Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 14 Venerdì calendario

PERUGINI Alessandro

• Novara 20 luglio 1971. Poliziotto • Vicecapo della Digos ai tempi del G8 di Genova (luglio 2001) «[...] celebre per aver preso a calci in faccia un quindicenne, condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi per le sevizie a Bolzaneto e a 2 anni e 3 mesi per arresti illegali, è divenuto capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente in quella di Alessandria [...]» (Marco Travaglio, ”l’Unità” 25/3/2009) • «Il calcio al volto del ragazzino costa trentamila euro. Ed è solo l’inizio. Alessandro Perugini, vice-questore – e allora numero 2 della Digos genovese – ha deciso di risarcire il quindicenne di Ostia aggredito durante il G8. La sequenza di quel pestaggio fece il giro del mondo, diventando una immagine-simbolo del G8. Immortalava un gruppo di uomini in divisa e in borghese che prendeva a pugni e manganellate un adolescente. E quel signore in jeans, maglietta gialla – Perugini, appunto – che lo colpiva con una scarpata in piena faccia. Poi un primo piano sul viso del ragazzino, orribilmente tumefatto, l’occhio gonfio come un pallone. [...] Era il pomeriggio di sabato 21 luglio 2001 quando Bruno Mattana venne circondato e pestato da alcuni poliziotti davanti alla questura del capoluogo ligure. Picchiato ed arrestato illegalmente insieme ad altri compagni. Gli agenti giurarono di essere stati aggrediti, e lo misero per iscritto nei loro verbali di cattura: furono clamorosamente sbugiardati da fotografi e telecamere che immortalarono l’evento, ed in particolare da un filmato della polizia scientifica che fece chiarezza in maniera imbarazzante. Gli otto no-global erano seduti a terra, le braccia alzate: furono i poliziotti a piombare su di loro. [...]» (Massimo Calandri, ”la Repubblica” 16/3/2008).