Libero, 14/5/2010, 14 maggio 2010
COLPO DI CODA
Colpo di coda del crac argentino: il Fisco italiano perde 1,5 miliardi
Da otto anni l’Italia è (incredbilmente) alla finestra. Nessuno dei governi che dal 2002 si è alternato alla guida del Paese ha mai mostrato un interesse specifico per il crac argentino. Fra gli addetti ai lavori, però, più di qualcuno non riesce a capirne la ragione. E proprio mentre è in corso il secondo tentativo di Buenos Aires di archiviare la faccenda al Tesoro si fanno due conti. Il crac argentino, infatti, ha cagionato un buco di circa 1,5 miliardi di euro nei conti pubblici del nostro Paese. Una cifra di tutto rispetto, specie in un momento in cui con la crisi finanziaria che morde i bilanci pubblici le finanze locali traballano. Si tratta, in buona sostanza, del ”Lato B” del flop sudamericano. Senza il default dell’Argentina, quei 14 miliardi di euro di tango bond in mano agli italiani avrebbero consentito all’Erario di intascare, come accennato, 1,575 miliardi euro. Cifra messa nera su bianco in un appunto riservato che circola al Tesoro dove si stima il mancato effetto dell’imposta sui capital gain, pari al 12,5%. Quanto ai 180mila italiani in possseso di bond, ieri la Tfa dell’Abi ha fatto sapere ai risparmiatori, senza indicazioni specifiche, che l’offerta argentina in scadenza il 7 giugno peggiora le condizioni del 2005.
F.D.D.