Sergio Bocconi, Corriere della Sera, 14/5/2010, 14 maggio 2010
Ecco i signori che decidono gli stipendi d’oro dei manager - MILANO – Sono i signori dei compensi
Ecco i signori che decidono gli stipendi d’oro dei manager - MILANO – Sono i signori dei compensi. Compongono i ristretti comitati di amministratori che in banche e grandi imprese elaborano proposte per il board sulle remunerazioni di consiglieri e top manager, e sulle policy generali di retribuzione e incentivazione. Dopo la crisi la loro influenza è cresciuta moltissimo. E vi partecipano big di economia e finanza, dirigenti, banchieri e imprenditori. Del resto devono dibattere e proporre (che talvolta significa in pratica decidere) su un «tesoretto» di dimensioni tutt’altro che esigue, se si pensa che soltanto nel 2009, e dopo le sforbiciate effetto-crisi, oltre 150 dirigenti di società quotate hanno ricevuto almeno un milione (lordo) di stipendio, e più di una ventina fra tre e quattro milioni. Ecco dunque che nel comitato per le remunerazioni di Generali presidente è Paolo Scaroni, l’amministratore delegato dell’Eni che nel Leone è consigliere e componente l’esecutivo. Con lui a parlare di compensi ci sono due pezzi da novanta, l’imprenditore Leonardo Del Vecchio di Luxottica e Lorenzo Pellicioli della De Agostini. Presidente del compensation committee dell’Eni è Mario Resca, ex numero uno di Mc Donald’s Italia, manager che ha ricoperto svariati incarichi in board e nel mondo pubblico. In Luxottica il presidente del comitato risorse umane (nome diverso ma stessi compiti) è il banchiere Claudio Costamagna. L’elenco di big è davvero ricco. In Enel il presidente del piccolo board sulle remunerazioni è l’ex ministro Augusto Fantozzi, mentre in Telecom Italia è Elio Catania, ex Ibm e Fs (oggi Atm), affiancato fra gli altri dal giurista Berardino Libonati. Nel comitato di Unicredit, presieduto da Dieter Rampl, ci sono anche Enrico Tommaso Cucchiani (Allianz), il presidente dell’Enel Piero Gnudi e l’imprenditore Carlo Pesenti, che fa parte anche dell’analogo comitato in Mediobanca presieduto da Renato Pagliaro e del quale fanno parte anche imprenditori come Roberto Bertazzoni, Vincent Bolloré e Jonella Ligresti. In Montepaschi il vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone non manca mai alle riunioni del board remunerazioni. E in Atlantia il comitato risorse umane è presieduto dall’imprenditore e vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei. In Fiat e in Mediaset invece i lavori li coordinano (rispettivamente) due superconsulenti, Roland Berger e Bruno Ermolli, mentre in Ubi accanto al presidente, il giurista Alessandro Pedersoli, ci sono imprenditori come Giuseppe Lucchini e Alberto Folonari. Insomma, le star (con relativi pesi e competenze) non mancano. In quasi tutti i casi si tratta di amministratori che hanno le caratteristiche dell’indipendenza secondo normativa e codice di autodisciplina considerata la «delicatezza» dell’argomento. E proprio in virtù del tema di non trascurabile importanza, secondo quanto viene riportato dalle relazioni sulla corporate governance che le società quotate elaborano annualmente, questi comitati si riuniscono con una certa frequenza, in qualche caso maggiore rispetto agli altri organi tecnici che sono chiamati a coadiuvare il lavoro del consiglio. Per esempio il compensation committee dell’Eni nel 2009 si è riunito 13 volte, con la partecipazione del 96% dei suoi componenti, quelli di Intesa Sanpaolo ed Enel 9 volte, Unicredit ha convocato il suo 7 volte, Ubi e Montepaschi 4. Nella maggior parte dei casi, sempre secondo quanto si legge nelle relazioni, le riunioni durano fra 80 e 120 minuti, quindi non si tratta di incontri pro forma. Lo testimonia per esempio Cucchiani, presidente di Allianz italia e componente il vorstand (consiglio di gestione) di Allianz se. Consigliere di Unicredit, partecipa al comitato remunerazione e sottolinea che in Piazza Cordusio «come in generale in tutta l’Europa continentale, dopo la crisi l’attenzione agli aspetti relativi a retribuzioni e bonus è cresciuta, riflesso anche della maggiore attenzione dei regolatori e degli azionisti e della più accesa sensibilità generale. Le riunioni sono preparate e il dibattito è acceso, focalizzato sui confronti internazionali sulla base del materiale preparato dai consulenti e di parametri oggettivi e quantitativi». I signori dei compensi non perdono tempo, dunque. E il loro peso nelle aziende lo dimostra.