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 2010  maggio 15 Sabato calendario

Il mio sì ambientalista al nucleare Margherita Hack, ha sorpreso molti questa tua adesione a una lettera dura nei confronti della politica energetica del Pd, conoscendo i tuoi sentimenti per Berlusconi sembra paradossale il tuo appoggio alla decisione di tornare al nucleare

Il mio sì ambientalista al nucleare Margherita Hack, ha sorpreso molti questa tua adesione a una lettera dura nei confronti della politica energetica del Pd, conoscendo i tuoi sentimenti per Berlusconi sembra paradossale il tuo appoggio alla decisione di tornare al nucleare. Perché l’hai firmata? L’energia non è né di destra né di sinistra. Io credo che intanto si dovrebbero sfruttare al massimo le energie rinnovabili, il solare, che è utilizzato più dalla Svezia che dall’Italia, il Paese del sole. Le rinnovabili non saranno sufficienti per i bisogni sempre crescenti dell’industria, quindi bisognerà per forza ricorrere al nucleare. Ci sono molte paure, anche irrazionali, perché noi siamo circondati dalle centrali nucleari: la Francia ce ne ha almeno 35, la Germania una quindicina. Centrali nucleari ci sono in Svizzera, in Austria, quella di Krsko, al confine tra la Slovenia e Croazia, in pratica è come averla in Friuli Venezia Giulia, ed è anche abbastanza vecchiotta. Noi siamo costretti a comprare energia, anche nucleare. Dobbiamo pagarla agli altri perché siamo completamente dipendenti dall’estero, e se ci fosse un disastro in uno di questi Paesi noi avremmo tutti i danni senza averne i vantaggi. Quindi c’è molta paura, irragionevole, anche scientifica, per l’energia nucleare, per gli Ogm. Quello per cui invece bisogna essere prudenti è stabilire bene modalità e luoghi dove mettere le scorie. Tu sei un’astrofisica e non un ingegnere nucleare, ma sai quali sono le obiezioni degli antinuclearisti e degli ambientalisti: il problema della scelta dei siti, che è difficile dappertutto, in Italia lo sarebbe ancora di più vista la conformazione geologica e sismica. C’è il problema dei costi enormi di costruzione, i tempi lunghi di lavorazione (8-10 anni almeno), i costi nascosti delle centrali per lo smantellamento dopo 30 40 anni e il problema delle scorie, che si accumulano di anno in anno con le 440 centrali che ci sono nel mondo. Sono grossi problemi, che sono stati affrontati e risolti anche in altri Paesi. Può darsi che in Italia sia più difficile. C’è la Sardegna, ”libera” dal punto di vista geologico. Bisogna affrontare il problema, d’altra parte se ci fossero stati disastri noi avremmo avuto subito lo stesso tutte le conseguenze perché molte centrali sono al confine con l’Italia. Le centrali di oggi sono più sicure anche se la sicurezza non è mai assoluta. Mi sembra che in questa lettera ci sia qualcosa di più, il timore di un atteggiamento anti-scientifico e di paura della scienza nella sinistra italiana. Mi sembra che sia così. Anche questa demonizzazione dell’Ogm è un altro segno di una grande ignoranza scientifica e di una grande paura della scienza che un po’dimostra anche come la classe dirigente italiana ritenga la scienza non una cosa importante, basta vedere anche la nostra industria, che spende meno del 0.4 per cento del Pil per la ricerca. Nulla in confronto al Giappone, Paese uscito dalla guerra come un Paese non industriale, che investendo nell’industria ha invaso il mondo con i suoi prodotti. Noi siamo rimasti al palo. E pensare che subito dopo la guerra l’Italia era la terza potenza nucleare tra le nazioni pacifiche. Noi abbiamo lasciato morire tutta questa cultura, tutte queste possibilità. Oggi costerebbe enormemente tornare al nucleare, ci vorrebbero tanti anni per farlo, ma se non fosse stato abbandonato oggi saremmo molto più avanti almeno dal punto di vista dell’energia. La lettera l’avete indirizzata a Bersani, che ha già risposto no perché «a queste condizioni non ci stiamo ad appoggiare il piano del governo Berlusconi». Anche dalla sinistra ambientalista sono arrivate critiche. Realacci, responsabile economia verde del Pd, l’ha definita «un appello figlio di ideologie del passato». Altre risposte più pesanti adombrano sospetti di lobbying congiunta di Ansaldo, Edison, Enel. Figuriamoci! Io sono ambientalista, so che l’energia nucleare inquinerebbe molto meno dell’energia a petrolio, a metano e a carbone, a cui dovremmo comunque ricorrere e a cui ricorriamo effettivamente visto che non disponiamo dell’energia nucleare. Essere a favore del nucleare da un punto di vista scientifico non vuol dire certo essere a favore di Berlusconi. Quella del suo governo è una mossa politica. Berlusconi resta un gran mascalzone lo stesso, anche se appoggia l’energia nucleare.