Luca Fazzo, il Giornale 13/5/2010, 13 maggio 2010
Una donna senegalese di 31 anni, commessa e modella a Milano, accusa il calciatore dell’Inter, Samuel Eto’o, di averla messa incinta e poi minacciata di morte per farla abortire
Una donna senegalese di 31 anni, commessa e modella a Milano, accusa il calciatore dell’Inter, Samuel Eto’o, di averla messa incinta e poi minacciata di morte per farla abortire. La donna incontrò il calciatore nell’autunno 2009, in un ristorante marocchino. A gennaio il calciatore la chiamò per la prima volta per chiederle di uscire: «Siamo andati al bar dell’hotel Bulgari per prendere un aperitivo. Da quella sera ha iniziato a telefonarmi con insistenza». Il quarto incontro, un mercoledì dopo una partita disputata a San Siro: «Era molto tardi, ha insistito per non uscire e si è autoinvitato a casa mia». Lui le assicurò di non essere sposato, di non aver figli né legami sentimentali: «Quella sera abbiamo per la prima volta fatto l’amore. Da allora abbiano iniziato a vederci almeno un paio di volte alla settimana. Gli incontri erano da me oppure a casa sua in via Spiga, il suo citofono non porta nessun nome ma solo il numero 6». Lui non ha mai voluto usare il profilattico, così all’inizio di aprile la donna si scoprì incinta. Appena Eto’o seppe la novità, si mostrò parecchio infastidito, poi il giorno successivo telefonò alla donna: «Subito mi ha intimato con parole dure di abortire perché questo figlio non doveva nascere, gli ho spiegato che sono musulmana e la mia religione non ammette l’aborto, oltretutto non volevo uccidere il mio bambino. Samuel ha replicato: guarda che devi fare quello che ti dico perché ho già quattro figli e non posso mantenere un altro bambino. Sono rimasta sbalordita». In seguito sono arrivate le minacce: «Devi fare quello che ti dico, non mi fare arrabbiare. Tu hai la testa dura che non ti funziona ma se non abortisci te la taglio». L’ultima telefonata, domenica 2 maggio: «Se non abortisci ti uccido quando torno a Milano, tu ed io siamo africani e sai bene noi in Camerun cosa facciamo alle donne che non vogliono abortire, posso sempre scappare via dall’Italia. Tu non mi devi cercare mai più, sai che non sono un senegalese io», alludendo al fatto che i cittadini del Camerun sono considerati molto violenti, al contrario dei senegalesi.