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 2010  maggio 15 Sabato calendario

LA CAMPANIA SI CURA CON UNA MONTAGNA DI DEBITI

Il nuovo presidente della Campania Stefano Caldoro si dice convinto che Berlusconi e Tremonti lo aiuteranno. Chissà se il governo vorrà venirgli incontro: certo è che i numeri della sanità campana sono impressionanti. E non saranno certo ritocchi ad accise e addizionale Irpef a rimetterli a posto.
Il quadro è questo: 223 milioni di rosso nel 2008, 770 milioni nel 2009. E soprattutto, una spaventosa montagna di debiti: oltre 6 miliardi di euro accumulati nel corso degli anni, il 67% del finanziamento complessivo annuale della sanità regionale.
Se può consolare, nel 2005 le cose andavano anche peggio: allora il debito superava il 100% del finanziamento complessivo annuo, e il deficit ammontò ad addirittura 1,8 miliardi. Dopo il miglioramento del biennio 2007-8 nel corso dell’ultimo anno della presidenza Bassolino il controllo del bilancio è crollato.
Caldoro - come fece Bassolino - si lamenta di una serie di inadempienze da parte dello Stato per i trasferimenti. Parliamo di circa 2 miliardi di euro assegnati e mai versati: saldi dal 2006 al 2009 non erogati dal Fondo Sanitario Nazionale, il cosiddetto ”contributo d’affiancamento” del 2008, un residuo di un prestito contratto presso il ministero dell’Economia, le quote che spettano alla Regione dell’Irap e dell’Irpef (solo questa voce vale quasi 800 milioni). E non c’è dubbio che pesi sulla gestione anche il miliardo e mezzo di fondi già erogati dalla Regione alle aziende sanitarie, che però sono stati bloccati dai legali dei creditori presso le banche tesoriere. La sola Asl Napoli 1 Centro ha un miliardo congelato in banca, tutti soldi indisponibili forse per molti mesi ancora.
Resta il fatto che indiscutibilmente la sanità della Campania produce ogni anno sempre nuove, talvolta mostruose, voragini finanziarie. Quest’anno si contava di tappare il buco utilizzando parte dei fondi FAS, ma per l’appunto il governo impedirà di ricorrere a questo ”trucco”.
Il problema, spiegano gli esperti del settore, è che la Regione Campania ha ancora troppi grandissimi ospedali e troppi posti letto, un modello decisamente superato nel resto del paese. Oltre ovviamente a dover fare i conti con una miriade di sprechi e con spese troppo elevate per l’acquisto di beni e di servizi.
Non è un caso se i «buchi neri» che mangiano risorse senza controllo o quasi sono concentrati: tre ASL (la Napoli 1 Centro, quella di Salerno e la ASL Napoli 3 Sud), i due Policlinici universitari e l’Ospedale Cardarelli di Napoli. Da sole, queste sei aziende detengono il 70% di tutti i debiti della sanità campana. La Napoli 1 centro paga i fornitori dopo 20 mesi; è aggredita da pignoramenti per 100 milioni al mese, ovvero quanto la Regione le gira mensilmente; paga stipendi e creditori soltanto se gli fanno causa. Una gestione da incubo che rischia di estendersi a tutte o quasi le strutture della Regione. Soltanto di contenzioso, la Campania spende 300 milioni l’anno.