviata qualche giorno fa si invitano le amministrazioni in indirizzo ad inviare tempestivamente tali dati».
OLTRE 6MILA CONTRATTI
Perché quest’operazione, così scrive ancora il ministro nella circolare, si inserisce «in un’ottica di contenimento della spesa pubblica». Tra l’altro, non ottemperando alla richiesta, si rischia la segnalazione d’inadempienza alla Corte dei Conti. Ragion per cui è bene che le amministrazioni coinvolte si diano una mossa e presentino i dati, in modo da rientrare nel termine fissato del 30 giugno prossimo. Peraltro, anche da qui si potrebbero trovare risorse per quell’annunciata manovra da 25 miliardi di euro prevista per il biennio 2011-2012.
D’altronde, la questione non è davvero di poco conto. Con la discussione sul federalismo demaniale in ballo, il Tesoro intende razionalizzare al massimo le spese. Ed è da tempo che si vuole metter mano a questo ginepraio delle locazioni passive. Per rendersi conto dell’enormità della questione basta spulciare i dati della stessa Agenzia del Demanio, relativi a gennaio 2010: lo ”Stato in affitto” costa infatti circa dieci miliardi all’anno, per oltre 6mila contratti. Naturalmente le spese maggiori sono nel Lazio, dove si arriva all’astronomica cifra di 4 miliardi di euro, che comprende anche gli affitti relativi a molti palazzi del potere (fate conto che soltanto gli uffici annessi alla Camera dei Deputati, che per l’appunto sono in affitto, costano intorno ai 50 milioni l’anno). Ma anche la Lombardia, in questo senso, spende parecchio in locazioni: 666 contratti d’affitto per una spesa di oltre 850 milioni di euro all’anno, di cui circa 240 soltanto a Milano. E terza, in questa classifica, si piazza la Campania, con i suoi 465 contratti che costano complessivamente la bellezza di oltre 600 milioni di euro.
CONFRONTI REGIONALI
Anche la Toscana spende parecchio, oltre mezzo miliardo all’anno per 442 locazioni, mentre la vicina Emilia-Romagna arriva a circa 470 milioni di euro, ma con nemmeno 300 contratti.. E anche la Sicilia sfiora il mezzo miliardo, ma di contratti ne conta molti di più, addirittura 539. E, più in generale, si nota come generalmente nel Mezzogiorno sia più numeroso il numero di affitti pagati dallo Stato, a fronte però di una spesa proporzionalmente minore: come se fossero in essere una gran numero di contratti medio-piccoli. Naturalmente, la spesa per affitti più bassa è quella in Valle d’Aosta: quattordici contratti per poco più di dieci milioni.
In ogni caso, Tremonti non ha più voglia né tempo per aspettare, e pretende di avere una visione chiara della situazione generale. Di pagare dieci miliardi all’anno d’affitto non ne vuole più sapere. E, per quel che vale, noi con lui.
Andrea Scaglia, Libero 15/5/2010