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 2010  maggio 14 Venerdì calendario

LO STRANO AMORE DI GEORGE SAND

Se un’attrice, bella, simpatica e famosa, scrive un libro, non un manuale che sveli i segreti della sua bellezza e neppure quelli della sua cucina, bensì un libro vero, un romanzo anzi, nei giornali si è inevitabilmente portati a pensare: ahimè. In altre parole: toccherà scriverne arrampicandosi sui muri per trovare il modo di dire senza dire. Prima di tutto, perciò, grazie ad Anna Kanakis, che debutta in veste di scrittrice con Sei così mia quando dormi (Marsilio, pp. 112, 12), per non costringere
e il recensore a faticose arrampicate in pareti a picco: il suo breve romanzo è, infatti, pieno di grazia e di misura, come scritto da chi abbia già lunga dimestichezza con lettura e scrittura.
Strettamente letterario – e suggestivo – è il tema scelto dall’autrice per esordire nella narrativa. Protagonisti del lungo racconto sono, infatti, George Sand, la sulfurea scrittrice dai comportamenti provocanti e dai molti amori – tra i quali Alfred de Musset e Frédéric Chopin’ che dai ritratti conosciamo per lo più vestita da uomo (nella Parigi di due secoli fa!), e il trentatreenne Alexandre Manceau, di professione incisore che, capitato in visita nel suo castello per passarvi un fine settimana con l’amico Maurice, il figlio di George, vi rimase quindici anni, fino alla morte, praticamente. Morte di lui, non di lei, benché egli fosse di tredici anni suo cadetto.
Fulminato in un istante dalla passione, egli divenne il devoto ammiratore, il segretario oltre che l’ultimo amante di George con grande fastidio dell’ex amico Maurice che, a un anno dalla morte, lo obbligò, pur già molto malato (di tisi), a tornarsene a casa sua, dove lei, peraltro, lo seguì senza esitare. Da questa vicenda irresistibilmente romantica Anna Kanakis ha tratto quel che in francese si definirebbe un «récit», una serie di monologhi nei quali Alexandre narra in presa diretta e in prima persona la sua storia d’amore. E lo fa, pagina dopo pagina, mescolando avvenimenti e sentimenti, in tono leggero ma insieme grave, come di bambino che abbia scoperto all’improvviso un grande e luminoso mondo sconosciuto. A volte – e non ci sarebbe da stupirsi – si può avere l’impressione di una sceneggiatura per un soggetto teatrale, il che, però, in fin dei conti, serve a rendere più immediato il testo, e più veloce.
Grande deve essere stato il rischio – per l’autrice – di farsi prendere la mano dal turbine amoroso nel quale vissero George e Alexandre, di lasciarsi influenzare e infiammare dal loro fuoco ardente. E invece, pur narrando una passione esplicita e travolgente, la scrittura resta controllata, quasi sommessa, dal principio alla fine. Del resto, anche il numero esiguo delle pagine conferma in un certo modo che non sono state sprecate parole in ridondanze e compiacimenti. Trattandosi di un romanzo, Anna Kanakis reinterpreta, ovviamente, a modo suo la vicenda: eppure si ha la sensazione che la voce di lei si sovrapponga con estrema levità a quella di lui, che si mescoli e si amalgami, tanto che le due davvero non si possono distinguere.
Isabella Bossi Fedrigotti