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 2010  maggio 14 Venerdì calendario

IL FANTASTICO MONDO DI BRIATORE "SONO IL MOURINHO DELLA F1"

Sul molo in mezzo al porto, laddove il lusso lampeggia come un semaforo all´incrocio tra la megalomania e il kitsch, è ormeggiato il Force Blue (FB), il panfilo di Flavio Briatore (FB pure lui). E´ tutto blu, ed è sempre in festa. Ma stasera è una festa molto particolare quella che si tiene qui: la festa del Grande Ritorno. La Formula 1 è così, è un mondo di gommapiuma in mano sempre alle stesse cinque-sei persone che se ne danno di santa ragione, si radiano, si multano, si scannano, e poi tornano, tutti, uno dopo l´altro, come se nulla fosse successo.
E ora tocca all´"amico Flavio" recitare il copione, dimenticare tutto, il crashgate, la farsa del processo, la radiazione, gli insulti ricevuti, e sorridere al suo vecchio mondo, ospitare Ecclestone, «dorme qui e occupa anche poco spazio», e ammiccare a Mosley il suo nemico giurato, «ma ci andrei a cena perché tengo separato l´aspetto professionale da quello personale». Del resto la F1 è l´ultimo posto al mondo dove sia consigliato lasciarsi guidare dal rancore. Qui è molto meglio, e più utile, sorridere e fare una bella festa: candele e argenteria, ritratti di giraffe, elefanti e leoni alle pareti, persino una scimmia in bronzo sul bancone del bar vicino alle bottiglie di Moet&Chandon rosé e agli isolotti di finger food. Benvenuti. Prima di stasera non è successo niente. «Un giro nel paddock? Sabato. Venerdì non posso che mi vengono Bono e quelli della band al Billionaire (per il gp si è trasferito in una discoteca locale, ndr). Però sabato vado. Del resto è il mio mondo». E basta evocarlo, quel mondo, perché Flavio si accenda in un monologo ininterrotto. «La F1 piacerà sempre perché siamo tutti automobilisti. Però andrebbe rinnovato. E invece niente. La Federazione è un´istituzione conservatrice. E sta riducendo la F1 ha un evento del passato». Fa una pausa dolorosa e versa un po´ di Perrier nel bicchiere del vino bianco. «Il tennis è un ottimo esempio di sport del passato. Vai a vedere una partita e non sai se durerà un´ora o cinque ore. Secondo me dovrebbero fare partite a tempo: alla fine suona la campanella e chi ha più punti vince. Anche il calcio italiano rischia, con i calciatori onnipotenti e i tifosi che pagano dieci euro e si sento autorizzati a fare e dire di tutto, guardate la Juve... no, oggi se non sei deficiente te ne tieni lontano». Sarà pure a rischio, ma sul calcio italiano Flavio ama dilungarsi: «Per lo scudetto tifo Roma, l´Inter mi è antipatica, troppo arrogante, però è molto più forte e vincerà. Mourinho? E´ un rivoluzionario, in questo ricorda me. E´ uno che dice quello che pensa: ha visto Balotelli, è andato in tv e ha detto "Balotelli è un pirla". Stupendo. E tutti gli altri allenatori abituati a non dire niente sono sembrati vecchi di un secolo».
Passa davanti al tavolo una cosa minuscola. E´ Diva, il cane di Elisabetta. «Quella cagnetta è un bidone - dice Flavio - E´ uno Yorkshire Toy, dovrebbe essere più bassa di un centimetro... Però è carina, è persino andata in depressione quando è nato Falco». Falco, Nathan Falco. L´erede Briatore. La storia del nome la racconta poco dopo Elisabetta, vestita di scuro, elegante e bella come una notte senza luna. «Su un sito avevo trovato il nome Nathan, che suonava bene. Poi quando ho scoperto che voleva dire "dono di dio", l´ho scelto. Ma Flavio mi fa: «Possiamo chiamarlo anche Falco? Mi è sempre piaciuto, fa pensare al volo, alla libertà». E io: «Ok»: Poi dopo qualche giorno mi fa: «Ti spiace se all´anagrafe lo chiamiamo Falco Nathan Briatore, sai per le iniziali FB…» E io: «Ok, basta che poi lo chiamiamo Nathan». Solo che non è stato ai patti e mentre per me è Nathan per lui è Falco, tranne quando piange».
I camerieri sono tutti di colore e Flavio, con sincero e ricambiato affetto, li chiama tutti «Jambo». Servono un crudo di mare da concorso. Lui rifiuta, e riattacca sulla F1: «I favoriti sono i due della Red Bull, Alonso e Hamilton (che chiama «Jambolino»). Tra Alonso e Schumi? Preferisco Alonso perché oltre ad essere fortissimo è anche una persona evoluta uno che non ha in mente solo la prestazione, la macchina. Ci puoi anche andare a cena».
Arriva il dolce, la serata se ne è andata, Flavio assaggia appena e con posa finale sospira. «Se il paddock mi manca? Come le sigarette quando smetti di fumare». Già, ti mancano così tanto che ricominciare è un istante.