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 2010  maggio 17 Lunedì calendario

Kay Allen

• New York (Stati Uniti) 25 novembre 1945. Pubblicitario • «I venditori ambulanti di Times square che hanno segnalato alla polizia la presenza di un Nissan Pathfinder da cui usciva del fumo, hanno agito sulla base di una combinazione di istinto di strada, senso del dovere civico, addestramento militare e raccomandazioni di Allen Kay. Non che conoscano personalmente questo Kay, ma conoscono benissimo il suo lavoro. Kay, che è presidente e amministratore delegato dell’agenzia pubblicitaria di Manhattan Korey Kay & Partners, ha scritto circa la metà degli oltre ottanta slogan creati dalla sua società dall’anno della sua fondazione, nel 1982. suo lo slogan per la EmigrantDirect, filiale online della Emigrant Bank: More Money for Your Money (Più soldi per i vostri soldi). Ed è suo anche quello per Stuart Weitzman, stilista e rivenditore di scarpe da donna: A Little Obsessed with Shoes (Un po’ ossessionati dalle scarpe). Naturalmente i venditori che hanno notato il Pathfinder fumante a Times Square ne avevano in mente un altro: If You See Something, Say Something (Se vedi qualcosa, di’ qualcosa). La frase era stata coniata da Kay per la Metropolitan Transportation Authority, la società dei trasporti pubblici newyorchese. La scrisse il giorno dopo l’11 settembre 2001, Kay, seduto nel suo ufficio sulla Quinta Avenue, su una delle schede 7x12 che si porta dietro per annotarsi le idee buone. La sua agenzia aveva già fatto dei lavori pubblicitari per la Mta, ma Kay creò If You See Someting, Say Something ancora prima che i funzionari dei trasporti pubblici newyorchesi glielo chiedessero. Dice che voleva contribuire a prevenire un altro disastro, e che voleva fare qualcosa di positivo in seguito agli attacchi. ”Il modello che avevo in mente era Loose Lips Sink Ships (Chi parla troppo affonda le navi). Non ero nato durante la seconda guerra mondiale, ma conoscevo lo slogan, e sicuramente non sono il solo a conoscerlo. In questo caso - aggiunge - l’ironia era che noi vogliamo esattamente il contrario. Vogliamo che la gente parli. Io volevo trovare qualcosa che veicolasse questo messaggio, qualcosa che diventasse contagioso”. Nel 2002 la Mta decise che serviva una campagna per incoraggiare gli utenti a denunciare attività sospette o pacchetti incustoditi, e si rivolsero a Kay, che aveva ancora quello slogan appuntato sulla scheda. Nel gennaio del 2003, If You See Something, Say Something campeggiava su manifesti e cartelloni sulle vetture della metropolitana, sugli autobus e sui treni. Da allora è diventato un fenomeno globale. La Mta ha registrato lo slogan, ma sembra che gli impieghi non autorizzati superino di gran lunga quelli autorizzati. Se inserisci la frase su Google escono fuori oltre 390.000 risultati. il titolo di una canzone dei Taking Back Sunday, un gruppo di rock alternativo, di un monologo del performer Mike Daisey molto acclamato dalla critica e di un libro sul lavoro del fotografo francese Touhami Ennadre. stata esposta sugli autobus e sui tabelloni di tutto l’Ohio, per iniziativa dell’ufficio sicurezza interna dello stato. Ed è impressa sulla carne di almeno una newyorchese, Joy Rumore [...] che si è tatuata lo slogan (in inglese e in spagnolo) sulla gamba destra nel 2007, con lo stesso font e lo stesso stile usato sui manifesti della metro. ”L’ho fatto solo per fare una cosa un po’ originale”, dice la ragazza, che è proprietaria del negozio di tatuaggi Twelve 28 Tattoo, a Brooklyn. ”Non l’ho fatto per fare una dichiarazione politica. L’ho fatto perché amo la metropolitana. Amo New York. solo un logo riconoscibile”. Leader municipali, funzionari della Mta ed esperti di marketing hanno elogiato lo slogan perché ha contribuito ad allertare i cittadini newyorchesi e a rovesciare la sindrome del ”se vedi qualcosa non fare nulla”, esemplificata dall’omicidio di Kitty Genovese nel 1964 a New Gardens, nel Queens, quando le urla della ragazza che veniva pugnalata a morte furono udite da numerosi vicini, ma nessuno chiamò la polizia. La campagna esorta i cittadini a chiamare un numero verde antiterrorismo, 1-888-NYC-SAFE. [...] ” efficace, è semplice e invita ad agire”, dice Mary Warlick, amministratrice delegata dello One Club, un’organizzazione non profit che rende omaggio alla creatività nel mondo della pubblicità. ”E fa anche sentire tutti un po’ meglio perché c’è una pubblicità che fa del bene”. Qualcuno però critica lo slogan dicendo che alimenta la paura e la paranoia, e sono numerosi gli artisti e gli attivisti politici che lo hanno parodiato, sbeffeggiato e distorto (’Se temi qualcosa, vedrai qualcosa” hanno scritto sul sito www.fulana.org» (Manny Fernandez, ”la Repubblica” 17/5/2010).