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 2010  maggio 14 Venerdì calendario

LA RIVINCITA DEI SOLITI IGNOTI

Non ha un titolo l’opera di Maurizio Cattelan, autoritratto che sbuca dal pavimento, ma ha un record, quello del più caro artista italiano vivente. 7,92 milioni di dollari più diritti d’asta. L’installazione fu presentata nel 2001.
Al Museo Boymans-van Beuningen di Rotterdam convinse i curatori a fare un buco per terra per il pupazzo che sembra uscire da uno scantinato meravigliato di trovarsi nelle sale di un museo. Un po’ come il Capannelle de I soliti ignoti di Monicelli sorpreso, dopo aver sfondato il muro, di trovarsi, anziché nel caveau della banca, in cucina. Se la sono contesa gente come Pinault, Arnault, un collezionista greco, l’emiro del Qatar, forse un russo. Chi se la sia aggiudicata stando all’altro capo di un telefono nessuno lo sa. Sicuramente qualcuno disposto a fare un buco nel salotto. Perché un’opera cosi difficile da installare, per lo più prodotta in un’edizione di tre esemplari più quella che si dice la prova d’artista, ha realizzato una cifra cosi alta? Primo, perché è una delle opere più iconiche dell’artista, un autoritratto. Cattelan è lui stesso un’opera d’arte quindi le opere che lo rappresentano sono le più riconoscibili. Secondo, perché racconta una storia nella quale tutti si possono identificare. Terzo, perché desta meraviglia. La reazione dello spettatore quando entrava nella sala del museo era di per sé uno spettacolo. Un’opera d’arte che riesce a mettere insieme l’identità dell’artista, una storia comune e la meraviglia dello spettatore quasi sempre ha successo. Sicuramente Sotheby’s ha promosso bene la sua merce mettendola sulla copertina del catalogo. Ma nulla toglie alla forza del lavoro. Raggiunto al telefono a Londra, Cattelan si schernisce. Lui c’entra poco in questo prezzo folle. Gli otto milioni non gli vanno in tasca. Ma ce ne finiranno molti di più con le future opere spinte dal vento di questo risultato che farà inacidire ancora di più i suoi denigratori. Per l’arte italiana comunque un successo.